Yu☆Gi☆Oh! ~ Five Duelists, Five Dragons

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    Yu☆Gi☆Oh! ~ Five Duelists, Five Dragons
    Prologo #000 - Creature leggendarie



    Una sensazione di pura trepidazione, accompagnata dal più eccelso silenzio, regnava in quel luogo. Precisamente, in un'ampia stanza dalla parvenza piuttosto singolare: vi erano ovunque schermate raffiguranti grafici, posizioni e quant'altro ancora.
    Ma il fatto più curioso era la vista di un paio di occhi gelidi e pungenti come il ghiaccio, la presenza di un personaggio dall'aspetto alquanto sinistro e, molto probabilmente, una donna. Se ne stava comodamente seduta al centro di quello spazio, magari ad aspettare l'arrivo di qualcuno. Ma chi?
    Non molto tempo dopo giunse dalle tenebre un misterioso ragazzo dal volto coperto da una maschera dai lati colorati in modo uno differente dall'altro e con un particolare simbolo inciso sulla superficie. Alle spalle portava un paio di mantelli, e subito a seguire indossava una tuta come quella che portano al giorno d'oggi tutti i duellanti turbo, o meglio, coloro che gareggiano in duelli ad alta velocità in sella a delle apposite moto tecnologicamente avanzate, ormai conosciute in tutto il mondo come "D-Wheel".
    Il giovane continuava ad avanzare verso la donna con aria pacata, affiancandosi alla sua destra. Quindi fece per voltare il capo verso la figura oscura. «Qui per servirla... Di cosa ha bisogno?»
    La donna rimanette silenziosa, ancora, ma non per molto. «Ti ho convocato qui per una ragione abbastanza importante, e ritengo che questo sia il momento opportuno perché possiate eseguire per me una missione di estrema importanza. Perciò tendo ad avvertirvi fin da subito di mantenere la dovuta prudenza.» cominciò, ordunque. «Ebbene... Devi sapere che questa storia coinvolge cinque duellanti più di quanto loro possano credere. In particolar modo, tu e i tuoi compagni comprenderete di sicuro chi tra di loro m'incuriosisce maggiormente.»
    Di colpo, sulla schermata dinanzi ai due erano comparse le immagini dei volti di esattamente un quintetto di ragazzi: erano tutti nella loro stessa fascia d'età, dalle apparenze sembravano solamente comuni giovani. Cos'è che potevano mai avere di così speciale da trarre tale interesse dalla misteriosa donna? «Ultimamente, avendoli tenuti d'occhio con accuratezza, ho potuto vedere come loro siano riusciti a superare notevolmente le mie aspettative: non soltanto si sono viste in loro capacità abbastanza promettenti in duello nell'eseguire vari metodi di evocazione, ma anche fenomeni abbastanza curiosi, molto più allettanti del solito... tanto da aver attirato la mia attenzione.»
    Il ragazzo si voltò appena verso il grande schermo, intravedendo e studiando le figure dei loro duellanti malgrado la maschera che gli copriva il viso. «...»
    Dopo pochi minuti, le riproduzioni vennero momentaneamente rimpiazzate da scene passate ma parecchio toccanti, guardarle era come se le si vivessero dal vivo: gente in preda al panico cercava di fuggire dall'oscurità, nella speranza di non venirne colpiti e trovare dei ripari in cui nascondersi affinché potessero rimanere al sicuro da quella terribile catastrofe. Ragazzini disperati correvano di qua e di là chiamando in ogni parte del luogo i nomi dei loro parenti senza neanche riuscire a sapere che fine avessero fatto, altri invece scoppiavano in lacrime vedendo la loro città distrutta assieme alle vite dei loro familiari.
    La causa di quell'orribile sventura sembrava essere quella di figure appartenenti a ben cinque mostruose e possenti creature, le quali erano seguite da altre più piccole, forse anch'esse di esseri umani. Le enormi bestie devastavano tutto ciò che intravedevano nei loro cupi occhi, case e persone, coi loro artigli più fieri di qualsiasi spada, anche quella più tagliente. Nell'istante in cui i loro sguardi s'incrociarono, tremendi boati generarono una travolgente corrente d'aria che spazzò via tutti i resti di ciò che avevano demolito e ridusse a pezzi le ultime costruzioni rimaste intatte, facendole poi sparire nel nulla. Ma non solo, infatti terrorizzarono ancor di più l'intera popolazione in fuga. Inoltre, in tutti questi scenari si poteva notare, anche se di poco, uno strano luccichio che tuttavia continuava man mano a crescere sempre di più proveniente da sotto le zampe inferiori delle belve, che continuavano a dar sfogo alla loro rabbia ferendosi a vicenda. La furia che provavano in quel momento era così inarrestabile che nemmeno le sparatorie dei vari eserciti arrivati sul posto riuscivano a danneggiarli e a fermarli. Di quella città non sarebbe rimasto nulla, nemmeno un misero granello di polvere, poiché i loro colpi causavano persino disastri naturali: maremoti, voragini, violente scosse...
    Il ragazzo mascherato osservò attentamente tutto ciò. Non poteva negare di certo che ne era rimasto impressionato, dall'immaginabile potenza di quelle pericolose bestie. Tuttavia sembrava avesse alcuni dubbi su quelle immagini, come a proposito di quell'insolito bagliore.
    «Quella che vedi davanti ai tuoi occhi...» il tono della donna cominciò lentamente a mutare in uno ancor più rigido. «... è l'infinita potenza di creature leggendarie, uno scontro senza precedenti da bestie ormai imprigionate nelle carte che ciò nonostante continuano a portare devastazione e distruzione in ogni parte di questo mondo. Domarli è un'impresa praticamente impossibile... ma sento che quei ragazzi nascondano in loro qualcosa che nessuno ha... E per verificare ciò, voglio che me li portiate tutti qui. E che all'appello non manchi nessuno.»
    La dichiarazione di lei era stata molto chiara. Il giovane e i suoi compari sarebbero stati all'altezza dell'incarico? Scovare i cinque interessati e condurli alla sua superiore, utilizzando qualsiasi mezzo pur di portare a termine ciò che gli è stato affidato? «Ai suoi ordini.»
    «Perfetto...» mormorò la donna con voce agghiacciante. «Avverti tutti gli altri del vostro nuovo compito. Ma prima...» ella si apprestò a dare maggiori dettagli sulla missione a cui spettava questi interessanti personaggi dalle identità avvolte tutt'ora nel mistero. Una volta fornite le indicazioni necessarie per dare il via a questo nuovo mandato, il duellante turbo annuì di nuovo, ovviamente anche questa volta in risposta positiva; e come secondo passo si allontanò verso ciò che lo attendeva, mantenendo un temperamento calmo e deciso mentre indossava alle mani dei guanti da moto. Da lì si poteva notare una profonda cicatrice sulla sua mano destra, forse procuratosela durante un incidente del passato.
    Il ragazzo, infine, svanì fra le ombre più offuscanti. La sua superiore mostrò un freddo sguardo visibile perfino tra le funeste tenebre di quel luogo, di cui l'aria macabra la si cominciò lentamente a respirare. Chi era lei, in realtà? Da dove veniva? Ma soprattutto, di cosa avrebbe voluto farsene di questi cinque sconosciuti ragazzi? E perché?

    Edited by ~Rubber Uzumaki - 25/5/2017, 18:48
     
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    Capitolo #001 - Il duellante dal sadico sorriso

    HgLs31e



    Maiami City, grande città futuristica parecchio conosciuta per la sua tecnologia incentrata sui duelli del maggior diffuso gioco d'intrattenimento del mondo, nonché il famosissimo duel monsters. Fu lì che tutto andò a progredirsi, grazie ai vari studi portati avanti dalle menti scienziate più esperte del luogo, fino ad arrivare al nuovissimo Sistema ARC, capace di rendere solidi gli ologrammi delle creature rinchiuse nelle carte.
    Era una giornata come tutte le altre. L'aria era pura, il limpido cielo azzurro accarezzava la terraferma e le varie strade non potevano fare a meno di venir affollate da centinaia di mezzi, così come l'intera cittadina. E tra tutte quelle persone, ero presente anch'io. Stavo gironzolando per il luogo, sola, con aria piuttosto nervosa e la testa fra le nuvole: ero una ragazzina sui quattordici anni circa. Avevo dei lunghi capelli tendenti ad un castano chiaro con due piccoli fermagli tra essi, e occhi del medesimo colore. Invece, per quanto riguardava la mia statura, potevo dire che era sulla media. Indossavo sempre una collana dalla particolare gemma con attaccati ad essa quattro pendenti dalle forme decisamente bizzarre; a seguire un abito rosso sangue con tratti neri e gialli un po' dappertutto, terminante oltre le mie ginocchia anche se di poco, le maniche erano pressoché lunghe ma lasciavano le spalle un tantino scoperte, una cintura con un cerchio in mezzo che sosteneva una piccola borsetta dietro la schiena. Alle mani portavo, invece, un bracciale dalle borchie appuntite e un comune guanto. Infine, una semplice gonna sopra ad un paio di pantaloncini, e lunghe calze che arrivavano fino alle piante dei piedi che fungevano da semplici stivali senza tacchi.
    Era passato non molto tempo da quando me l'ero svignata, infuriata come non mai. Esatto, avevo avuto una piccola discussione, che tuttavia, mi aveva portata a questo.
    L'atmosfera, in giro, sembrava tranquilla, fino a quando, però, non fui avvistata dalle solite Forze Speciali, le quali si erano date al mio inseguimento per l'ennesima volta. Era di continuo la stessa storia: non facevano altro che ripetere che erano convinti di acciuffarmi e portarmi da un uomo sotto ordine suo, un certo signor Akaba mi sembra, e a quanto pare doveva trattarsi del presidente della Leo Corporation di cui tutti parlano.
    Senza nemmeno badare a pensare, mi nascosi nel primo piccolo vicolo che trovai dinanzi a me. Passati un paio di minuti, sentii qualcuno provenire dalle circostanze: cercai di trattenere il respiro quanto più potevo in modo da non attirare troppo l'attenzione, ma approfittai poi della distrazione dell'individuo per stenderlo con una bella batosta a sorpresa alle sue spalle. Proseguii quindi nella mia fuga, ma guardandomi alle spalle, vidi una massa di persone che mi veniva dietro ordinandomi di fermarmi. Ovviamente non avrei affatto dato retta loro. Piuttosto, continuavo a correre con le mie ultime energie rimaste, cercando di avvistare disperatamente qualche altro nascondiglio che mi avrebbe potuta salvare. «Anf... Anf...»
    «Arrenditi, adesso! Tanto lo sai anche tu che è solo fiato sprecato, Rosa!», «Ben detto, e oggi siamo più determinati che mai! Stavolta non ci scapperai, maledetta peste!»
    «Diavolo, ci mancavano soltanto questi qui alle calcagna...» pensai tra me stessa, non considerando più a dove stavo andando. Per un momento le mie orecchie udirono uno strano verso, ma non potetti arrestarmi neppure per un misero attimo e vedere da dove provenisse, poiché non mi davano tregua, anche se mi fu parsa la vaga sensazione che non fosse del tutto nuovo per me.
    Nel mentre mi capitò di passare di fianco ad una ragazza. Tra tutta la gente che avevo visto finora, porsi mente in principio che fosse una forestiera, ma non potetti incrociare il suo sguardo per confermarlo. Si era accorta dell'incredibile trambusto tra me e gli uomini che gridavano come dei forsennati, e si distaccò dai suoi passi. Non decise di voltarsi e verificare ciò che stava accadendo dietro a sé, sebbene percepisse qualcosa di insolito nell'aria. Valutò, anzi, che la cosa più saggia da fare fosse non intromettersi, pertanto se ne andò via silenziosa.
    M'imbattei in due direzioni diverse: ne imboccai una a casaccio, dopo averci continuamente riflettuto dall'indecisione. Ma mi resi conto troppo tardi che avevo preso solamente un vicolo cieco, e il gruppo mi aveva già raggiunta. Arrivati a quel punto non avevo altra scelta se non sfidarli a duello, perciò attivai il mio duel disk. «Ti sei scavata la fossa da sola, quanto mi dispiace! Avanti, posa quell'affare e noi non ti faremo niente. Su, non fare i capricci e vieni con noi dal signor Akaba...»
    Avevano cominciato ad avanzare verso di me, con dei sorrisi beffardi nei volti di ognuno. Indietreggiai, ringhiandogli contro. «Scordatevelo pure, branco di svitati, non ci penso nemmeno a farmi consegnare da certi tipi come voi, né tanto meno ho intenzione di presentarmi da questo tizio!»
    «Ma gli ordini sono ordini! Mi dispiace.» ribatterono, avvicinandosi ulteriormente. Non ero affatto sicura se ne fossi potuta uscire vincente da quella situazione, ma dovevo pur provarci.
    «Lasciate andare immediatamente la ragazza!» ordinò una voce maschile. I miei inseguitori alzarono il capo verso l'alto, come feci anch'io: un ragazzo dal freddo sguardo si trovava sul tetto di un'enorme edificio, fissando verso il basso. In modo folle si gettò da un'impressionante distanza, ma atterrò con grande maestria, facendo intravedere meglio la sua figura: era un giovane della mia stessa età. Aveva i capelli viola e in parte rosa con due frange rivolte all'insù e altre all'ingiù, sopracciglia ben pronunciate e gelidi occhi. Aveva addosso una giacchetta, violacea come il resto del suo vestito che gli arrivava quasi al di là delle gambe, inoltre questo aveva qualche striscia gialla e blu, due polsini spessi e piccole tasche all'altezza dei fianchi; Sotto la giacca portava anche una cravatta, alle spalle invece un mantello rosso non eccessivamente lungo. E per finire, un paio di pantaloni azzurri infilati in degli stivali argentei-neri in pelle. Senza contare che era anch'egli premunito di un duel disk attivo all'avambraccio sinistro.
    Gli uomini esaminarono con attenzione il duellante, da capo a piedi. «Ma tu guarda... Oggi due piccioni con una fava! Ci hai risparmiato la fatica di cercarti, grazie... Yuri.»
    «Ma davvero?» il ragazzo sogghignò, come per farsi beffe di loro. «Non dubito che siate bravi in fatto di battute, ma io piuttosto vi consiglierei di scappare. Spero proprio sappiate correre rapidamente.» con quello, Yuri volse la sua vista su di me. Ciò nonostante, immediatamente scostai la mia in modo tutt'altro che sollevato.
    «Tsk, cos'è, vuoi metterci paura facendoci voler credere alle tue stupidaggini?!»
    «Io volevo soltanto avvertirvi...» il giovane distolse lo sguardo da me e sorrise, confondendo completamente le forze che mi avevano circondata. E da lì avvertimmo un tremendo ruggito in notevole vicinanza, esattamente lo stesso di poco fa. «Oh peccato, è già arrivata.»
    Voltandomi potetti ammirare una gigantesca pianta dalle sembianze di una mostruosa chimera, con una bocca smisurata e piena zeppa di fauci spaventose, avvolta da un grosso fiore. Altre le si potevano notare in un paio delle sue liane raccapriccianti. E a quanto pare, si mostrava parecchio assetata...
    Gli uomini la osservarono in preda al panico, i loro duel disk si disattivarono in automatico. Furono totalmente vittime del terrore, come se avessero visto qualche cosa di negativamente soprannaturale in quella creatura. «M-ma che diavolo di mostro è mai quello...?!?!»
    Yuri si lasciò sfuggire una risata sarcastica alla loro paura. «Predapianta Chimerafflesia! Cosa ve ne pare?» ciò detto, il gruppo scappò atterrito dall'enorme belva, la quale, però, non diede loro scampo: senza alcuna pietà, li travolse uno per uno in una serie di violenti colpi che li misero al tappeto. I danni subiti erano reali e anche terrificanti, ma apparentemente il ragazzo godeva questo fatto. Poi procedette in mia direzione con un sadico sorriso apparso appena sul suo viso, i corpi giacenti a terra degli uomini e la grande pianta che scomparve proprio come un comune ologramma. Retrocedetti ancora, finché non mi ritrovai letteralmente con le spalle al muro.
    «Allora...» mormorò. «Non dici niente, mia cara?» domandò ordunque, e approfittò del fatto che me ne stavo imbambolata per sbarrarmi la strada, fermandosi dirimpetto a me.
    «Cosa vuoi?» gli chiesi, fredda, non volendo assolutamente fissarlo negli occhi. Yuri sembrava divertito dalla mia reazione, ma poi afferrò il mento e rivolse il mio volto verso il suo, mantenendo una distanza minuscola da me. Aggrottai la fronte mentre i miei occhi fissavano i suoi.
    «Parlarti, stupida ragazzina.» il tono del giovane mutò in uno ancor più macabro, ma serio. Poi ritirò la sua mano e fece qualche passo all'indietro. Digrignai i denti.
    «Lasciami in pace, Yuri!!» gridai, su tutte le furie. «Ti ho già detto che non voglio saperne nient'altro di questa storia!»
    «Tu ora mi sentirai, e te ne starai zitta una volta per tutte.» controbatté il ragazzo. E inaspettatamente, afferrò il mio polso. Gli diedi uno sguardo perplesso.
    «...?»
    «Vieni con me.» tirò il mio braccio al fine di condurmi da lui, ma le gambe non volevano cedere, per cui non feci il minimo passo, ma rimanetti ferma dov'ero e mi divincolai dalla sua presa. Yuri sorrise maliziosamente, vedendo il mio temperamento. «Oggi non è proprio giornata, vero?»
    «Vattene...» borbottai. Il maschio mi fece cenno come per dire no, in mia risposta, in modo alquanto provocatorio, per giunta. Cominciai a perdere la pazienza col passare dei minuti, e lo appresi sentendo ribollire dalla rabbia tutta la faccia. Corrucciai le sopracciglia e, impulsivamente, lo urtai e corsi via senza dire nient'altro.
    Lo spregevole sorriso di Yuri si trasformò in un ghigno. Lasciò il vicolo per vedermi allontanare man mano da lui e ridacchiò leggermente dopo essersi leccato le labbra, come se or ora qualcosa gli fosse passato per la testa.
    «Cara, cara Rosa... Sei così prevedibile. Non la passerai tanto liscia, e questo te lo garantisco.» disse con voce da spina nel fianco, proseguendo con una curiosa tranquillità. In quel momento, gli capitò di passare accanto ad un ragazzo. Quest'ultimo si arrestò e girò la testa con discrezione, percependo in Yuri una forte presenza agghiacciante; ma fece, dopodiché, per tornare sul suo cammino, evitando di rimuginarci troppo o aggiungere qualche parola in proposito.
    Per quanto mi riguardava, non avevo la minima intenzione di fermarmi, per timore che Yuri potesse sopraggiungermi e costringermi a seguirlo. Eppure non sentivo niente di niente, passi, rumori, e tutto ciò era così strano. Vidi uno stretto e scuro spazio tra alcune case, giusto nella miglior occasione: mi nascosi all'istante, e dapprima ispirai e respirai per recuperare le forze perse nel correre più lontano possibile. Poi, cautamente, mi apprestai a controllare: Yuri non c'era. Non c'era nessuno. Poggiai il capo contro il muro con affanno tutt'ora pesante, e mi soffermai a riflettere. «Non è qui. Ma allora... dov'è?» diedi una seconda occhiata all'esterno. «Non posso permettermi di farmi ritrovare da Yuri... No e poi no! Ma il problema più grande è che pare ce l'abbia seriamente con me... Avrò fatto bene a scappare? No... cosa dico? Argh, non so cosa diamine mi prenda tutto ad un colpo!»
    Proprio mentre stavo per farmi delle idee sulle conseguenze di questo mio comportamento, che forse avrei potuto subire, starnutii fortemente. Poi soffiai il naso rumorosamente e me lo strofinai col dorso della mano, tenendo la testa rivolta fuori il piccolo vico.
    «Salute.», «Ugh... grazie...» ingenuamente, non riconobbi fin da subito chi era stato a parlarmi: quando lo capii, mi voltai di scatto, ritrovandomi davanti la faccia di Yuri. Balzai dallo spavento ed esclamai meravigliata, ma il ragazzo mi fece tacere poggiando un dito sulle labbra.
    «Shh.» bofonchiò. «Ti ho trovata. Non sei contenta di rivedermi, Rosa?»
    «N-no...!» risposi, spingendo via la sua mano. Il giovane non poteva astenersi col ghignare. Per mia sfortuna non sapevo cos'altro fare, sembrava la fine per me.
    «Come sei divertente! Sarà per la tua incredibile ingenuità?» lui sghignazzò. Non osai rispondere, semplicemente mi limitai a fare contatto visivo con lui, ma sentivo che tutto ad un tratto mi prendeva qualcosa. «Oh, e adesso cosa sono quei pietosi occhi? Hai forse paura?»
    «Smettila!» gridai furiosamente. Tornai col riprendere altro fiato; il ragazzo dalle iridi rosee notò il mio corpo tremante, e chiuse gli occhi.
    «E va bene, forse sto esagerando. Vorrà dire che tenderò ad essere meno sarcastico.» mi rassicurò. «Però, tu devi venire con me.»
    Spalancai gli occhi. Nondimeno ero ancora arrabbiata con Yuri, ma lui sapeva essere calmo quando voleva, a differenza mia. Tuttavia non decisi di dare ascolto alle sue parole, e una volta tornata in me, mi liberai dalle sue grinfie e uscii allo scoperto dal mio nascondiglio. Il maschio si voltò: nel bel mezzo della mia fuga, riuscì a manifestare con prontezza una frusta di spine che utilizzò per avvolgermi una caviglia, cosicché potesse impedirmi di muovermi: a causa di ciò ero sul punto di perdere l'equilibrio, ma mi accorsi di essere stata afferrata per la vita. Guardai di qua e di là nell'incertezza dopo aver nuovamente urlato, e il mio sguardo si posò su Yuri, un tantino infastidito.
    «Ti ho lasciata giocare abbastanza, è tempo di smetterla adesso.» lui disse con voce rimproverante. Gemetti per colpa del dolore che mi causavano le spine, le quali mi pungevano in maniera incredibile. Il ragazzo mi liberò e mise via la sua frusta. Poggiai i palmi degli arti superiori a terra, rifiatando faticosamente. «Però devo dire che hai messo su un'inseguimento davvero spassoso.»
    «Anf...» inclinai la testa per vedere Yuri ridacchiare, e io lo guardai male. Potevo dire che egli ne era consapevole, a giudicare dalla sua espressione.
    «Pensavi davvero che mi saresti sfuggita?» mise all'improvviso in discussione. «Andiamo, Rosa. Si sa che non una singola delle mie prede ci è mai riuscita, e tu non fai eccezione, a quanto vedo. Ma se ti può consolare, posso confessarti che un po' sono rimasto sorpreso a come tu abbia cercato di ribellarti, al contrario di tutti quelli con cui ho avuto a che fare. Stupida ma allo stesso tempo determinata... Interessante, sì.»
    «Anf... Vorresti dirmi che sono ufficialmente diventata la tua "preda"?» chiesi con serietà. Yuri rise e mi guardò.
    «Questo non è certamente il luogo adatto per parlarne, mia cara. Ma se decidi di fare ciò che ti dico io, te lo dirò volentieri.» disse astutamente, porgendomi una mano per aiutarmi a rialzarmi.
    Sospirai. Sentivo che ormai non avevo neanche la forza di reagire e di opporre resistenza, ragion per cui non avrei potuto fare molto. Ma soprattutto, non sapevo spiegarmi del come mai mi implicava tanto esigere delle risposte da lui. Mi rimisi in piedi da me, rifiutando l'aiuto del ragazzo. «Hmpf...»
    «Perfetto. Ora, mi obbedirai senza fare tante storie?» detestai annuire in sua risposta. Ricevetti un lieve sorriso furbesco dal giovane. «Bene, bene. È così che si ragiona.»
    Sbuffai. Yuri prese una carta in particolare dal suo deck dopo essersi guardato attorno e, una volta ghermito il mio braccio, la posizionò sul suo duel disk ed entrambi sparimmo avvolti in un fascio roseo luminoso, tralasciando piccoli luccichii che lentamente svanirono nel nulla.

    Edited by ~Rubber Uzumaki - 23/12/2017, 02:26
     
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    Capitolo #002 - Strani avvenimenti




    Poco dopo che Yuri mi aveva portata via, in una grande stanza con marchingegni tecnologici di ogni tipo, delle persone applicate a svariati computer avevano assistito a tutta la scena. Avevano, per giunta, localizzato l'esatta posizione in cui eravamo spariti in quel bagliore, senza lasciare alcuna traccia: pertanto, cercavano in tutti i modi di capire bene cos'era successo in quel momento, ma invano.
    «Signore, i due soggetti sembrano essere spariti.» affermò una donna, voltandosi verso la nera figura di un misterioso uomo, dopo aver smesso di digitare sulla tastiera: gli unici dettagli che si potevano intravedere di quest'individuo erano un paio di occhiali rossi, dinanzi a degli occhi indifferenti.
    Se ne stava seduto sulla sua postazione in tutta tranquillità a riflettere probabilmente sulla loro prossima mossa, frattanto che l'altra attendeva un nuovo assetto. «Mandate una squadra di rinforzi sul posto, e che continuino loro a scovare quei ragazzi al posto dei precedenti uomini.»
    «Come desidera, signore.»
    [...]
    Tutto era buio, non un misero filo di luce. Sbattei le palpebre ripetutamente, riuscendo ad intravedere finalmente la luminosità ai miei occhi. Ci vollero un paio di minuti per riaprirli e adattarli ad essa, ma fu allora che vidi il ragazzo dalle iridi rosee, con un sorrisetto compiaciuto dipinto sul suo volto mentre mi guardava silenzioso, rizzato non troppo distante da me: balzai in spavento, ma anche in sorpresa. Mi allontanai in un battibaleno e presi un leggero sospiro. Poi mi diedi un'occhiata attorno: mi ritrovavo seduta su un divano vecchio e rovinato, assieme, appunto, a Yuri. A lato avevamo l'enorme schermo di un pc con un sacco di prese sparse di qua e di là, la maggior parte fulminate, e alcuni arredamenti ridotti non nelle migliori condizioni; all'altro senso, delle scale che portavano ad una porta logora. Ci trovavamo nel nascondiglio che trovammo per pura casualità in seguito ad essere arrivati in città: non potevamo fare altro che rifugiarci qua, in segreto dai nostri inseguitori. C'era da dire che, per essere un luogo malconcio, non si stava male; ma una cosa che tanto odiavo nel trattenermici, era dover condividere lo spazio con una sottospecie di psicopatico con chissà quali folli pensieri nella testa.
    «Perché siamo qui?» chiesi al ragazzo dopo un qualche attimo d'assenza di rumori, tornando a guardarlo con espressione infastidita. Yuri emise un sospiro e poggiò il capo su una mano, adocchiandomi con aria piuttosto annoiata.
    «Dove volevi che ti portassi? A spasso, forse?» domandò. «Tranquilla, ne riparleremo quando sarò riuscito a trovare un bel guinzaglio per te. Non si sa mai.» prese, quindi, in giro. Cominciai a ringhiare. Lui ridacchiò vedendomi in quello stato di furia nei suoi confronti.
    «Ma sentilo, e che diamine di gusto ci provi a farti beffe di me in questo modo?!» gridai. A quel punto mi mancò il fiato: smisi di parlare per riprenderlo, respirando a fatica. Notai il giovane lanciarmi uno sguardo severo che mi fece zittire totalmente.
    «Vedi di abbassare i toni con me, ragazzina.» mi rimproverò. Non dissi nulla, tuttavia ero talmente arrabbiata che non potevo fare a meno di borbottare una bestemmia tra i denti stretti. «Attenta anche a come parli, guarda che ci sento benissimo.»
    Dopo quella frase dettata in quella fredda maniera, percepii un brivido correre lungo la spina dorsale. Yuri si era alzato. «Facciamo che te ne starai qui rinchiusa per un paio di settimane. In questo modo impari a farmi perdere tempo in certe sciocchezze, come nel doverti, infatti, inseguire per mezza città.»
    «Cosa?» reclamai. Il quattordicenne sollevò un sopracciglio, toccando il proprio mento con le dita.
    «Hmm...» chiuse i suoi occhi per riflettere. «Suppongo che non sia giusto lasciartici... per così poco. Hai ragione. Vorrà dire che, in questo caso, ci rimarrai per due mesi
    Era come se l'intero mondo mi fosse appena crollato addosso, come le mie orecchie udirono quell'affermazione e la mia mente la elaborava. Cionondimeno, ero alquanto confusa. «Non dovevi dirmi questa cosa della preda e cavolate simili, e poi lasciarmi andare? Ci impieghi tutto questo tempo?»
    Yuri estrinsecò una faccia perplessa, che mi mise subito in dubbio. «Lasciarti andare?» dopodiché premette un indice sulla fronte. «Non mi sembra di averti mai detto nulla del genere. Ah, e se è una "cavolata", come tu la definisci, allora posso benissimo fare a meno di spiegartelo, ragazza mia.»
    Sbuffai e distolsi lo sguardo, il mio solito viso irritato. Ma non potevo ignorare il fatto che il ragazzo mi stava esaminando dalla testa ai piedi per qualche strano motivo. «Cos'hai da guardare?» pretendei, nervosa. Il giovane mi diede l'impressione di essersi ripreso da un vago pensiero. Mise le mani sui suoi fianchi con la vista rivolta da tutt'altra parte.
    «Lascia perdere.» rispose unicamente. «Piuttosto... mi devi ancora un ringraziamento per averti cacciata fuori dai guai, malgrado tu rifiuta così all'improvviso il mio intervento, ricordi?»
    «Uh?» abbassai il capo. «Scordatelo, proprio perché non voglio il tuo aiuto che io non voglio ringraziarti in nessun modo! Mettitelo bene in testa, zuccone!»
    «Eh, no, proprio non ci siamo.» lui agitò un dito per riprendermi. «Tieni bene a mente che io adesso sono responsabile di te, ragion per cui devi iniziare a parlarmi con rispetto e moderare meglio i tuoi termini. Dovresti già essere in debito con me non solo per la questione di poco fa, ma soprattutto perché ho accettato le tue suppliche di portarti con me.»
    «Io non ti ho supplicato!» gonfiai le guance. «O forse qualcuno qui ha problemi di memoria??»
    Yuri aggrottò la fronte. «Oh, certo, in pratica vorresti insinuare che avrei deciso da me di portarmi dietro una ragazzaccia come te?»
    «E quindi non potevi lasciarmi perdere e soccorrermi per l'ennesima volta?» cercai di non alzare eccessivamente il volume della voce, ma era inutile.
    Yuri guardò dritto nei miei occhi castani, ed io nei suoi rosa. Ci fu un secondo attimo di silenziosità nell'aria. «Mi sembra di avertelo appena detto. Io sono responsabile di te e della tua incolumità, niente da aggiungere.»
    Ansimai. Poi mi rivoltai verso di lui. «Almeno rispondi alla mia domanda. Sono o no la tua preda?» dunque sollecitai.
    «Beh...» il ragazzo sorrise lievemente. «... ad essere onesto, te l'ho detto solo per spaventarti, anche se non mi sembra male come idea. Ti ci vedrei benissimo, lo sai?» sogghignò.
    «Non avrebbe molto senso, lasciatelo dire.» controbattei. «Insomma, se davvero lo fossi, perché vorresti alla stessa maniera proteggermi o quel che vuoi come se fossi la mia guardia del corpo?»
    «Guardia... del corpo?» Yuri ponderò ciò che avevo pronunciato. «Perché no, potrei pensarci... Infondo neanche questa non mi dispiacerebbe.»
    Lo guardai strano. «A me sì, invece!»
    Egli si lasciò sfuggire una tremenda risata, nondimeno lo ignorai per restarmene lì con la faccia rossa dalla rabbia. «L'ho notato. Ma sfortunatamente per te, non posso lasciare che ti intrappolino nelle grinfie delle Forze Speciali. E a proposito di questo, devi sapere che ho da poco realizzato che, a quanto pare, vogliono da te qualcosa di particolare.»
    «Eh...?» di colpo, vidi Yuri chinarsi per mettermi una mano su una spalla, afferrando cautamente la mia collana: me la posizionò proprio davanti. Fissavo il giovane e l'oggetto con occhi farraginosi.
    «Questa, se non si era capito.» mormorò. Dunque, mollò la presa. «Ho avuto modo di fare qualche ricerca, e sembrano interessati non soltanto a noi due, ma anche alla tua collana. Purtroppo non ho potuto scoprire altro, ma meglio di niente.»
    Ci fu un ulteriore periodo quiete tra entrambi, ma fui io a interromperlo. «Non sai cosa se ne vogliono fare?» il mio tono era diventato maggiormente basso. Il quattordicenne mi fece cenno in risposta negativa. «Bene, e non facciamo prima a consegnargliela e basta?»
    «Consegnarla insieme a te?» mise in discussione repentinamente. Non aggiunsi altro. «Se pensi che in questo modo ci lasceranno in pace e fine, ebbene sei sulla strada sbagliata, mia cara Rosa.»
    Chiusi definitivamente la bocca. Yuri si rialzò. «Adesso sono un po' occupato, devo andare. E non cercare di scappare in mia assenza, è tutto fiato sprecato.»
    Digrignai i denti, ricomparendo furibonda. «E chi diavolo credi se ne stia qui dentro per mesi a gironzolare in tondo come un'idiota?» mi rimisi in piedi di fronte al giovane. «Io non di certo!»
    Mi guardò, stufato dal mio comportamento. «Così vorresti venire con me, non è vero?» un sorriso terrificante sfiorò le sue labbra, e quando tornò a parlare, si spense una piccola luce di speranza comparsa giusto per breve. «Beh, scordatelo. Hai un sacco da fare qui nel caso ti annoiassi e anche molto utili, come ad esempio sistemare questo disastro.» Yuri mi indicò praticamente l'intero nascondiglio: dovunque vi erano oggetti sparsi a terra che prima gli ebbi lanciato contro a casaccio, e quei grossi cumuli di polvere non venivano mai a mancare.
    «Non ci penso nemmeno!»
    «Bene, ordunque stattene ferma e buona. Chiusa discussione.» rimbeccò freddamente. Proprio quando Yuri stava per lasciare il posto, afferrai il suo polso: a quello, si dirisse verso di me. «Cosa c'è, ancora?»
    «Duelliamo.» dichiarai chiaramente. «E se dovessi aggiudicarmi io la vittoria, dovrai lasciarmi libera di fare quel che mi pare.»
    «E se invece dovessi vincere io? Cosa molto ovvia, aggiungerei.» replicò provocatoriamente. Strinsi un pugno a quello che stavo per dire.
    «Farò ciò che tu mi dirai di fare per una settimana, senza discutere.»
    Egli sorrise maliziosamente. «Proposta decisamente azzardata, ma allettante direi... Ciò nonostante, la mia risposta è comunque la stessa. Non ho tempo per giocare con te.» detto questo, si liberò dalla presa e proseguì all'uscita.
    «Che cosa ti costa portarmi con te??» sbraitai impulsiva. Yuri si fermò nuovamente. Vide la mia figura infuriata e seria all'identica occasione.
    «Stammi a sentire, adesso.» ordinò. «Tra non molto questi delle Forze Speciali torneranno di nuovo. Se non me ne occupo in tempo, potrebbero scoprire dove siamo sempre stati e non posso permettermelo. Qui sarai al sicuro almeno fino a quando non li avrò sistemati. Ora, non farti strane idee, ma preferisco che tu rimanga perlomeno fino al mio ritorno.»
    Dopo quelle parole, provai a ragionare: malgrado col passare degli anni potevamo dire che io e Yuri non ci sopportavamo chissà quanto, lui continuava ad insistere col tenermi lontana da quegli uomini. Detestavo questo fatto, poiché per me gesti del genere equivalevano a dire che fossi soltanto una persona debole, incapace di auto-difendersi. Avevo deciso di voler evitare il suo sostegno, ma capii che aveva la testa più dura dell'acciaio: difatti era anche la ragione del come mai ero fuggita in precedenza. Pareva lo facesse tanto per imbestialirmi, senza contare che ci stava riuscendo benissimo. Quindi, pensare non sarebbe servito a nulla, siccome la mia replica sarebbe rimasta invariata.
    «No.» dissi decisa. «Voglio venire anch'io. Non ne posso più di sentirmi l'inutile della situazione, voglio affrontare ciò che ci aspetta e non ho bisogno di essere aiutata, figuriamoci se ho paura di un branco di idioti come quelli lì. Non sto scherzando, affatto. Non vorrò essere di nessun intralcio, so cavarmela alla grande, Yuri, e di certo non potrai fare tutto da solo.»
    Yuri fu quasi esaltato dalla mia protesta. Aspettavo solamente una cosa: una sua risposta. «Hmm... Eccola, tutta convinta di avermi fatto cambiare opinione. Ma se deciderai di supplicarmi, forse potrei ripensarci meglio.» disse sarcasticamente. Ansai.
    «Ti prego?» fissai il giovane con occhi pieni di odio.
    «Sii più convincente, così non ci siamo.» potevo man mano percepire la rabbia esplodere dentro di me, ma provai a calmarmi: ispirai e respirai. Volsi la vista interamente su Yuri, in maniera seria e convincente come potevo. Strinsi la dentatura e mi apprestai a ripeterlo con un temperamento pacato, il cui non sapevo per quanto a lungo sarei riuscita a mantenerlo.
    «Ti... prego...» provare tale umiliazione non era assolutamente una bella cosa: sì se era irritante, specie se il caso riguardava Yuri.
    «Eccolo. Il giusto tono che volevo udire.» bofonchiò, ordunque. «D'accordo, chiuderò un occhio per stavolta. Ma prima, dovrai assicurarmi di fare ciò che ti dico io e di non agire impulsivamente, come è tuo solito fare. Mi hai capito?»
    «Certo...» mantenetti la dovuta pazienza in qualche modo.
    «Bene, soltanto una piccola precisazione: vedi di non approfittarne per andartene via. E non lo ripeterò non una volta di più, ci siamo intesi?»
    «Va bene, ma smettila di trattarmi come se fossi la tua prigioniera!»
    «Perfetto. Voglio solo invitarti a riflettere meglio su quello che ti ho detto prima, oltre che a cercare di fartelo entrare in quella testa. Adesso andiamo.» Yuri disse, spalancando l'entrata e richiudendola alla sua schiena, or ora usciti dal rifugio. Proseguimmo verso la luce, e arrivati, mi limitai a seguire il quattordicenne, il quale non si smentiva mai: continuava ad appurarmi con esitazione, tornando poi a sfoggiare sorrisetti furbeschi di suo. Provai a non darlo troppo a notare.
    Arrivammo ad un certo punto del vicolo che portava alle svariate vie di Maiami: il ragazzo, discretamente, controllò in ogni direzione, probabilmente per salvaguardarsi che non ci fosse nessuno tra le vicinanze. «Sicuro che non abbiano esaurito i rinforzi?» mi affiancai a lui; il giovane ridacchiò.
    «Può essere, ma non dobbiamo mai abbassare la guardia. Seguimi.» ordinò ancora, procedendo con prudenza. Feci quello che mi diceva, nonostante biasimassi per questo fatto, peraltro non potevo fare nulla di azzardato o ne sarebbe costata la nostra libertà, sebbene le intenzioni di questo Akaba siano tutt'ora a noi sconosciute.
    «Eccoli!!» urlò qualcuno. Non appena io e Yuri ci girammo, vedemmo realmente chi credevamo di imbatterci in un qualsiasi momento, ma non quello: Forze Speciali in arrivo. Dapprima ne avevamo avvistato uno soltanto, il tipo che aveva strepitato, ma a lui si erano riuniti diversi altri soldati che ci avevano circondati, con i duel disk pronti al duello. Fui come paralizzata.
    «Va tutto bene, Rosa.» Yuri mi rassicurò, spingendomi leggermente all'indietro. Mi ripresi e morsi il labbro, non sapendo in che maniera comportarmi.
    «Oh, sì, va benissimo! Ne sono tantissimi mentre noi solamente in due, spiegami perché dovrei-», «Vuoi stare un po' zitta? Fidati di me.»
    «Non muovetevi di un solo passo! Ormai vi abbiamo in pugno!» avvertì uno della squadra, restando ben concentrati sugli obbiettivi che eravamo noi. Yuri sorrise beffardamente, abbastanza da intimorire alcuni focalizzati su sé stesso. Non potevo negare che temevo cosa gli stesse passando per la mente, e a dirla tutta non ci tenevo neanche a pensarlo. «C'è poco da sorridere, ragazzo! O forse ti va di dire le tue ultime parole prima di essere sbattuto in una cella assieme alla tua piccola amica?»
    Potetti, nel frattempo, osservare delle persone tra le circostanze, incuriosite, a rivolgere la loro attenzione sullo scenario. E tra tutto quel trambusto era arrivata la stessa ragazza che dapprima avevo incrociato: era una giovane intorno ai sedici anni, alta di statura. I suoi capelli erano neri, lunghi e boccolosi; curiosamente, gli occhi erano di un colore uno differente dall'altro, il sinistro del medesimo e il destro azzurro. Per quanto riguardava il suo abbigliamento, portava un cappotto lungo oltre le ginocchia, blu, dalle maniche larghe e un grande cappuccio con delle piume sulla superficie del bordo. In seguito dei pantaloncini corti, precisamente jeans accompagnati da un top, scuri come per le calze a rete e le zeppe.
    Stava passando da quelle parti, ed evidentemente si era fermata sul luogo in attesa di comprendere cos'altro stava avvenendo in città, notando quell'incredibile folla.
    Yuri ignorava chiunque dall'altra sponda della strada, eppure nella tremenda situazione in cui ci trovavamo era calmo come lo era quotidianamente. Attivò, in seguito, il suo duel disk. «Posso garantirvi che una bella lezione non ve la leva nessuno...»
    «Hah! Senti, senti, il signorino qui presente crede di essere in grado di contrastare... noi! Non siamo come quelli che il tuo ridicolo fiorellino ha conciato per le feste. Siamo a dir tanto tosti, e avremmo voluto pensare che un anche furfante come te potesse ragionare saggiamente e lasciare tutto per lasciarsi consegnare senza opporre resistenza. Ma se proprio ci tieni a perdere, t'avverto, preparati ad una sonora sconfitta...» gli uomini, però, assumerono un insolito atteggiamento: erano terrorizzati da qualcosa. Era come se una gigantesca figura raccapricciante si fosse appena manifestata in Yuri, di un colorito rosa, tuttavia aveva l'apparenza di essere composta da una sostanza liquida violacea. «Uh...? E quel mostro da dove salta fuori??»
    Non riuscivo a concepire cosa mi stesse prendendo nello scorrere di quei secondi: percepivo un piccolissimo, incomprensibile dolore che aveva iniziato a colpirmi. E non sapevo spiegarmelo, ma potevo scommettere che Yuri, come me, stesse provando l'identica emozione.
    Di fianco alla mostruosa forma viola, ne era apparsa un'altra: era una bestia coperta da un'energia celeste, con un minuscolo luccichio oscuro. «E-ehi, guardate! C'è n'è un secondo! Ma che razza di diavoleria è mai questa??»
    «Mh...?» feci, continuando a pormi una marea di quesiti, vanamente. Yuri disattivò il duel disk, spintonandomi ulteriormente. Frattanto le creature, in preda all'ira, ruggirono all'unisono, spaventando gli uomini più di quanto non lo fossero attualmente. Addirittura, molti di loro se la diedero a gambe levate. «R-ritirata! Ritirata!!»
    I soldati in fuga furono seguiti ben presto dal resto della squadra dei rinforzi. Spalancai gli occhi: cos'era accaduto? Non ci ebbi capito un bel niente, ad essere perfettamente sincera. Il dolore, però, si era finalmente alleviato.
    La gente era esitante fino al profondo, esattamente come noi. Yuri si rivolse a me e prese il mio avambraccio, facendo finta di nulla. «Andiamo via.»
    «Aspetta!» ci allontanammo dal luogo di corsa, lasciandoci tutti alle spalle. Ero ancora titubante, e desideravo comprendere, seppure non potevo giungere ad una conclusione.
    Il giovane ed io ci fermammo in un angolo inavvertito del posto, in mancanza di anime vive esterne: lui controllava lo svolgimento delle cose all'aperto. Intanto io mi fissavo dovunque, disorientata.
    «Bravissimo, adesso che si fa?» mi misi a braccia conserte. Yuri arrivò da me: aveva tutt'ora un sacco energie in corpo, dopo quello che aveva passato in questa giornata.
    «Cosa si fa ora, cosa si fa ora...» il ragazzo ci rifletté per dei minuti, fino a quando non mi diede una risposta. «Niente.»
    «Come niente??»
    «Questo non era previsto. Ero sicuro di evitare qualsiasi mezzo di cui dispongono per tenerci d'occhio mentre siamo in giro per la città, difatti è per questo che ho utilizzato quella carta per riportarti indietro, per passare più inosservati possibile. Ma a quanto vedo non è servito.»
    «Grazie tante, me ne sono accorta!» esclamai.
    «In ogni caso, è ovvio che non si scoraggeranno facilmente. Dobbiamo fare attenzione.» sottolineò Yuri, accertandosi che lo stessi ascoltando. «Adesso, però, sarà meglio tornare. Vedi cosa può succedere a portarti con me?»
    «Cosa c'entro io?» fulminai il ragazzo con lo sguardo. «O forse quella testa che ti ritrovi è da tutt'altra parte? Certo, non dobbiamo mai, e dico mai, abbassare la guardia... Come no! E vorrebbe anche darmi la colpa.»
    «No, non sto facendo questo.» Yuri sghignazzò. «Dico soltanto che magari sarebbe meglio per entrambi se tu te ne stessi buona al sicuro. Lo ammetto, continuavo a vegliare su di te e certamente lo avrai intuito, ma volevo assicurarmi che non potesse accadere di peggio come, appunto, essere colti di sorpresa. Sto sbagliando?» non dissi nulla a riguardo, solo tenevo incrociate le braccia.
    «Pfui...»
    «Su, diamoci una mossa. Non è prudente restare in circolazione.» accennai col capo al giovane. Lo seguitai ed uscimmo allo scoperto, coprendoci l'un l'altra.
    Fu così che avemmo un incontro ravvicinato con quella ragazza. Ci passò di fianco senza dire una parola: mi arrestai in un lampo, girandomi verso di lei. Yuri subito se ne accorse: volse lo sguardo su di me e poi sulla giovane, che procedeva per la sua strada. «Ehi, scusa, tu!»
    Lei si fermò al richiamo. Le sue distinte pupille incrociarono le nostre. Yuri poteva presentire che io abbia precedentemente avuto circostanza di incrociarla. «E questa ragazza chi sarebbe? ...»
    Ad un tratto, potemmo udire dei passi avvicinarsi lentamente: era giunto pure un ragazzo che, resosi conto delle nostre presenze, frenò per affrontare la guardata agghiacciante di Yuri. Era un quindicenne, altezza media, dai capelli castano scuro, corti, e occhi verdi; indossava una tuta grigia con un paio di pantaloni color cenere, e scarpe di tono più scuro. Visto il duel disk al suo braccio, doveva trattarsi sicuramente di un duellante.
    Percepivamo un qualche cosa di bizzarro, molto. Era una stravagante sensazione, di un presumibile evento che sarebbe stato prossimo a verificarsi.

    Edited by ~Rubber Uzumaki - 24/4/2017, 17:18
     
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    Capitolo #003 - Duello a coppie




    Questa insolita ma curiosa sensazione non voleva saperne di sparire. Ancora si presentava tra le vicinanze, da quando avevamo incrociato quei ragazzi.
    Yuri era pensieroso, però, un sorriso malizioso apparve sul suo viso. Non mi parve alla fine tanto strano, conoscendolo. Tuttavia, ero comunque perplessa: a cos'è che stava pensando, di preciso?
    L'attenzione della ragazza si volse per qualche istante sull'adolescente ora arrivato, e viceversa. Poi, questa si dirisse verso di me, in maniera pacata ma fredda. Inizialmente non disse nulla, piuttosto fissò me e Yuri con cautela: poteva averci riconosciuti dall'accaduto con le Forze Speciali, guardandoci, sempre tenendo una buona discrezione.
    Il ragazzo dalle iridi rosee indietreggiò, ghermendo il mio braccio cosicché da affiancarmi a lui. Come passo successivo, attivò il duel disk. «Che fai...?» gli chiesi. Tornai, successivamente, a contemplare le figure di quelle persone, notando l'appena giunto avvicinarsi lentamente. Nessuna replica dal giovane dai capelli bicolori.
    Avevano anche loro messo in funzione i duel disk. «Insomma, rispondimi! Non dovevamo tornare indietro? Cos'è, all'improvviso ti va di un duello quando avresti potuto farne uno con me poco fa?»
    Yuri sospirò. «Come ti avevo precedentemente detto, non ne avevo il tempo. Nel caso dovessimo imbatterci di nuovo in quei soldati, combatterò.» affermò. Lo vidi posare una mano sul petto. «Vedi, ho avuto come la strana sensazione di essere affiancato a qualcuno o qualcosa, prima, che in qualche modo alimentava il mio desiderio di distruggere. Quando ho visto la figura scomparire, improvvisamente ho potuto percepire un insolito dolore. Non che fosse chissà cosa, anche se posso dire di non sentirmi esattamente in buona forma. Nonostante ciò, ho come un'inaspettata voglia di duellare contro queste persone, in un incontro a coppie, si presume.»
    Yuri ritirò la mano, detto ciò. Allora era come credevo: non ero la sola ad essersi resa conto delle creature, oltre alla squadra dei rinforzi che se l'era data a gambe dalla paura. Le stesse emozioni che avevo provato io in quell'occasione. Ma come mai ne stava parlando con me proprio in quel momento?
    Stavo per riaprir bocca, quando le mie orecchie udirono una voce maschile, sebbene non si stesse proprio rivolgendo a noi. «Lieto di disputare un duello con te. Il mio nome è Francesco, piacere.» aveva detto, educatamente.
    «Veve.» era l'unica risposta datogli dalla ragazza. I loro sguardi si gettarono nuovamente sui nostri, e Yuri subito lo lanciò su di me, che tutt'ora stavo riflettendo sulle sue parole.
    «Rosa.» aveva richiamato. «Datti una mossa. Prendi il duel disk e duella, anziché startene lì imbambolata a non far niente. È un ordine.»
    Mi ripresi dai miei pensieri, immediatamente dopo il mio appello. Presi il disco, senza guardarlo in faccia. Percepivo come un ghigno compiaciuto contro di me, ma non diedi molta importanza ad esso: piuttosto, cercai solo di concentrarmi sulla sfida, per adesso.
    Forse questo avrebbe potuto aiutarmi a smettere per un po' di scervellarmi su quell'argomento. Sentivo il bisogno di distrarmi, e questa sarebbe potuta essere l'occasione ideale.
    «Duelliamo!» (ROSA e YURI LP 4000; VEVE e FRANCESCO LP 4000)
    «Prego.» mormorò Yuri, in maniera insolitamente signorile. Feci un forte sospiro, riflettendo velocemente su una strategia da adottare.
    «Bene, allora.» presi una delle carte che avevo tra le mani, per poggiarla sull'unica zona del disco in grado di mostrarne gli ologrammi. «Incomincio attivando una carta magia: Presa Distruttiva!» ed ecco che, sul campo di gioco, comparve l'immagine di una carta con le solite spiegazioni dei suoi usi e una raffigurazione che, appunto, rappresentasse il suo nome. «Dalla mia mano scarto uno dei miei mostri, Re dei Draghi - Kubaipho l'Artiglio Lacerante, per pescare due carte dal mio deck. E non è tutto, perché così facendo posso liberamente decidere se mandare o meno un altro mio drago dal deck stesso al cimitero! Ovviamente lo farò, e il mostro che scelgo è Re dei Draghi - Khanonga la Mandibola Distruttiva!»
    Potetti accorgermi del fatto che Yuri stava assistendo con attenzione ai miei atti, anche se ero perlopiù concentrata a estrarre l'ultima carta nominata dal mazzo per infilarla nella zona del cimitero. Il ragazzo spostò la vista sui propri mostri pianta. Frattanto, gli sfidanti attendevano con pazienza la fine della mia mossa, studiando allo stesso tempo le abilità di noi contendenti tentando di elaborare pian piano una buona contromossa.
    «Proseguo Evocando Normalmente il mio carissimo Re dei Draghi - Alzhad l'Oscurità Tagliente!» RE DEI DRAGHI - ALZHAD L'OSCURITÀ TAGLIENTE Lv.✪✪✪✪ ATK/1700. «Avendolo chiamato, con il suo effetto mi è concesso aggiungere dal mazzo un mostro Re dei Draghi. La mia scelta è... Re dei Draghi - Almaq l'Abisso Infernale!»
    Estrassi un'altra carta e la misi insieme alle altre, dopo averla mostrata agli oppositori come da regola. Adocchiandola, ciononostante, mi arrestai: rammentavo ancora ciò che non avrei dovuto ricordare. O, almeno, tutt'ora. Capii, in seguito, che Yuri stava parlando con me. «Si può sapere che hai? Ogni volta che fai una mossa, ti ritrovo incantata per chissà quale motivo. Non che abbiamo tutto il giorno per starcene qui ad aspettare te che finisca il tuo turno, cara. Quindi, coraggio, gioca pensando solo e unicamente a quello. Mi stai ascoltando, non è vero?»
    Ci guardammo negli occhi per dei minuti. Una volta tornata alla realtà, smisi di fare contatto visivo con egli e tornai a dove mi ero fermata. «Uh, certo... Beh...» riuscii dapprima a dire. «Termino il mio turno.»
    «E adesso? Cosa diavolo combini?» stavolta il quattordicenne sembrava un tantino seccato. Gli diedi uno sguardo interrogatorio. «Non ti ho detto mica di finirla qui, e dando una sbirciata posso supporre che avresti potuto posizionare delle carte coperte e non l'hai fatto... A causa del tuo errore, la tua piccola e indifesa lucertolina potrebbe rischiare di lasciarci le penne, ormai.»
    A quella frase stavo per esplodere dalla rabbia come niente, ma prima che potessi urlargli in faccia, mi accorsi che non aveva tutti i torti: non avevo preparato alcuna difesa per il mio Alzhad, e poteva benissimo venir spazzato via con facilità. Quasi divenni una statua di pietra per via del mio stupido sbaglio. «C-cosaaa!! È vero! Ma dove ho la testa, dannazione...?»
    Mi diedi un paio di colpetti alla fronte stringendo i denti con estrema forza, e per quanto riguardava Yuri, preferì non aggiungere nulla. Il ragazzo dai capelli castani e mossi si apprestò a cominciare. «Oh, era ora. Pertanto, ecco finalmente la mia entrata in scena...»
    «...» la giovane aspettava di vedere lo stile di gioco del partner, sebbene non paresse semplice curiosità, la sua: magari voleva solamente studiare un buon modo per capire come comportarsi nel corso della sfida con egli, poiché i duelli a coppie prevedono, infatti, di dover collaborare col proprio compagno al fine di scalare la vetta della vittoria, come un normale match.
    Dopo aver preso la prima carta, la contemplò e contemporaneamente la giocò. «Inizio attivando una carta magia terreno: Isola del Re del Fuoco!»
    A quel punto il campo venne rimpiazzato dalla proiezione di, appunto, un'isola, e anche vulcanica: dava l'impressione di trovarsi in un posto simile, e sopratutto, la sfida avrebbe potuto farsi molto più interessante. «Quindi, proseguo con: Assalto dei Re del Fuoco. A condizione che sul terreno avversario ci siano dei mostri mentre da questo lato nessuno, mi è consentito evocare tramite evocazione speciale un mostro di attributo fuoco, che sia di tipo bestia alata, guerriero-bestia o semplicemente bestia, ma a fine turno verrà distrutto.»
    «Eh? Non capisco...» commentai, stordita dalle sue azioni. «Perché evocarne uno quando poi sa lascerà il campo?»
    «Non mi risulta aver già avuto modo di competere con questo deck, tuttavia posso dedurre che abbia in serbo per noi un qualcosa di non molto gradevole. Ma forse, se decidesti di chiudere un po' il becco, potremmo capirci meglio.»
    «Quello che parla sempre sei tu, quindi chiudi tu il becco!» esclamai furiosa. Yuri mi diede un'occhiata particolarmente irritata, ma lo ignorai e sbuffai in fastidio.
    Gli avversari, dall'espressione appena assunta, sembravano confusi, ma non per questo avevano smesso di concentrarsi. «Bene... Evoco specialmente il possente... Re del Fuoco Alto Avatar Garunix!» RE DEL FUOCO ALTO AVATAR GARUNIX Lv.✪✪✪✪✪✪✪✪ ATK/2700. Una feroce belva alata dai vari colori in riferimento alle fiamme si mostrò nella sua maestosità: era notevolmente enorme, e dall'aspetto si supponeva fosse una creatura molto forte. Fui stupita dalla sua imponenza.
    «Wow, un bel bestione...» borbottai esultata. Yuri, sebbene finora fosse in silenzio, era divertito nell'assistere a mosse tanto abili, ovviamente escludendo le mie.
    «Hmm... Bene, cosa farai adesso?» aveva domandato, dopodiché.
    «Dopo questo, voglio sfruttare uno degli effetti di Isola del Re del Fuoco. Distruggo un mostro dalla mia mano per aggiungerne uno diverso, pertanto saluto Re del Fuoco Avatar Kirin e dal mazzo arriva a me Re del Fuoco Avatar Yaksha. Inoltre, quando Kirin viene distrutto da un effetto, mi permette di mandare una carta al Cimitero, e questa sorte toccherà a Re del Fuoco Avatar Barong.» disse. «Posiziono una carta coperta e passo il testimone. Alto Avatar Garunix se ne va per via di Assalto dei Re del Fuoco, per ora. Tocca a te.» confermò, rivolgendosi a Yuri, che sorrise. Lo osservai, frattanto che stava pescando dal suo deck: dopo di lui, la seguente sarebbe stata la giovane dalle iridi nere e azzurre.
    «Pesco.» il ragazzo, tuttavia, fu interrotto dal repentino ritorno di Re del Fuoco Alto Avatar Garunix. «Uh?»
    «Oh, grande, e adesso che c'è?» misi le braccia conserte.
    «Si attiva il potere di Garunix.» dichiarò il suo proprietario. «Durante la Stanby Phase dopo che questo mostro è stato disintegrato dall'effetto di una carta, ritorna sul terreno e fa a brandelli tutti gli altri mostri!»
    «Di conseguenza...» analizzò la ragazza. «Il suo drago verrà subito fatto fuori.»
    «C-chee?!» fu allora che Alzhad l'Oscurità Tagliente fu devastato da un'incandescente fiammata che lo sbaragliò completamente. Difatti, non avevamo più un singolo alleato a difenderci, o almeno fino a quando Yuri non avrebbe continuato la sua giocata. Chiusi gli occhi in rassegnazione e mi volsi a lui. «Vedi di combinare un qualche cosa, o qui ce la vediamo brutta in partenza...»
    «Lo sai che finisco ogni volta col doverti tirare fuori dai guai, e in questo momento non sarò da meno. Infondo riesco sempre ad impugnare la vittoria...» feci un piccolo "tsk" in sua risposta. «Dalla mia mano evoco Predapianta Ofride Scorpione!» PREDAPIANTA OFRIDE SCORPIONE Lv.✪✪✪ ATK/1200
    «Non male, ma spero per lui che non voglia tenerlo lì di fronte a Garunix.» disse il quindicenne, nondimeno si poteva già dedurre la reale risposta.
    «Calma, Ofride ci rimarrà solo per poco tempo. Ma prima, voglio servirmi del suo effetto. Nel momento in cui gioco questa carta, posso mandarne una al cimitero per evocare specialmente un mostro Predapianta dal mio deck. Mando Predapianta Cordyceps e al fianco di Ofride Scorpione richiamo Predapianta Cobra Darling!» PREDAPIANTA DARLINGTONIA COBRA Lv.✪✪✪ ATK/1000. «Grazie a Darlingtonia Cobra, posso aggiungere alla mia mano una carta Polimerizzazione! Quindi, la attivo immediatamente così che possa fondere insieme questa coppia di predatori per dar vita ad una creatura dall'aspetto ancor più grazioso! Evocazione per Fusione!»
    Yuri avvicinò i palmi delle mani dopo la sua ultima esclamazione, strafando come al suo solito. E dal nulla apparve la pianta che, senza pietà, aveva steso il gruppo delle Forze Speciali al mio inseguimento. «Livello sette, Predapianta Chimerafflesia!» PREDAPIANTA CHIMERAFFLESIA Lv.✪✪✪✪✪✪✪ ATK/2500. «Posiziono due carte coperte e termino il mio turno.» la ragazza si apprestò, allora, ad aprire i battenti.
    «Pesco.» non sapevo come mai, ma quell'azione mi lasciò uno strano segno. «Imposto la scala Pendulum coi miei Fiore Arcano - Danzatrice di Loto di scala due e Fiore Arcano - Ahtari la Pianta Rigogliosa di scala sette...»
    Dal nulla comparvero delle scie azzurre al lato destro e sinistro della parte dove erano schierati i nostri oppositori: all'interno di queste scie, inoltre, potevamo accorgerci della presenza di un duo di mostri pianta dalle apparenze piuttosto regali. Un curioso varco si aprì nel cielo sulle nostre teste: contemplandolo, mi accorsi che non mi fosse nuovo...
    «Con questa, posso evocare mostri dal livello tre al livello sei. Evocazione Pendulum!» dall'apertura comparvero altre strisce colorate di un tonalità scura. «Perciò fanno la loro comparsa... Fiore Arcano - Atronach della Foresta d'Ombre, Fiore Arcano - Infiorescenza del Peccato, e per finire, Fiore Arcano - Crescita Malvagia.» FIORE ARCANO - ATRONACH DELLA FORESTA D'OMBRE Lv.✪✪✪ ATK/1300, FIORE ARCANO - INFIORESCENZA DEL PECCATO Lv.✪✪✪ ATK/1200, FIORE ARCANO - CRESCITA MALVAGIA Lv.✪✪✪✪✪✪ ATK/2600
    «Qualcun altro che possiede delle piante... Questo incontro si sta certamente rivelando molto interessante.» ghignò Yuri. Intanto, mi ero di nuovo paralizzata: o meglio, ero dubbiosa. Questa Evocazione Pendulum... «Terra chiama Rosa.»
    Feci un lieve balzo dalla sorpresa, e mi voltai per vederlo. «Cosa c'è...?»
    «Questa domanda dovrei farla io a te, non il contrario. Al tuo mondo ci andrai dopo con calma.» non ribattei, siccome aveva ragione: nel corso della sfida non avevo fatto altro che distrarmi in continuazione. «Per l'ultima volta, posso sapere cos'hai?» c'era calma nella sua voce.
    «Beh... io...» sibilai. «Ultimamente, è come se nella mia testa rimbombassero una marea di cose, come... questa Evocazione Pendulum... Perché? Perché comincio a credere che tra me ci sia un qualche legame con questa...?» toccai la fronte, la vista era appannata, e avevo un pizzico d'affanno.
    «...» Yuri doveva anch'egli essere in dubbio. Oppure, non sapeva che dire. «Pendulum, uh...»
    «Si attiva l'effetto di Atronach, che sottrae cinquecento punti da tutti i mostri avversari pari al numero di Fiore Arcano sul terreno.» PREDAPIANTA CHIMERAFFLESIA Lv.✪✪✪✪✪✪✪ ATK/2500 (→ 1000). «Crescita Malvagia, Infiorescenza del Peccato e Atronach passano all'attacco...»
    «Si attiva l'effetto di Predapianta Chimerafflesia!» contrattaccò Yuri, ritornato al duello, a differenza mia. «I suoi punti di attacco aumentano di mille, e il mostro attaccante ne perde altrettanti!» PREDAPIANTA CHIMERAFFLESIA Lv.✪✪✪✪✪✪✪ ATK/1000 (→ 2000), FIORE ARCANO - CRESCITA MALVAGIA Lv.✪✪✪✪✪✪ ATK/2600 (→ 1600)
    «Non basterà.»
    «Hmm?» le due aggraziate creature continuarono farsi strada alla volta di Chimerafflesia.
    «Sfrutto l'effetto Pendulum di Fiore Arcano - Ahtari la Pianta Rigogliosa, che indebolisce ulteriormente il tuo mostro.» PREDAPIANTA CHIMERAFFLESIA Lv.✪✪✪✪✪✪✪ ATK/2000 (→ 1400)
    «Ottimo.» osservò il compagno.
    La chimera di Yuri fu spazzata via da un fulmineo colpo di spine, per poi imbatterci in un attacco diretto.
    «Attivo l'effetto di Predapianta Sarraceniaformica: se esposto a un attacco diretto, posso evocare specialmente questa carta!» PREDAPIANTA SARRACENIAFORMICA Lv.✪ DEF/600
    Un minuscolo insetto, che ai miei occhi ricordava molto un ragno, si presentò sotto forma di ologramma, in nostra difesa all'attacco successivo e anche l'ultimo. «A-aspetta, un... r-ragno...?» corsi alle spalle di Yuri urlando con tutta l'aria che avevo nei polmoni, praticamente impossibile che nessuno dei passanti se ne fosse accorto. Per il ragazzo sembrava troppo tardi per coprirsi le orecchie, ma riuscì, invece, a farlo, evitando di ritrovarsi coi timpani spaccati. Persino Infiorescenza del Peccato aveva difficoltà ad avvicinarsi per toccare Sarraceniaformica, gli sfidanti per loro fortuna erano molto distanti e si salvarono per un pelo, nonostante l'eccessiva intensità dell'urlo fece per farsi ugualmente sentire.
    Dopo un breve periodo di tempo, dovetti smettere per la necessità di ossigeno di cui avevo bisogno. Yuri tirò un breve sospiro di sollievo, ed io feci dei passi all'indietro, respirando faticosamente. Vidi di nuovo la sua Predapianta, terrorizzata neanche fosse la fine del mondo: ero sul punto di tornare a strepitare, ma presto il piccolo insetto ci lasciò perché annientato, impedendo il mio prossimo imminente grido. (ROSA e YURI LP 3800; VEVE e FRANCESCO LP 4000)
    «...» Yuri mise gli arti al loro posto, e trovato il mio polso, mi tirò in avanti al suo fianco con una seria espressione, volendo far finta di nulla. «Attivo l'effetto secondario di Sarraceniaformica... Se distrutta, posso prendere una carta Predapianta dal deck.»
    Mi lasciò, dunque, per prenderla, rivelandola agli sfidanti; Predapotatura. La ragazza, dopo il trambusto causato da me, potette finalmente tornare al match.
    «Termino con una carta coperta.»
    Toccava a me. Finora i contendenti si erano rivelati dei duellanti provetti, e questa Evocazione Pendulum mi aveva quasi lasciata di stucco. Gettai lo sguardo sulle mie carte: riflettendoci, non avevano lo stesso aspetto di alcune comuni, anzi: un colorito verde insieme ad uno marroncino, un paio di simboli rossi e blu incisi sopra e dei riquadri, in cui uno, leggendolo, c'era scritto di un effetto Pendulum. Quello che aveva utilizzato la giovane per abbattere la chimera di Yuri. Possibile che...?
    «Certo...» sussultai. Yuri udì e scrutò quello che stavo fissando con tanta attenzione, ma anche stupore. Un lieve sorriso sfiorò le mie labbra. «Io domino l'Evocazione Pendulum, dopo la Evocazione Xyz... Soltanto, perché me ne rendo conto soltanto adesso?»
    Incrociai la gelida vista di Yuri, continuando a pensare. «Non importa... Userò tutte le mie doti da duellante per riuscire a sopraffare gli avversari. O almeno, ci proverò.»

    Edited by ~Rubber Uzumaki - 13/10/2017, 23:40
     
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    Capitolo #004 - Evocazione Pendulum!


    xsb9PEC



    Yuri aggrottò un po' la fronte, probabilmente confuso dal mio atteggiamento. Quando lo notai, distolsi lo sguardo e piuttosto mi apprestai a duellare, finché, però, non cominciò a parlare. «Ne ho viste di ragazze strane, e a quanto vedo tu non fai eccezione... Anzi, forse un pizzico di più.»
    «Cosa vuoi dire?» lui sorrise beffardamente, e ridacchiando, poggiò delle dita sulla fronte.
    «Oh, ma come? Dovresti averlo dedotto.» sghignazzò. «Tuttavia, voglio proprio vedere come te la cavi in un duello... Mostrami cosa sei davvero in grado di fare.» mormorò, con una folle espressione sul suo viso.
    Questo ragazzo era anch'egli un tipo strambo, dovevo dire. A volte sembrava calmo, protettivo, altre sadico, freddo... Non riuscivo mai a spiegarmi del suo comportamento. Magari era solo una mia impressione, e che invece non gli importava chissà quanto degli altri.
    Comunque, allungai una mano verso il mio deck. Notai che la forza del Fiore Arcano era tornata alla normalità. FIORE ARCANO - CRESCITA MALVAGIA Lv.✪✪✪✪✪✪ ATK/1600 (→ 2600). «Come vuoi, allora... Pesco!» presi la carta e la osservai, per accertarmi di cosa si trattasse. Ero certa del fatto che quella mi avrebbe aiutata a trovare la strada giusta per il trionfo.
    «...» Yuri sembrava volesse che gli mostrassi molto ma molto di più di una semplice mossa come quella che avevo fatto in precedenza: cosa pretendeva da me? Era seriamente convinto che io non fossi del tutto negata in duel monsters, oppure voleva verificare come ero messa?
    Chiusi gli occhi e feci un forte sospiro al fine di ottenere la sicurezza di non sbagliare, focalizzando la mia attenzione solo sulla sfida. Quella vera non aveva ancora avuto inizio, per il momento.
    «Adesso, imposto la scala Pendulum coi miei Re dei Draghi - Zajcua la Tempesta Imponente di scala due e Re dei Draghi - Schecko il Cucciolo di Re di scala otto!» un secondo varco si aprì nel cielo, tracciando vari disegni sull'aria, e le due creature si fecero spazio in scie celesti. «Grazie ad essa, posso evocare molteplici mostri dal livello tre al livello sette!»
    In quell'istante, mi rigirai per vedere la reazione del mio compagno: stava ammirando l'adito sulle nostre teste, anche se non dava segni di completa soddisfazione. Il suo sorriso era scomparso. Di sicuro stava riflettendo su qualcosa, mentre le sue iridi rosee rispecchiavano alla visione della luce splendente.
    Non erano affari miei, però. Dovevo concentrarmi una volta per tutte, altrimenti gli avversari si sarebbero annoiati, e questo soltanto per colpa mia. Un duello, infondo, è pur sempre una sorta di divertimento.
    «Evocazione Pendulum!» sollevai un braccio verso l'alto. «Fatevi avanti, miei servitori: Re dei Draghi - Almaq l'Abisso Infernale, Re dei Draghi - Kubaipho l'Artiglio Lacerante, e Re dei Draghi - Maeffek la Devastazione Oscura!» RE DEI DRAGHI - ALMAQ L'ABISSO INFERNALE Lv.✪✪✪ ATK/1000 (→ 0), RE DEI DRAGHI - KUBAIPHO L'ARTIGLIO LACERANTE Lv. ✪✪✪✪✪ ATK/2100 (→ 600), RE DEI DRAGHI - MAEFFEK LA DEVASTAZIONE OSCURA Lv.✪✪✪✪ ATK/1000 (→ 500). «E adesso come prossima mossa, con il suo effetto Almaq porterà tutti i livelli dei suoi alleati a quattro!» RE DEI DRAGHI - ALMAQ L'ABISSO INFERNALE Lv.✪✪✪ (→ ✪✪✪✪) ATK/300, RE DEI DRAGHI - KUBAIPHO L'ARTIGLIO LACERANTE Lv.✪✪✪✪✪ (→ ✪✪✪✪) ATK/600
    «Mostri dello stesso livello?» si porse il ragazzo dai capelli corti.
    Morsi il labbro, cercando di mantenere la calma: sentivo ancora dell'agitazione in me, dopo la mia ultima mossa, e per via di ciò ci si mise pure la paura di fare qualche cosa di errato nell'arco del duello. «Arrivati a questo punto, sovrappongo Almaq e Kubaipho per costruire la rete di sovrapposizioni! Evocazione Xyz!» stavolta sulla terra si formò un grosso buco nero, dove venne risucchiata la coppia di draghi.
    L'attenzione di Yuri si rivolse al basso. Il suo sguardo era diventato insolito. Frattanto, dal terreno fuoriuscì la figura annerita di una creatura doppiamente più grande rispetto ai due mostri: lentamente la nube che la copriva fu dissolta dalla potenza di un vento generato da delle possenti ali, rivelando un imponente drago dal corpo nero con accenti rossi come il sangue, dalla testa alla punta della coda. «Rango quattro, Re dei Draghi - Khoyama il Drago Oscuro!» RE DEI DRAGHI - KHOYAMA IL DRAGO OSCURO R.✪✪✪✪ ATK/2300. «Attivo l'effetto di Khoyama! Staccando un materiale Xyz per la sua evocazione, posso far calare i punti di attacco di Alto Avatar Garunix di cinquecento!» RE DEL FUOCO ALTO AVATAR GARUNIX Lv.✪✪✪✪✪✪✪✪ ATK/2700 (→ 2200)
    Nonostante avessi indebolito il Re del Fuoco, avevo deciso di prendere di mira i Fiore Arcano. La loro posseditrice, tuttavia, non voleva affatto starsene in disparte.
    «Con l'effetto di Atronach, il tuo Xyz perde punti.» RE DEI DRAGHI - KHOYAMA IL DRAGO OSCURO R.✪✪✪✪ ATK/2300 (→ 800)
    «Attivo l'effetto di Maeffek la Devastazione Oscura! Con esso, il mio drago guadagna attacco!» RE DEI DRAGHI - KHOYAMA IL DRAGO OSCURO R.✪✪✪✪ ATK/800 (→ 1300). Quindi, questo si lanciò all'assalto. «Khoyama, sferra un attacco, e non avere la minima pietà!»
    «Con Ahtari la Pianta Rigogliosa, Khoyama viene privato di dell'attacco.» RE DEI DRAGHI - KHOYAMA IL DRAGO OSCURO R.✪✪✪✪ ATK/1300. (→ 600)
    Il mio drago era troppo debole. Non potevo abbattere nemmeno un singolo contendente, e non mi era concesso spingermi oltre.
    «Accidenti...» sospirai. «Termino il mio turno con una carta coperta... I poteri di Maeffek svaniscono.» RE DEI DRAGHI - KHOYAMA IL DRAGO OSCURO R.✪✪✪✪ ATK/600 (→ 800)
    «Pesco.» disse il quindicenne, pacatamente. «Attivo: Giara della Dualità. Con questa carta, posso controllare le prime carte del mio deck, aggiungerne una alla mia mano e rimescolare il resto.» dunque, la sua scelta andò per Cerchio dei Re del Fuoco. Doveva avere in mente un qualche cosa.
    «...» avendo passato il testimone, fui afflitta da un pensiero. Non ero indubbio di aver fatto tanto nel corso della mia giocata. O almeno era come credevo io.
    «Utilizzo Cerchio dei Re del Fuoco, in questo modo distruggo Garunix per evocare dal cimitero Re del Fuoco Avatar Yaksha.» RE DEL FUOCO AVATAR YAKSHA Lv.✪✪✪✪ ATK/1800. «Yaksha, ora, attacca Kubaipho l'Artiglio Lacerante.»
    Il re si lanciò alla carica, dando al mio Kubaipho una forte batosta, tale buttarlo giù con facilità, portando via anche dei preziosi Life Points. (ROSA e YURI LP 2600; VEVE e FRANCESCO LP 4000)
    «Come ultima mossa, svelo la trappola: Alta Marea sull'Isola di Fuoco. Così facendo, posso sbarazzarmi di Zajcua la Tempesta Imponente, che è nella tua Scala Pendulum.»
    «Uh...?» dando un'occhiata, potetti vedere il mio Zajcua disintegrarsi man mano, finendo col sparire assieme alla scia che lo circondava. Schecko, tutt'ora, era l'unico mio drago dalla parte del pendolo.
    La scala era andata per metà a pezzi. L'Evocazione Pendulum poteva essere indispensabile e ricrearne la scala da zero era una parola: ma avevo scelta, a questo punto?
    «A questo punto ti passo la mano.» concluse lo sfidante, rivolgendosi di nuovo a Yuri.
    Con discrezione mi voltai in direzione di quest'ultimo: pensavo a cosa aveva da dire a proposito della mia performance. Ero convinta che avrebbe reagito male o che fosse ugualmente rimasto deluso, dopotutto non mi era mai parso un tipo convincente.
    Sospirò. «Bene, bene...» il suo sorriso non aveva fatto ritorno sul suo volto, ancorché la sua voce fosse calma. «Devo ammetterlo, sei brava...»
    «Eh?» mi chiesi. Si era complimentato? Yuri? Con me?
    «... ma devi fare ancora tanta strada, se vuoi sfidarmi a duello.»
    Appunto: la questione mi puzzava sin dall'inizio. «Umph, non avevo mica bisogno della tua opinione, signor 'So Tutto Io'.» misi, allora, le braccia conserte.
    Il ragazzo sorrise, questa volta. «Invece di perderti in chiacchiere, 'sta a guardare come si disputa una reale sfida. Poi, ne riparleremo.» la sua frase fu accompagnata da una risata sotto i baffi. Si leccò, in seguito, le labbra, come se il predatore si stesse preparando per accanirsi sulla preda. In casi come questi, mi domandavo con chi avessi realmente a che fare. «Pesco!»
    «Sa proprio come farsi odiare...» dissi tra me e me, distaccando la vista dalla scena, non volendo assistere al suo turno. «Non m'importa un fico secco se vuole che lo veda!»
    «Si attiva il potere di Garunix, che incenerisce tutti gli altri mostri schierati sul terreno, compreso Avatar Yaksha, ridando spazio a sé stesso.» RE DEL FUOCO ALTO AVATAR GARUNIX Lv.✪✪✪✪✪✪✪✪ ATK/2700
    La luminosità e il calore del fuoco avevano attirato la mia attenzione, quasi come se fosse vero. Rimasi scioccata: avevo scordato di quell'effetto. Yuri non era preoccupato, eppure. «Attivo: Ali Supreme del Re dei Draghi!» contrattaccai. «Questa carta protegge Khoyama dalla distruzione!»
    I due Re dei Draghi furono fatti a brandelli da delle ardenti fiamme generate dalla bestia alata. Persino Atronach ed Infiorescenza del Peccato, ma non Crescita Malvagia.
    «Il mio Fiore Arcano non può essere scelto come bersaglio dagli effetti, e resta sul terreno.»
    Fu un gioco di squadra, quello, ciononostante non al cento per cento. Yuri, ordunque, poté ritornare a lui.
    «Hmm... Attivo una magia: Esplosione Predatrice!» iniziò Yuri, servendosi della carta che aveva messo coperta nel suo ultimo turno. «Con questa, tutti i mostri controllati dai miei avversari vengono colpiti da un Segnalino Predatore!» delle minuscole creaturine dalle sembianze di Predapiante in miniatura strinsero in una morsa una parte del corpo dei duel monsters.
    «Bla bla bla...» probabilmente Yuri si era accorto che non lo stavo osservando, ma non se ne fece un benché minimo problema e continuò a fare la sua mossa.
    «Poi attivo Predapotatura, così riporto in gioco Predapianta Chimerafflesia!» PREDAPIANTA CHIMERAFFLESIA Lv.✪✪✪✪✪✪✪ ATK/2500. «E mi servo del suo effetto perché possa bandire Fiore Arcano - Crescita Malvagia!»
    Non c'erano attualmente creature da sacrificare per annullare il potere di Chimerafflesia. Peraltro, la giovane aveva un altro asso nella manica.
    «Attivo: Dalia Incantatrice.» la dalia si scoprì in soccorso a Crescita Malvagia. «Essa nega al tuo mostro di distruggere il mio, e ti infligge trecento punti di danno.»
    Era come se Yuri se lo aspettasse, vista la sua faccia compiaciuta. «Come immaginavo.»
    «...» l'oppositrice fu perplessa dal suo commento.
    «Bandire è diverso da distruggere. Pertanto, non servirà.» la dalia fu disintegrata, tralasciando luccichii luminosi che accompagnarono la sparizione di Crescita Malvagia.
    «Quindi, posso proseguire. Dato che anche Re del Fuoco Alto Avatar Garunix è colpito da un Segnalino Predatore, posso sacrificarlo per evocare Predapianta Drosopphyllum Idra!» PREDAPIANTA DROSOPHYLLUM IDRA Lv.✪✪✪✪✪ ATK/800
    «Mh?» sussurrò lo sfidante, sorpreso.
    Yuri adocchiò i duellanti, pronto a ordinare alle sua coppia di Predapiante di attaccare senza la minima pietà. «E adesso... il passo finale.»
    Il drosofillo, giuntomi nuovo, mi fece spostare gli occhi su di esso dalla vaga curiosità. E involontariamente, le mie iridi si erano gettate pure sul duello. Mi resi conto che Yuri stava avendo la meglio: per un secondo fui incantata a fissare il vuoto, ma tornai alla realtà e corrucciai le sopracciglia. «Pfui...»
    «Battle Phase! Re dei Draghi - Khoyama il Drago Oscuro, Predapianta Drosphyllum Idra, e Predapianta Chimerafflesia attaccano direttamente!» gridò Yuri. Il mio Xyz fu il primo a venire all'offensiva, togliendo abbastanza Life Points oppositori. Yuri fu parecchio divertito dal combattimento che finora si stava svolgendo, e non si smentì per niente, perché il prossimo era Drosophyllum Idra. Infine, fu la volta del temibile mostro fusione, il quale, con un doppio colpo di liane, azzerò i Life Points dei ragazzi. (ROSA e YURI LP 2600; VEVE e FRANCESCO LP 0)

    Edited by ~Rubber Uzumaki - 13/10/2017, 23:40
     
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    Capitolo #005 - Nel cuore della notte


    oLfT9Un



    Spalancai gli occhi, leggendo i Life Points tramite il mio duel disk: Yuri aveva azzerato tutti i punti avversari in un turno.
    Gli ologrammi svanirono, in seguito alla disattivazione dei dischi. Anche i due ragazzi erano sbalorditi. Il giovane dai capelli bicolori se ne stava a testa bassa, senza mostrare un sorriso o un'espressione che manifestasse il suo stato d'animo. Finii col trascurarlo. Piuttosto, mi avvicinai ai contendenti; Yuri mi seguì, insolitamente silenzioso.
    Gli oppositori, malgrado la sconfitta subita, sembravano soddisfatti dal duello. Mi fermai, e presto fui affiancata da Yuri; porsi loro una mano, con un viso allegro come nulla fosse successo. Potevo dedurre che erano confusi, ma alla fine la afferrarono in una stretta amichevole. Per quanto riguardava Yuri, invece, non prestava attenzione.
    «Una bella sfida, davvero!» il mio tono fu raggiante, rispetto a quello che uso spesso con Yuri. «A proposito, il mio nome è Rosa. E questo qui è... Yuri...»
    Nessuna replica da egli, completamente assente. Date le circostanze, decisi di smetterla di considerarlo.
    «Piacere.» cominciò il ragazzo con la capigliatura castana. «Francesco. Franscesco Hasegawa, precisamente.»
    «Il mio nome è Veve, Midori di cognome.» si presentò, dopodiché, la ragazza. La mia prima impressione fu subito positiva: mi erano parsi simpatici, per averli appena conosciuti. Avevano un qualcosa di particolare: forse il loro modo di duellare? O semplicemente la loro bravura? Chissà, magari non aveva nemmeno a che fare con il duel monsters.
    «Devo ammetterlo, non ho mai provato una tale sconfitta in prima persona.» affermò Franscesco. «Eppure non mi sono divertito così dalle prime volte in cui ho iniziato a cimentarmi nel gioco. Che altro dire... Dei duellanti in gamba. Spero che in futuro potremmo affrontarci di nuovo.»
    Ridacchiai, come se il merito della vittoria fosse stato mio. Veve abbassò leggermente lo sguardo.
    «Strani tipi, anche...» sussurrò. Poi, fece per avviarsi da qualche parte. «Non è stato male combattere con duellanti del vostro calibro. Oltretutto, ho imparato una cosa, e cioè che il lavoro di squadra è indispensabile.» tuttavia, guardandoci un'ultima volta, specialmente me e Yuri, si arrestò.
    Il suo atteggiamento mi stordì. «Qualcosa non va...?»
    Veve ci affrontò faccia a faccia. «Voi...» scosse il capo. «No. Probabilmente mi starò sbagliando. Lasciate perdere.»
    Lanciai una rapida, fredda occhiata a Yuri, il quale fece lo stesso. Il suo sorriso gelido fece la sua comparsa, e il suo volto si oscurò. «Bene bene...» mormorò con una voce inquietante. «Ci dispiace non poterci trattenere ancora, ma adesso dovremmo proprio scappare. Non è vero?»
    «C-cosa?» Yuri mi si fece vicino ulteriormente, ghermendo il mio braccio e trascinandomi via insieme a lui. Fui colta alla sprovvista, pertanto fui costretta a salutarli velocemente. Dalle loro facce si capiva che erano più perplessi di quanto non lo fossero di già.
    «Um... Beh...» Francesco preferì far finta di niente. «Avrei da sbrigare un sacco di faccende. Devo darmi una mossa, altrimenti farò tardi a ritornare. A presto, allora.»
    Tornò sui suoi passi, dopo aver porto i suoi saluti a Veve. Quest'ultima si soffermò su un pensiero: ma proseguì per la sua strada, portandosi dietro questa singolare esperienza ... e nuovi amici?
    [...]
    Fissavo storto Yuri durante il tragitto, lui però non faceva altro che ignorarmi. Mi aveva lasciata andare: ero talmente infuriata che non ci feci tanto caso. Le gambe stavano al suo passo contro la mia volontà; nessuno aprì bocca, finché non lo feci io.
    «Insomma!» strepitai. Totalmente indifferente. «C'era bisogno di comportarsi in quel modo? Non sembra gente cattiva, dopotutto!»
    Mi diede una guardata infastidita, stavolta, sospirando. «Per tua informazione, se non ci sbrighiamo a tornare, anziché stare lì a perdere tempo in inutili conversazioni, ne vedremo poi le conseguenze.»
    Corrucciai le sopracciglia. «Inutili conversazioni?»
    «Esattamente, proprio come la tua rabbia.» rintuzzò, severo per giunta.
    Arrivammo sul luogo. Finora stetti buona e taciturna, nascondendo i denti pericolosamente stretti, entrando senza alcuna protesta. Per Yuri fu molto strano: a ciascuno dei suoi commenti ribadivo sempre in maniera sgradevole. Chiuse la porta alle sue spalle, insospettito dal fatto che non avevo mosso un dito per reagire.
    Quando udii i suoi passi ormai vicini, mi girai di scatto facendo un balzo all'indietro coi pugni rivolti in avanti, pronta per la rissa. «Uh?»
    «Fatti sotto, se ne hai il coraggio! Su! Andiamo! Sono pronta! Che aspetti?!» strillai, carica e su tutte le furie.
    «Ah, sì?» domandò. «Quindi deduco che la causa di tutti quei soldati che ho trovato sparsi in giro sei tu. Intrigante...»
    Il suo ghigno malizioso penetrava nei miei occhi, compiaciuto nel rivedermi arrabbiata. Il suo fastidioso atteggiamento non mi andava giù, sopratutto negli ultimi giorni.
    «Immagino dovrò stare attento con te, d'ora in poi.»
    «Non mi piace, cosa ti stai mettendo in testa?» Yuri ridacchiò al mio quesito.
    «Niente, cara, niente.» a quel punto prese il suo mento, assumendo un'aria vaga. «Però chissà, è possibile che debba rimanere in questo posto per molto tempo... ed io continuerei a scoprire cose interessanti su di te.»
    Quella frase mi scosse. Si era capito che in me aveva trovato qualche cosa di diverso da tutti, e non esitava a ripeterlo. Ciò che non mi convinceva era il suo contegno: infondo era solamente uno sconosciuto per me, e viceversa, che poteva importargli?
    «Basta, non ne posso più di ascoltare le tue stupide osservazioni! Vuoi soltanto raggirarmi, MA IO NON CI CASCO!!»
    Accecata dall'ira, sferrai un destro contro Yuri con tutta l'energia che avevo in corpo: il colpo fu prontamente bloccato a causa di un'agile morsa del polso. Spingevo il pugno lontano, invano. «Grrrr...»
    Yuri non poté fare a meno di farsi sfuggire una risatina maligna. «Hmm, eri sul punto di darmi un pugno, ma vedo che il tuo tentativo è stato inutile.» disse, prendendosi gioco di me: questo incrementò la mia furia, tale che il mio viso era diventato rosso come un pomodoro. Perciò risposi con un sinistro, pure quello immobilizzato. «Non mi sarei mai aspettato di arrivare a tanto, ma non mi lasci altra scelta.» mi sbatté al muro non facendosene un grosso problema, sebbene ci fosse andato leggero: perché?
    «L-levami le mani di dosso!» urlai in preda alla rabbia assoluta. Stavo per divincolarmi, e invece Yuri riuscì a impedirmelo.
    «Hehe... Sapevo non eri come le mie precedenti prede. Erano soltanto dei buoni a nulla, mentre tu... tu hai qualcosa che nessuno di loro aveva. Forse tutto questo coraggio... Ma diciamocelo. Non puoi negare che del timore per me ne hai eccome.»
    Cercavo in disperati tentativi di allontanarlo, con scarsi risultati, poiché la sua presa era forte. «T-ti ho già detto che non mi fai paura! Si può sapere perché insisti con questa storia?!» curiosamente, la stretta di Yuri s'indebolì. «Oltretutto, se davvero mi intimoriresti, ti starei il più lontano possibile, ti pare? Avrei ancora arrischiato a darti una lezione?»
    «...»
    Yuri mi svincolò, non aggiungendo una parola. Feci un passo innanzi, dato che avevo la schiena attaccata alla parete, la quale si stava sgretolando man mano. «Tch.»
    Lo spazio intorno a noi fu tranquillo. Trascorsi dei minuti, il silenzio fu troncato dal rumore provocato dagli stivali di Yuri. «Una ragazza strana... e insolente. Ecco cosa sei.»
    «Insolente?» incrociai le braccia. «Pff. Senti chi parla.»
    Il ragazzo ansimò. «Non ho più voglia di discutere, per cui taci e lasciami fare quello che devo fare... ragazzina.»
    L'unica cosa che feci fu una smorfia a sua insaputa. E non ne comprendevo il motivo, ma percepivo una sensazione quasi indescrivibile: potevo aver toccato un argomento delicato, o roba del genere. La questione, a conti fatti, non era affar mio.
    Le mie orecchie udirono il risuono dei tasti del pc, distogliendomi dalle mie riflessioni. Yuri era concentrato a capire come funzionava l'apparecchio tecnologico, anche se non ci avrebbe impiegato tanto. Continuava a far scorrere le dita sullo schermo inferiore, prestando contemporaneamente attenzione a quello superiore, da cui spuntavano caratteri incomprensibili.
    «Cosa stai facendo?» mi posizionai al suo fianco. Concentrato fin troppo sul da fare.
    «Chiudi quella bocca. Sono sicuro che non sto sbagliando.» ringhiai, ma fui ignorata di nuovo. Sbuffai e mi misi da parte: mi veniva il mal di testa solo a contemplare quelle scritte.
    Passò non poco tempo. Yuri non si era staccato neppure un secondo dal congegno. Stavo per crollare dalla stanchezza, quando il computer si spense, interrompendo le azioni di Yuri ed evitando che gli finissi addosso. «C-che succede?»
    Una minuscola luce attirò la nostra attenzione su uno dei cavi malridotti: da esso fuoriuscivano delle scintille. Dipoi, pure sul mio duel disk comparvero scariche elettriche. «Whoa!»
    «Toglilo.» ordinò Yuri.
    «Uh? Cos-»
    «Ti ho detto di toglierlo.» l'intonazione del quattordicenne fu agghiacciante. Mi accorsi che le scintille stavano per attaccare l'avambraccio, per cui sfilai il disco immediatamente facendolo cadere a terra. Il duel disk di Yuri ebbe la stessa sorte, tuttavia scomparvero subito assieme a quelle sul mio.
    Yuri fissò dubbioso gli oggetti, frattanto io raccoglievo il mio disco e lo rindossai, controllando che le mie carte fossero intere. «Va tutto bene?» sussurrai. Il giovane intuì non mi stessi rivolgendo a esso, anzi: fu incuriosito, nondimeno non era l'occasione adatta per certi argomenti.
    Trassi un sospiro di sollievo, rimettendo il deck al suo posto. «Pretendo delle spiegazioni! Cosa diavolo hai combinato??»
    «Non sono stato io.» ribatté Yuri. «Probabilmente ci avranno scoperti...»
    La stanza, da allora, fu nuovamente quieta. «Eh?» chiesi scioccata. Nessuna risposta, solo silenzio nell'aria. Era la fine? Colui che ci rintracciava da mesi ci teneva oramai in pugno?
    Yuri diede dei colpetti all'affare, indarno. Infine, si arrese., e filò veloce come un fulmine all'uscita. Ero esterrefatta. Lo seguii cosicché non potessi perderlo di vista. «Ehi, dove vai???»
    Aveva rimasto l'ingresso aperto, a differenza delle scorse volte. Non era il momento a cui badare a piccolezze simili. Rapida lo oltrepassai e raggiunsi Yuri: non c'era un singolo scagnozzo di Akaba, e conoscendoli, se avessero localizzato la nostra posizione, sarebbero arrivati qui in un battibaleno. «Non c'è una misera anima viva, ti starai sbagliando!»
    Yuri non mi diede retta. Doveva avere un pessimo presentimento. Non potevamo sapere cosa potesse succedere, e direi che mi Yuri stava spaventando a morte.
    Ci spostammo tra le tranquille strade della città: il cielo era buio e stellato, i cittadini staranno riposando come è giusto che sia. Yuri si ostinava a obbedirmi. La situazione doveva alquanto preoccuparlo.
    Improvvisamente, Yuri frenò, facendomi sobbalzare. «E adesso?»
    Fummo sorpresi dall'arrivo repentino di un gruppo di soldati delle Forze Speciali, che ci avevano accerchiati. Dei sorrisi beffardi comparvero sulle loro facce. La storia iniziò a puzzarmi...
    «Bene, bene...» borbottò uno di loro. «A quanto pare avete fatto la parte dei topi in trappola, haha!»
    «Gh...» fui presa dall'agitazione: erano numerosissimi. In che maniera saremmo usciti da tale situazione?
    «Certo che non perdete affatto la voglia di stare sempre tra i piedi, voi...» sibilò Yuri con un ghigno.
    Furtivamente, qualcuno afferrò il mio braccio e mi tirò a sé, facendomi strillare. «Molla, brutto animale!» lottai per liberarmi: altri uomini intervennero per aiutare il compagno, avendo la meglio.
    «Vi consiglio altamente di lasciare la ragazza. Ora.» avvertì minacciosamente il quattordicenne.
    «...!» non avevano intenzione di obbedirgli, e malgrado insistessi col combattere riuscivano a tenermi tra le loro grinfie.
    Yuri tirò fuori dal suo extra deck la carta della sua Predapianta Chimerafflesia: prima che potesse richiamarla, però, un soldato riuscì a paralizzarlo. Il ragazzo si voltò e fronteggiò colui che lo aveva fermato, cercando di scrollarselo di dosso.
    Mi puntarono in viso uno spray, e spruzzandomelo, mi forzarono a stringere le palpebre facendomi inalare una sostanza che mi diede un'indomabile sensazione di debolezza. Feci di tutto pur di non addormentarmi, uno sforzo inutile. «Ecco fatto, così non ci darà fastidio per un bel po'.»
    Yuri notò la mia figura dormiente. In quell'attimo, scansò finalmente il soldato. Il gruppo si apprestò a darsi alla fuga caricandomi come un sacco di patate: il giovane tentò di acciuffarne uno, e purtroppo una palla di fumogeno lo ostacolò. Yuri uscì dall'enorme cumulo di fumo, pressoché svanito: non c'era nessuno. Con una mossa da canaglie, erano riusciti a portarmi via con la forza.

    Edited by ~Rubber Uzumaki - 11/3/2017, 13:37
     
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    Capitolo #006 - Paura o no?


    WZNkMEM



    Yuri era arrabbiato. Perché non era riuscito ad ostacolare le azioni di quei soldati, come aveva sempre fatto? Ma sopratutto, stavolta non avevano cercato di acciuffarlo: infatti, avevano preso soltanto me e se l'erano data a gambe levate. Perché?
    Parole già avvertite cominciarono a rimbombare nella testa del ragazzo. «Ti ho già detto che non mi fai paura! Si può sapere perché insisti con questa storia?!» ci fu una pausa, il momento in cui Yuri aveva indebolito la presa dei polsi. «Oltretutto, se davvero mi intimoriresti, ti starei il più lontano possibile, ti pare? Avrei ancora arrischiato a darti una lezione?»
    Riconobbe quella voce. Ascoltarla era oramai divenuta una cosa quotidiana: giorno e notte quelle urla di rabbia da mocciosa infuriata perché non aveva avuto il suo lecca lecca gli stavano addosso. Qualcosa lo turbava. Sentiva in lui un forte senso di vuoto che non riusciva a colmare in alcun modo: gli mancava un qualche cosa, solamente una, ma molto importante.
    [...]
    Un bambino seduto su una panchina, solo e a testa bassa, lasciava penzolare le gambe all'aria con un mezzo sorriso sul suo volto. Tutti gli altri bambini che stavano giocando tra loro prima del suo arrivo erano scappati via terrorizzati. Nessuno lo invitava mai tra la loro compagnia, nessuno era lì per lui. O meglio, così fu almeno fino a quando qualcuno non entrò nella sua vita, rivoluzionandola completamente. Qualcuno che, per quanto gli fu strano ammetterlo, gli stava a cuore.
    In quello stesso attimo, il ragazzino udì un grido, dolce e ansimante, che chiamava il suo nome. E oltretutto, a egli familiare.
    Spostando il capo alla sua sinistra, i suoi occhi incrociarono la vista di una bambina sulla sua stessa età circa. Aveva fatto una lunga corsa per venirgli incontro, ed ora era affannatissima a recuperare fiato.
    Fu sorpreso: non si aspettava il suo arrivo, eppure nel profondo era contento di vederla. Salto giù dal suo posto, e le si avvicinò per aiutarla a riprendersi. «Ehi, stai...»
    Non poté finire di articolare l'ultima parola che la bambina lo colse alla sprovvista, stringendolo impulsiva in un caldo e forte abbraccio, la testa sulla spalla. L'espressione del giovanotto fu un misto fra stupore e perplessità. Percepì dell'umido su dove ella aveva poggiato il capo. Prese blandamente il volto tra le mani: singhiozzava in un mare di lacrime, le iridi mutate in rosso dal pianto e le guance erano arrossate, sebbene adorabili. «G-guarda!» il tocco ai lati del viso la lasciarono andare, permettendole di tirare fuori un piccolo fiore privo di gambo e di alcuni petali: gli unici rimasti erano ridotti a tenui pezzetti. «Si è spezzato!»
    Il bambino lo fissò con attenzione. «Tutto qui?»
    «Come "tutto qui!" Sei un insensibile!!!» gridò tra una lacrima e l'altra. Doveva essere davvero significativo per lei da arrivare a piagnucolare tanto: purtroppo, però, non c'era niente che potesse fare il suo amico, e adesso era offesa più che mai dal suo commento. Doveva escogitare un piano per farsi perdonare.
    Guardandosi intorno nell'immenso giardino verde e rigoglioso, il ragazzino fu attratto dalla visione di qualcosa che lo catturò all'istante. A quel punto, un'idea gli balenò nella mente. Perciò si allontanò dalla figura piangente della giovane per dirigersi verso dei fiori cresciuti su una minuscola parte di distesa d'erba simili a quello della fanciulla: danzava gli occhi qua e là alla ricerca di quella che secondo lui sarebbe stata la più graziosa, e in mezzo a quelle piante, ne avvistò una che lo attirò particolarmente. Una rosa petalosa e di un intenso colore rosso. Decise allora di raccoglierla, facendo attenzione a non pestare le altre, e con quella si ripresentò dalla bambina.
    L'acquedotto finalmente si fermò, e stupita lanciò una rapida occhiata ad entrambi i fiori: la somiglianza che c'era tra loro era incredibile. Ma la rosa appena raccolta... aveva qualcosa di ben diverso in sé.
    Il bambino afferrò il gambo tra l'indice e il pollice e lo staccò con non troppa forza. Il suo prossimo passo fu quello di farsi vicino alla fanciulla, che di scatto chiuse le palpebre. «E adesso che c'è? Paura?» chiese, interrompendo ciò che stava facendo; immaginava ugualmente la replica che avrebbe ricevuto, ma voleva che lei stessa lo affermasse.
    La bambina era confusa. «Paura?» domandò piano. «Al contrario, non mi spaventano affatto i conigli!» esclamò con tanto di presa in giro nei confronti della sua capigliatura: effettivamente le sue frange ricordavano molto le orecchie di questi animali.
    Il ragazzino fu un tantino irritato da quel paragone. Ma poi, si era reso conto di cosa gli aveva risposto: aveva sentito bene, non era intimorita dal suo lato spietato e violento. Neanche un po'? Probabilmente no. Stavano insieme praticamente tutto il tempo, e se avesse avuto timore per lui, si sarebbe sicuramente allontanata. Anche la sua estrinsecazione faceva credere che stesse dicendo la verità; conoscendola, inoltre, sapeva che era pessima in fatto di scaltrezza. Quindi... era tutto vero.
    Rimase colpito da quella frase. Dentro era felice come nel giorno in cui aveva trovato qualcuno che stesse al suo fianco sempre e comunque, che lo consolasse nel momento del bisogno, che lo volesse veramente bene.
    Il maschio tornò alla realtà, mettendo da parte questi pensieri. Mise la rosa tra i lisci e morbidi capelli della femmina, stando attento a non tirarli o a farle male. Infine, con sorrisetto compiaciuto, indietreggiò. «Ecco. Adesso spero soltanto di non doverti stare ancora ad ascoltare.» disse scherzosamente. La bambina gonfiò le guance, chiaramente infastidita. Poi, però, percepì il tocco della rosa sul capo. Riaprì gli occhi, avendo compreso quello che aveva fatto. E questo semplicemente per sbarazzarsi delle sue lagnanze?
    I loro sguardi si incontrarono, e attualmente regnava nell'aria un silenzio imbarazzante. Era la prima volta che il giovane fu soddisfatto nell'aiutare qualcuno. Dopotutto non era da lui essere altruista con chiunque gli si parava davanti, ovviamente nelle poche occasioni in cui si trovava vicino ad una persona. Ma da quando aveva incontrato questa giovane, tutto era cambiato. Adesso poco gli importava se il resto della società lo evitava, gli bastava la sua unica presenza.
    Il sole stava calando, un lieve venticello accarezzò i volti dei due. Il ragazzo, assorto di nuovo nei propri pensamenti, si accorse di due braccia minute timidamente avvolte attorno alla sua schiena e il viso della fanciulla appoggiato sul petto. «Grazie...»
    Egli, senza aggiungere parola, ricambiò l'abbraccio. Era rilassante, e dava a entrambi una sensazione di sicurezza e di conforto. Si volevano bene. Niente e nessuno avrebbe potuto distruggere quel solido legame che c'era tra loro. O perlomeno, così pareva...
    [...]

    Un richiamo in lontananza interruppe i pensieri di Yuri. Era una voce a lui nota, benché non rammentava di chi si potesse trattare. Voltandosi, però, si presentò Francesco, il ragazzo con cui avevamo avuto un duello oggi.
    Infinite domande giunsero nella mente del quattordicenne. Perché stava immaginando tali cose in una simile circostanza? E quei bambini...
    «Stavo tornando sulla via di casa, quando ho sentito un urlo provenire da qui. Non vorrei sbagliarmi, ma mi è suonato familiare...» nessuna risposta. Francesco, allora, si spostò innanzi a Yuri che si era limitato a dargli le spalle. «Yuri.» iniziò il castano, convinto di aver pronunciato il nome corretto. «Quel grido... era Rosa. Non è vero?»
    Quel quesito fece sì che l'ira del ragazzo crescesse ancora e ancora. Onestamente era stufo di questo Akaba, dei suoi uomini e di questa storia che sembrava non avere fine. E ora che erano finalmente riusciti ad ottenere parte di ciò che volevano... questo lo disturbava più di tutto e tutti. Ma d'altro canto, la questione riguardava solamente un'estranea: era seriamente il caso di intervenire?
    «Sono assolutamente sicuro che è successo qualcosa da queste parti, e a giudicare da come ti comporti non mi pare affatto una cosa da nulla. È inutile provare a nasconderlo. Quindi, parliamone.» Francesco era determinato a farsi confessare la verità. Era ormai evidente che aveva dei sospetti, sebbene non del tutto fondati, ma aveva comunque intuito che ci fosse sotto qualche cosa: e appunto, aveva ragione.
    Yuri, in qualche modo, sapeva che non avrebbe potuto nascondere quello che era appena accaduto. Perplesso lo era eccome, mille domande non smettevano di tartassarlo. Nonostante questo, si rendeva perfettamente conto della gravità della situazione. Era venuto a conoscenza dell'interesse del direttore in quella misteriosa collana che non levavo neanche per un secondo dal collo, è vero, anche se in realtà aveva i suoi dubbi. Arrivare a sottrarre una persona della propria libertà... E questo solo per il gusto di tenere in possesso un comune oggetto, privo di qualsiasi valore? Non aveva senso. L'unica spiegazione plausibile era che quel pendente celasse in sé una sua particolarità. Oppure doveva valere un sacco? No... Sarebbe stato fin troppo stupido, per il presidente della Leo Corporation, voler impadronirsi di un oggetto di proprietà altrui per arricchirsi. E non soltanto volevano quella: Yuri aveva scoperto di essere coinvolto. Come? Cosa avrebbe mai avuto a che fare con un gioiello?
    Ritornando a poco fa, si era ritrovato costretto a rivelare a Francesco come stavano realmente i fatti. Per quanto detestasse ammettere quello che stava per dire, si era arreso alle sue insistenze con non troppa difficoltà. Era debole, privo di voglia di combattere per tener lontano chi non aveva a che vedere con questa faccenda. «E va bene. Degli uomini si sono messi in gruppo e ci hanno sorpresi, così sono riusciti a prendere la ragazzina via con loro. È tutto quello che volevi sapere. Ti basta?» domandò con freddezza nel suo tono.
    Poteva capire che Francesco era rimasto incredulo da una frase tanto breve, ma che dicesse molto. E addirittura dettata come se niente fosse. Non si aspettava proprio tale replica, magari una annunciata con malessere. Era come se gli importasse poco e nulla. «Davvero... Non riesco a crederci.» sussultò, sconcertato. «Che cosa stiamo aspettando? Dobbiamo andare subito a salvarla!»
    «Che succede qui?» un interrogativo troncò la conversazione. Yuri si volse dove Francesco stava guardando, notando Veve passare su quella stessa strada.
    «Oh, la ragazza di prima...» sibilò Francesco, sorpreso dalla sua comparsa. «È successa una cosa terribile.»
    Veve, in mancanza di chiarimenti precisi su questa "cosa terribile", era evidentemente confusa. Anche se, l'unico fatto che Francesco avesse usato tale aggettivo, le fece intuire che la questione doveva essere delicata. «Dite.»
    «Bene... Hai presente la ragazza contro cui prima abbiamo duellato? Sì, la sua amica.» disse, puntando Yuri che preferì non guardare in faccia nessuno. Ma ascoltando i loro scambi di parole si avverse, non troppo in ritardo, che Francesco aveva utilizzato quel termine. "Amica".
    Finora non aveva mai pensato di essere amico a taluno. Non lo era mai stato, e non voleva che questo cambiasse. Non che per lui contasse qualcosa, dopotutto. Non aveva bisogno di persone che potessero stargli accanto, anche quelle calme e senza la minima intenzione voler scagliargli contro dei soprammobili, o addirittura che osassero opporsi al suo volere e cercare inutilmente la rissa; persone che lo avrebbero sostenuto nei momento difficili, persone disponibili per qualunque sua esigenza. Del resto, era quasi un sollievo non avere nessuno tra i piedi. Ma al momento non era solo.
    Nel frattempo, Veve annuì in risposta di Francesco, aspettando che continuasse. «Ovviamente c'è un motivo del perché l'ho nominato un caso tremendo. Non è semplice da dire, così su due piedi, ma...» Francesco spostò velocemente lo sguardo su Yuri e poi di nuovo sulla ragazza. «... delle strane persone sembrano averla presa in ostaggio.»
    Naturalmente ella non poté che reagire stupefatta da quella frase. Casi del genere non erano avvenimenti di tutti i giorni. «Se è così, dobbiamo intervenire...» il problema era che non erano a conoscenza del minimo dettaglio: l'identità dei i rapitori, il luogo in cui ora si stavano nascondendo...
    Tra riflessioni e domande continuamente vaganti nella sua testa, Yuri parve avvedersi di qualcosa, come se una voce interiore volesse spronarlo a correre verso la grande costruzione nel suo campo visivo: la Leo Corporation collocata nel cuore di Maiami, e perciò abbastanza visibile in ciascuna zona della città. Sapeva benissimo dove si era diretto il gruppo. Certamente, proprio lì, dove vi era colui che ci stava dando la caccia da quando eravamo giunti in questo luogo.
    Magari era davvero il caso di lasciar perdere la storia della sconosciuta. Non era da lui preoccuparsi per gli altri, e infatti non lo era neanche; ma se voleva dare luce alle sue ipotesi doveva farlo, che gli piacesse oppure no. Doveva sfrecciare dritto in quel posto, dare una lezione esemplare a quell'uomo e liberarmi dalle sue grinfie. Quindi era deciso.
    «Hai ragione.» replicò Francesco. «Tuttavia... Mh?»
    I due notarono che Yuri allontanarsi man mano, senza preavvisare o senza aver comunicato loro cosa avesse intenzione di fare. «Dove stai andando?»
    Yuri arrestò i suoi passi, e sospirando, si apprestò a rispondere all'interpellanza di Francesco. «Vado a prendere quella ragazza. Dove, altrimenti?»
    Le labbra di Francesco si curvarono in un sorriso. «Per essere un tipo freddo e distaccato ti preoccupi molto per lei. Non ho forse ragione?»
    «Ho le mie ragioni personali, per cui non sono ritenuto a rispondere a quella domanda.» ribatté agghiacciante. «E vi dirò, non si tratta di preoccuparsi. Ma sono una brava persona, pertanto ho deciso di portarla via in questo preciso momento.» tentò di giustificarsi. Forse c'era del reale in quelle parole, tuttavia si rifiutava misteriosamente di fornire dettagli.
    Francesco scelse di non controbattere, in tal caso. Questo, però, non scoraggiava il desiderio di lui e Veve di voler aiutarlo. «Bene, ma almeno permettici di darti una mano. Infondo non possiamo di certo starcene qui con le mani in mano, sapendo che la tua amica è in pericolo. Non importa se a malapena ci conosciamo. È sopratutto pericoloso. Inoltre, hai una vaga idea di dove possa essere? Non puoi mica contare sulle tue sole forze.»
    Non aveva torto. Se si collabora, qualunque ostacolo diventa scavalcabile. Ma questo non era quello che Yuri stava pensando: non voleva alcun tipo di supporto esterno, punto e basta. Come le scorse volte era riuscito a trionfare sui nostri inseguitori senza il sostegno di nessuno, anche adesso avrebbe potuto risolvere questa situazione per conto suo. «Certo. So benissimo dov'è.» precisò dapprima, sicuro al cento per cento di quello che stava dicendo. «Ma per favore, non immischiatevi in questa storia. Oltretutto, ho un conto in sospeso che voglio regolare... E da solo.»
    Per finire, Yuri distolse la vista dai ragazzi, e con agilità si mosse da un posto all'altro ad una velocità impressionante. Rimasti gli unici tra le vicinanze, Francesco tirò un profondo sospiro al suo atteggiamento, mentre Veve provò ad elaborare l'ultima sentenza. «Un conto in sospeso...»
    «Così sembra.» disse il quindicenne dai capelli castani. «Comunque sia, non mi va di lasciarlo andare in questo modo. Rispetto la sua scelta, tuttavia... credo assolutamente che dovremmo seguirlo. Non si può mai sapere cosa potrebbe accadere.»
    «E non sei il solo a pensarlo.» Veve fece dei passi in avanti, arrestandosi in seguito cosicché potesse tornare a parlare. «Quindi sarà meglio affrettarsi, prima che lo perdiamo di vista.»
    Con un accenno positivo, la coppia si avviò nella direzione che Yuri aveva imboccato, dandosi diverse guardate a destra e sinistra nel tentativo di avvistarlo. Eppure, era come... scomparso.
     
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    Capitolo #007 - Il presidente della Leo Corporation




    Il silenzio e l'oscurità regnavano attorno a me. Cominciai a spalancare ripetutamente le palpebre, e a quel punto riuscii ad osservare e sentire ogni cosa: mi trovavo in una stanza oscura, completamente deserta se non fosse stato per la mia presenza. Rabbrividii al pensiero: una delle mie paure era certamente il buio, e soltanto pensare che il minimo rumore o l'arrivo inaspettato di qualcuno potesse farmi saltare di colpo mi terrorizzava abbastanza.
    Percepivo dolori lungo tutto il corpo. La testa mi girava e di tanto in tanto vedevo doppio. E fu così che ricordai per ordine ciò che era successo prima di ritrovarmi in questo posto: nella mia mente era comparsa l'immagine di me e Yuri che percorrevamo insieme, sebbene non proprio pacificamente, la via di "casa". E dopo l'ennesima discussione e i miei vani tentativi di infliggergli una lezione coi fiocchi una volta per tutte, si era diretto verso quel vecchio computer ma funzionante. O meglio, lo era fino a quando non fu andato in corto circuito.
    Sembrava che dopo l'ultima frase che gli avevo urlato contro lo avesse... scosso. Quel comportamento era insolito da parte sua. Decisamente. Oramai avevo capito che il suo divertimento era quello di prendersi gioco di me, umiliarmi nei modi più irritanti e ammirare quel lato furioso e incontrollato che sapeva farmi scatenare quando voleva. Era persino diventata una cosa quotidiana. Ora, però, era diverso: non era affatto il tipo di persona che si lasciava facilmente trasportare, o tanto meno emotivo. Era freddo e spietato in qualsiasi istante, anche se in altre occasioni sapeva atteggiarsi come un normale ragazzo. Ciononostante, tralasciava sempre quel pizzico di mistero che in egli si annidava.
    I miei pensieri vennero sostituiti a quello che era accaduto in seguito. Rammentai di quelle scintille comparse attraverso quelle numerose prese intrecciate tra loro, e automaticamente erano apparse anche sul mio duel disk e quello di Yuri. Le mie preoccupazioni furono maggiori quando quest'ultimo si era catapultato in direzione dell'uscita come un razzo. Quindi avevo deciso di seguirlo, rapida cosicché non lo perdessi di vista. Malgrado gli avessi ripetuto più e più volte di smettere di controllare se i responsabili fossero tra le vicinanze o meno, non voleva darmi retta. Non aveva ascoltato neppure una parola di quello che gli avevo detto e piuttosto continuava a procedere fra le vie della città, quasi come se fosse stato attratto da qualcosa a cui proprio non poteva resistere, come una calamita.
    E dopodiché, siamo stati sorpresi da un gruppo di Forze Speciali che, spruzzandomi quella bizzarra sostanza addosso, sono riusciti ad addormentarmi. Un momento... E Yuri? Non volevano anche lui? Guardandomi intorno non sembrava essere qui. Che sia riuscito a sfuggire dalle loro grinfie?
    «Meno uno. Finalmente!» sospirò una voce non troppo distante dalla mia posizione. Subito mi tornò familiare: doveva essere il soldato che mi aveva catturata.
    «Già, ma io ho comunque perso un braccio.» si lamentò un altro del gruppo.
    «Andiamo amico, ti lamenti per una ragazzaccia?», «Ma sì, ha ragione. Dopotutto non è nulla in confronto al ragazzo. Anzi, quello è un completo mostro.»
    Mostro... Si stava riferendo a Yuri? Se così, cosa avrebbe fatto di tanto grave da essere considerato tale? Forse era a causa del suo lato sadico quanto violento... Certo, non risparmiava nessuno, sopratutto chiunque osasse ostacolare la sua via. Bastava tener presente ciò che era successo quando quegli uomini si erano dati al mio inseguimento qualche ora fa: era un'ardua impresa, per me, dimenticare di come le liane dalle spaventose fauci dell'enorme pianta si scagliavano sulle vittime senza la minima pietà, lacerando il tessuto delle loro uniformi e persino la loro carne. E non si trattavano di ferite superficiali, per niente. Questo era il fascino della Visione Solida. Tuttavia, se dovessi descriverla in un'unica frase, direi sicuramente: una vera follia.
    Nella mia testa rimbombavano ancora quelle strazianti grida di dolore, l'immagine del volto divertito di Yuri mentre procedeva verso di me era sempre impressa. Fui scioccata da tale visione, e sì, anche spaventata. Spaventata dal sapere se quelle persone fossero riuscite a cavarsela o fosse, invece, il contrario.
    «Questo lo sapevo. Voi però non sapete cosa si prova a farsi mordere in quel modo! Mi chiedo se quella lì sia davvero una ragazza oppure, che so, un cane travestito?!»
    «Sei il solito idiota.» disse uno dei compagni. «In ogni caso, il presidente sarà fiero di noi per avergli portato la mocciosa! Ma ancora non capisco perché stavolta ci abbia proibito di catturare il giovanotto...»
    «Dobbiamo porre fiducia al signor Akaba. Avrà di sicuro un piano, o semplicemente starà aspettando l'occasione giusta per agire!»
    «Sarà come dici... Comunque sia, sarà meglio andare via. Il presidente arriverà a breve.» avvertì un altro ancora. «Ha detto di lasciare la ragazza lì dov'è. Infondo al suo risveglio non dovrebbe nemmeno riuscire a muoversi di un centimetro.»
    E dopo quell'affermazione, sentii soltanto gli stivali degli uomini battere sul pavimento, seguiti dal suono di una sottospecie di ascensore. Man mano quei rumori iniziarono a diventare meno frequenti: segno che finalmente se n'erano andati.
    Sollevai il capo, poggiato alla parete umida, rivolgendo le pupille al soffitto senza una precisa ragione: un'idea, allora, mi balenò in mente. Non c'era scelta. Avrei potuto chiedere aiuto alle mie carte, ai miei Re dei Draghi, ai miei più fidati compagni. Per motivi a me sconosciuti, ero in grado di comunicare con gli spiriti dei duel monsters e avere addirittura contatti con loro.
    Alzai l'avambraccio sinistro, dove si indossavano i duel disk, e allungai la mano destra verso il deck: a stento riuscivo a tenerla sospesa, ma fortunatamente riuscii a prenderla. La carta di Alzhad. Lentamente la estrassi dal mazzo, portandomela davanti al volto: il disegno raffigurante il draghetto violaceo la cui bocca spalancata mostrava fameliche zanne in tutta la loro maestosità. Sarei riuscita a fuggire da qui, non importava in che maniera. Ciò a cui avrei dovuto badare adesso era la mia libertà. Ripetevo mentalmente queste parole svariate volte.
    Una fitta alla testa era però tornata a torturarmi, spegnendo poco a poco ogni mia aspettativa. Non potevo lasciarmi sopraffare... Non ora. Dovevo lottare con tutte le mie forze per non cedere, ed io non ero una che si arrendeva facilmente di fronte ad un ostacolo. Se ero in difficoltà, raccoglievo le mie ultime energie e mi rialzavo in piedi, pronta per ricominciare. In fin dei conti, tentar non nuoce, no?
    «A... Alzhad? Mi senti, Alzhad?» mormorai, osservando la mano tremolante con la carta tenuta ferma tra due dita. Ansimai: gli occhi volevano chiudersi, di nuovo. Feci seri sforzi per tenerli aperti o perlomeno socchiusi, ma a stento riuscivo a controllarli. «Alzhad... ci sei? Alzhad?» implorai, ma nulla. Non rispondeva a nessuno dei miei richiami, come se non potesse udire la mia voce. Magari ero troppo debole per mettermi in contatto con lui.
    Le forze mi si stavano prosciugando totalmente: non avevo la voglia di eseguire alcun tipo di azione. Lasciai crollare le braccia insieme al Pendulum, attualmente a terra ma che sfiorava leggermente l'indice e il pollice con cui lo avevo afferrato. Non potevo mollare. Non dovevo. Non volevo.
    Yuri giunse ancora nella mia mente. Cosa starà combinando? Immagino si sarà dato alla mia ricerca, come al solito. Non avevo idea del perché continuasse ad aiutarmi: dopotutto ho sempre pensato che fosse un giovane molto distaccato, e invece lo ritrovavo a dare una mano ad una semplice ragazza come me. Non mi fidavo di lui, né tanto meno di quello che diceva. Inoltre, come egli non mi andava in simpatia, pure per Yuri sembrava essere lo stesso. Allora quale poteva essere la ragione per cui stava facendo questo? Forse... anche un ragazzo freddo e senza scrupoli poteva nascondere in sé un lato buono e magnanimo?
    L'ascensore rimessa in funzione, che a quanto pare era l'unica via per entrare e uscire da quella sala, mi fece balzare interrompendo i miei pensieri: qualcuno era arrivato. E stando all'affermazione di uno degli uomini che mi aveva rapita doveva trattarsi di lui. Non ero a conoscenza né del suo aspetto né del suo carattere, quindi non potevo esserne certa al cento per cento. Avrebbe potuto essere semplicemente un personaggio qualsiasi, ma stringendo bene gli occhi contemplai meglio la figura oscurata e un brivido mi percorse lungo la spina dorsale.
    L'uomo, pacato e nascosto tra le cupe ombre, avanzò in mia direzione. Volevo indietreggiare, tuttavia il muro alla mia schiena me lo impediva. L'agitazione stava prendendo il sopravvento: chi era e cosa voleva?
    Una volta avvicinatosi, si fermò in piedi dinanzi a me. In tale maniera, ebbi una buona visuale di questa persona: alta e magra, forse intorno ai sedici anni. Aveva iridi violacee, capelli di uno stile semplice: erano in parte grigi e nell'altra metà erano del medesimo colore ma chiari. Portava un paio di occhiali da vista rossi, piccoli orecchini neri ad entrambe le orecchie; maglione blu scuro, sciarpa rossa avvolta attorno alle spalle, e pantaloni terminanti di poco sopra le caviglie, bianchi come per le scarpe apparentemente prive di calze al loro interno.
    I miei occhi si allargarono alla sua vista: era davvero lui? Il famoso presidente della Leo Corporation?
    Questo si portò una mano agli occhiali sistemandoseli, senza distogliere il suo sguardo pungente dal mio nemmeno per un secondo. La tensione, ormai, stava sostituendo pian piano la mia autodisciplina. Digrignai i denti e li strinsi con forza, tentando di nascondere il timore che si era creato in me: non smettevo di tartassarmi di domande come: "cosa vuole questo da me?", "quale sarebbe stata la sua reazione se mi avesse chiesto di collaborare ed io avessi rifiutato?". In qualunque circostanza, mai e poi mai avrei accettato di aiutarlo. Addirittura mi aveva privata della mia libertà, altra ragione per cui avrei assolutamente opposto resistenza.
    «Vorrei proprio sapere cosa stai combinando con quel ragazzo... Rosa.» disse agghiacciante. «Mi sembrava ti fosse tutto chiaro.»
    A cosa si stava riferendo? Proprio non capivo. Le sue parole mi avevano lasciata perplessa, e stupita. Il tono con cui mi si stava rivolgendo, oltretutto, era... amareggiato. Ma, cosa più importante, come faceva a conoscere il mio nome?
    «A giudicare dalla tua espressione e dal tuo silenzio, deduco di no.»
    «Chi sei?» chiesi istintivamente, ignorando la sua frase. Avevo bisogno di saperlo o l'ansia avrebbe finito per prendere il mio posto.
    Il sedicenne rimase a fissarmi dall'alto, senza preoccuparsi del fatto che avrei potuto cercare di reagire da un momento all'altro: infondo, pareva che l'effetto di quella odiosa sostanza durasse non poco tempo. Anzi, col passare dei minuti pareva essere in quello stato per un'eternità. E nonostante avessi provato a ribellarmi ad essa, era seriamente faticoso riuscire nell'impresa. Ma ciò non voleva dire che avrei abbassato la guardia, quello no. Anche se la tensione continuava a tormentarmi: non ne potevo di aspettare di ricevere una replica alla mia domanda.
    «A quanto sembra non rammenti neanche questo.» eccolo finalmente che ricominciò a parlare. «Hai di fronte colui che dirige la Leo Corporation, nonché suo attuale presidente... Akaba Reiji.»
    Il presidente della Leo Corporation... Akaba... Quello era l'uomo che da settimane cercava di catturare me e Yuri. Perché? Questa era il prossimo quesito che avevo da porgli, pretendendo dettagliati chiarimenti, e sinceri. Proprio quando spalancai la bocca per far fuoriuscire dei suoni, però, fui preceduta dal sedicenne. «Se vuoi chiedermi il motivo per cui ho ordinato alle Forze Speciali di portarti qui, ebbene... Non ho avuto altra scelta. In tutti questi mesi ho imparato quanto testarda tu possa essere, e ho capito che non avresti mai avuto intenzione di mettere piede in questo luogo di tua spontanea volontà. Pertanto, sono stato costretto a richiedere alle maniere forti.»
    Ancora avevo le idee confuse. Ma dovevo prestare pazienza, e in particolare, attenzione. Per cui non mi restava altro da fare se non ascoltarlo, sperando una volta per tutte di ricevere le risposte che desideravo conoscere da oramai un pezzo. «La semplice ragione del perché l'ho fatto è quella di voler discutere con te riguardo una questione di estrema importanza. Precisamente, vorrei che tu mi dessi delle spiegazioni. Quindi te lo chiederò di nuovo: cosa stai facendo con Yuri?»
    Non avevo la più pallida idea di cosa stesse parlando, e neppure come rispondere al suo strano interrogativo. La sua espressione era un misto tra determinazione e serietà al tempo stesso. A tal punto mi venne da domandarmi perché fosse tanto insistente da riformularmi l'identico quesito di poco fa: ciononostante, si presentava calmo come se niente fosse, aspettando pazientemente una reazione.
    Semplicemente ero confusa. Nella mia testa vagavano domande a non finire. Non mi aveva ancora detto come conosceva il mio nome, cos'era che avrebbe dovuto essermi chiaro, e ora questo. Ma era inutile rimuginarci sopra: il solo modo per dare luce a questi misteri era parlare, sperando mi avrebbe ascoltato. «Non capisco. A cosa ti stai riferendo? Io...», «È un ragazzo pericoloso, Rosa. Questo ti è stato raccomandato. E invece noto che ti sottrai ai miei uomini per fuggire insieme a lui, o addirittura questo capita al momento giusto e ti trae in salvo.» ribatté prontamente, evitando che potessi terminare la mia sentenza. «Dì la verità. Voi due siete complici?»

    Edited by ~Rubber Uzumaki - 10/10/2017, 22:32
     
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    Capitolo #008 - Un fatidico giorno


    ggggg



    I miei occhi si spalancarono: quella domanda mi aveva lasciata sbigottita, a tal punto da non sapere come controbattere. Difficile lo era eccome, di fronte a qualcosa a cui dovevi rispondere così su due piedi, per non parlare di questo quesito tanto assurdo quanto sconcertante. Anche se, forse, avrei dovuto aspettarmelo: infondo quest'uomo non aveva tutti i torti, dalle apparenze poteva quasi sembrare che io e Yuri stessimo dalla stessa parte, sebbene in realtà i fatti non stessero così. Non avremmo mai potuto esserlo. E per quanto mi riguardava, per nessuna ragione avrei scelto addirittura di essere complice di un simile pazzo.
    Con la testa rivolta verso il basso e il viso oscurato, trovai finalmente il coraggio di parlare. «Sciocchezze!» infine sollevai il volto corrucciando le sopracciglia, riuscendo a stringere i pugni con le poche energie che avevo recuperato nel corso di quei minuti. «Non collaboro affatto con quello lì. Non... ho idea di chi sia...» smisi di parlare, poiché mi sentivo ancora molto debole. Strinsi i denti, delusa dal fatto che mi stessi lasciando andare: ma le forze, ormai, mi avevano tradita.
    Il sedicenne, finora silenzioso, chiuse le sue palpebre. «Come immaginavo.»
    «...?»
    Akaba Reiji si allontanò dal punto in cui era per dirigersi da qualche parte nell'oscura stanza. Da lontano non era facile intravedere cosa c'era davanti a lui, anche perché le sue spalle ricoprivano gran parte della vista di un probabile oggetto: in qualche modo, però, riuscii a scorgere qualcosa. Non capivo bene cosa fosse, ma avevo uno strano presentimento.
    L'oggetto aveva a quanto pare una protezione, e sollevatasi per comando dell'uomo, rivelò qualche cosa al suo interno. Afferrò in un'unica presa due carte, fermandosi a contemplarle per un attimo. Poi si voltò di nuovo, ritornando con quelle.
    Percepivo una forte tensione nell'aria. Questa sensazione stava cominciando man mano ad impensierirmi ancora e ancora. Ma perché?
    Tornato dinanzi alla mia figura indebolita, si arrestò. Quindi sollevò la mano che teneva le carte, mostrando soltanto il loro retro da cui non era possibile intuire quali fossero. «Sembri davvero non rammentare niente del tuo passato.» affermò, convinto di quello che stava dicendo. «Ma dimmi... Cosa ti tornerebbe alla mente, se ti mostrassi queste?» le girò lentamente, rivelandole alla mia visione: erano di un colore uno differente dall'altro, nero e viola. Raffiguravano disegni di creature raccapriccianti, dei draghi per la precisione. I loro sguardi famelici parevano guardare dritto verso di me...
    Al solo sguardo sussultai in sorpresa. Nella mia testa erano comparse ad un tratto immagini orripilanti: persone in preda al panico che scappavano correndo uno addosso all'altro, giganteschi mostri alle loro spalle che annientare qualunque cosa trovassero davanti a loro, strade, edifici, persino vite. «N-no...»
    [...]
    Le iridi di Yuri si allargarono improvvisamente. «Ancora questa strana sensazione...» mormorò a sé stesso, dopo essersi fermato sulla cima di una delle tante costruzioni che costituivano la città.
    Il ragazzo aveva percepito qualcosa simile a quello che aveva già sentito nel corso del duello contro Veve e Francesco. Ma anziché alimentare il suo desiderio di distruzione, si trattava di quell'identica sorta di voce interiore che continuava a chiamarlo, proprio come gli era capitato poco fa prima di dirigersi verso la Leo Corporation: a dirla tutta, era come un ruggito rabbioso che gli risuonava in testa diventando ogni minuto sempre più frequente, a tal punto da fargli pensare che qualcuno lo stesse davvero richiamando e che non fosse soltanto la sua immaginazione. Se così fosse, da chi proveniva allora quel boato e perché stava chiamando proprio lui?
    L'attenzione di Yuri si volse al cielo stellato che quella notte vegliava su Maiami: avrebbe dovuto rimandare a dopo questi pensieri, e concentrarsi piuttosto su ciò di cui adesso doveva occuparsi. E dando una controllata alla direzione davanti a sé, non era tanto distante dall'obbiettivo: oramai era vicino alla destinazione, e considerando che per arrivare fin qui aveva fatto rapidi salti su un edificio all'altro, non ci aveva impiegato nulla. Non si presentava nemmeno stanco dopo tutto quello che gli era capitato nell'arco di una giornata, quindi non avrebbe dovuto avere alcun problema per quello che avrebbe dovuto affrontare tra poco.
    Abbassando lo sguardo per verificare la zona su cui stava per atterrare, però, avvistò delle figure familiari giungere sul posto con discrezione alla ricerca di qualcosa o qualcuno. Yuri, scrutando meglio i due personaggi, capì che erano Francesco e Veve, ora a discutere su qualche argomento. «E quei due cosa ci fanno qui?» si domandò seccato. Da quell'altezza era impossibile udire anche solo una parola di quello che si stavano dicendo, ma infondo non poteva negare di essersi stupito della loro presenza: aveva insistito perché non fossero partecipi di questa storia, ma a quanto pare si erano rifiutati di dargli retta.
    Tutto sommato, che quei ragazzi abbiano deciso di aiutarlo o meno era la loro decisione, e non avrebbe fatto più nulla per impedirglielo. Adesso doveva rimanere concentrato su ciò che si era prefissato, e solo e unicamente su quello.
    Con un lieve sospiro, il giovane, anziché scendere, decise di avanzare sulla stessa via che stava percorrendo inizialmente tornando a muoversi agilmente da un posto all'altro.
    «Hai sentito?» chiese piano Francesco alla ragazza di fronte a lui, che sembrò anch'ella aver udito un rumore sospetto.
    Veve si limitò a rispondere con un accenno positivo, senza mai distogliere lo sguardo dall'alto. «È qui.» affermò. «Ma credo che ora si sia spostato. Dobbiamo proseguire per questa strada.»
    Il quindicenne diede un'occhiata verso il percorso che lei stava indicando: avrebbe potuto avere ragione. Infondo era impossibile scomparire con uno schiocco di dita, e Yuri da qualche parte doveva pur esserci. «Se è così, dobbiamo affrettarci.» disse semplicemente.
    Senza indugiare oltre, i due proseguirono per la loro via. Non era il caso di camminare in tranquillità come se niente fosse cosicché da non rischiare di svegliare qualcuno, visto che erano alla ricerca di quel ragazzo dall'aria misteriosa anche se decisamente impulsiva per loro, ma avrebbero dovuto sbrigarsi e rintracciarlo in fretta se volevano ostacolare le sue azioni, o se non ci fossero riusciti, aiutarlo dall'imminente rischio che stava per correre.
    [...]
    «A quanto vedo, sembra funzionare.» commentò Reiji, osservando la mia espressione che era un miscuglio di emozioni: shock, stupore, paura...
    Il cuore batteva velocemente, e un gran senso di timore mi stava travolgendo. Continuavo a intravedere immagini orribili, e dovunque c'era soltanto distruzione. Ma c'era una cosa in particolare che mi aveva scossa: incrociando le figure della coppia di mostri all'interno di quelle carte, percepivo nient'altro che sentimenti negativi. Erano come assetati di vendetta, accecati da puro odio e pura furia...
    «Credo, tuttavia, di dover spiegarti in ogni caso come stanno i fatti. Quindi... vorrei la tua assoluta attenzione, Rosa.»
    «...» mantenetti le distanze stando letteralmente appiccicata alla parete, lanciandogli uno sguardo fulminante.
    Riusciva sempre a mantenere una buona compostezza, pensandoci: calmo e inespressivo, non perdeva minimamente il controllo o mostrava emozioni. Ora, però, non era il momento di badare a certe cose: un po' ero ansiosa per quello che mi avrebbe detto tra poco, ma se l'argomento di cui voleva discutere lo avrebbe portato finalmente a fornirmi chiarimenti del perché era arrivato a tutto questo, allora non ci avrei riflettuto due volte ad ascoltarlo. Inoltre, vista la sua determinazione, credo che non abbia accettato un no come risposta, e non avrei avuto alcuna scelta.
    «Non sono parecchio a conoscenza del tuo passato, ma ti avevano descritta come una ragazza spensierata, allegra, che si mostra premurosa di fronte a molti. Se qualcuno a te caro è in difficoltà, non esiti affatto ad aiutarlo e fai tutto ciò che puoi pur di portare il sorriso sul suo volto. Adori trovarti in compagnia con chi davvero vuoi del bene, spesso detesti la solitudine. Tutti lati positivi della tua personalità. E come qualsiasi essere, oltre a dei pregi possiedi anche dei difetti, ed è per questo che adesso ti ritrovi nel luogo a cui mai avrai pensato di mettere piede di tua volontà.» cominciò finalmente. A quello lo fissai sbalordita: aveva ragione su tutto. O meglio, queste persone sconosciute che gli avevano parlato di me avevano avuto ragione su tutto. «Potresti sembrare una ragazza qualunque agli occhi di tutti, e lo sei assolutamente. Ciò che però ti rende unica è un potere che da sempre nascondi al resto del mondo. Proprio per questo motivo ti è stato affidato un compito di estrema importanza, e cioè quello di tenere sotto osservazione quattro ragazzi: e tra questi, è compreso quel Yuri.»
    Corrugai la fronte in confusione. «C-cosa?» inclinai il capo verso il basso senza smettere di fissare quelle carte, chiedendo timorosamente: «Io? Perché... proprio io?»
    «È semplice. Tu sei la sola persona nelle condizioni di poterli fermare.» quelle parole suonarono agghiaccianti alle mie orecchie, facendomi rabbrividire. «E queste carte non sono da meno. Sono estremamente pericolose, ed è meglio stare alla larga da loro... Questo vale sopratutto per quel ragazzo.»
    Detto questo, si avvicinò di nuovo all'affare che proteggeva le due carte: le rimise al suo posto senza rifletterci ulteriormente. «Queste...» continuò. «... un tempo erano in vostro possesso. Così fu fino a quando quel fatidico giorno non arrivò.»
    Adesso sembrava molto più serio rispetto a come si era dimostrato finora. Una serietà che pian piano accresceva la mia preoccupazione nell'udire il suo discorso abbastanza scioccante, da molte altre domande prive di una risposta.
    «Ho potuto vedere coi miei stessi occhi queste creature distruggere qualunque ostacolo gli si parasse dinanzi, persino intere città. Ho visto quanto sia immenso il loro potere, la loro spietatezza nel fare a pezzi ogni cosa. Non hanno la minima pietà di fronte a nessuno. La loro furia era implacabile, nessuno che riuscisse o potesse placarla. Ma questo non è tutto.» si risistemò nuovamente gli occhiali, prima di continuare. «Difatti è accaduto un particolare fenomeno, che devo dire mi ha molto colpito: poco dopo che questi draghi avessero creato il caos, una luce si diresse nella loro direzione fino a diventare più intensa, tanto che era impossibile assistere a ciò che stava succedendo. Ma, scomparso il bagliore, quei mostri erano misteriosamente spariti. E credo di sapere chi fu la causa della loro sparizione, quella volta...»

    Edited by ~Rubber Uzumaki - 29/4/2017, 15:03
     
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    Capitolo #009 - Intrusione nella Leo Corporation


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    Con quell'ultima frase, il presidente guardò dritto verso la mia figura. Questo poteva significare soltanto una cosa, e cioè che con "causa della loro sparizione" si stava riferendo a me.
    Ciononostante, mi chiedevo: come? Insomma, mi aveva raccontato del passato che si celava dietro a quelle carte: un tempo avevano creato morte, distruzione, e dopodiché erano svaniti dopo che una strana luce era comparsa sul luogo... quasi come se questa se li fosse portati via. Non avevo la minima idea di come io potessi essere coinvolta in tutto questo, ma d'altro canto ero convinta che stesse dicendo la verità: dopotutto, il suo racconto corrispondeva a quello che avevo visto attraverso le raffigurazioni della coppia di draghi.
    «A quanto pare non avrò bisogno di dirti quale sia questa causa. Dal tuo sguardo deduco che lo abbia già capito.» osservò Reiji. «E questo fenomeno di cui ti ho parlato adesso ha proprio a che fare col motivo per cui solo tu sei in grado di tenere a bada Yuri e gli altri ragazzi.»
    «F-fermo un attimo...» interruppi all'improvviso. «Come... fai a sapere tutte queste cose? E perché io non ne so niente?»
    Il silenzio tornò a regnare nella stanza, creando un'atmosfera di tensione intorno a noi. A giudicare dalla sua aria di compostezza, sembrava che l'uomo si aspettasse una simile domanda, e probabilmente era così.
    «Ottima domanda, devo dire.» commentò, chiudendo le palpebre. «Ma avremo tutto il tempo per parlare di questo. È probabile, però, che dopo questi avvenimenti tu abbia dimenticato ogni cosa, non proprio tutto aggiungerei. Inoltre sono certo che avremo presto delle visite, per cui ritengo sarebbe opportuno mettere da parte i quesiti per dipoi. È solamente questioni di minuti...»
    Allargai gli occhi: mi ero totalmente scordata che Yuri sarebbe potuto venire qui in qualsiasi occasione, e quest'uomo aveva previsto anche questo. Qualcosa, quindi, mi puzzò. «Cos'hai in mente di fare?»
    Ma non ricevetti alcuna risposta. Solo silenzio. Questo mi dava un brutto presentimento: forse aveva addirittura pianificato qualcosa contro Yuri e adesso stava aspettando il momento giusto per agire, proprio come avevano fatto prima con me. Non potevo esserne certa al cento per certo, non aveva risposto alla mia domanda e di sicuro non l'avrebbe fatto.
    [...]
    Yuri continuava senza sosta a spostarsi da un tetto e l'altro, notando che la vista della Leo Corporation stava diventando sempre più grande: ormai era giunto alla destinazione. Questo era quello che realizzò fermandosi sull'edificio meno distante.
    Un venticello si sollevò proprio in quell'istante, dolcemente accarezzandogli il viso. La corrente d'aria causò il movimento dei suoi capelli bicolori, esattamente come per il mantello rosso e la lunga veste viola. Il suo freddo sguardo, al contrario di ogni cosa, era sempre impresso sul suo volto.
    Oltretutto, ora che era vicino, sentiva il ruggito crescere ancora: non c'era ombra di dubbio. «Dunque è proprio da lì che proviene...» mormorò, assorto per un attimo nei suoi pensieri.
    Inclinando la testa al basso ebbe la possibilità di capire dove stava per atterrare, avendo l'intenzione di gettarsi da un'altezza decisamente alta. Stavolta non indugiò oltre, e fece per saltare agilmente: gli stivali toccarono la terra senza problemi, atterrando proprio davanti alla costruzione.
    Yuri cominciò ad osservare la Leo Corporation da capo a coda. Era arrivato al prossimo passo, e cioè quello di infiltrarsi al suo interno. In che modo? Le opzioni erano tante: un travestimento, ad esempio, ma di certo non era da lui, anche perché banale. Oppure avrebbe potuto trovare una qualche via d'entrata al di fuori di quella principale che d'altronde era chiusa, così facendo c'erano meno possibilità di farsi beccare in partenza. Ma questo processo necessitava di fin troppo tempo e in un posto tanto sorvegliato era impossibile che nessuno si accorgesse di lui, quindi era scartata anche quella.
    Fissando il suo riflesso rispecchiatosi sul vetro dell'ingresso, un'idea gli balenò in testa. Forse sarebbe stata una pazzia, forse no, non gli importava. A dire il vero, inoltre, questa era la prima e unica scelta che aveva considerato sin dall'inizio.
    Ad un tratto, però, il giovane udì rumori di passi in avvicinamento: non gli fu difficile capire chi fossero. Voltandosi, infatti, vide Francesco e Veve con entrambi un'espressione decisa sui loro volti. «Aspetta.» cominciò Francesco, avanzando un po' in avanti.
    Yuri sospirò al loro comportamento: determinati quanto testardi, pensò. Tutto sommato, lo erano per una ragione più che giusta: chi, infondo, lascerebbe andare qualcuno incontro ad un pericolo certo? Non importa se si tratta di uno sconosciuto o meno.
    «Ti chiedo di ragionare un momento. Hai detto che la ragazza è stata portata via da delle persone, ebbene, queste potrebbero tenderti di sicuro una trappola. A quel punto la situazione potrebbe aggravarsi.» avvertì il quindicenne. «E come ben si sa, la prudenza non è mai troppa.»
    «Certamente, devo essermi dimenticato di dirti che queste persone sono le Forze Speciali che lavorano al servizio del presidente di cui tanto si parla in giro.» affermò Yuri con un sorrisetto di suo, girandosi completamente verso i due ignorando l'ultima frase.
    «Forze Speciali?» si domandò Veve, confusa.
    «Mh?» Francesco sollevò il capo scrutando l'alto edificio alle spalle di Yuri. «Stiamo parlando delle stesse Forze Speciali? Perché mai avrebbero preso in ostaggio una ragazza molto probabilmente innocente?»
    Yuri attivò improvvisamente il suo duel disk. I giovani allora indietreggiarono, tenendo alta la guardia cercando di capire cosa avesse intenzione di fare per l'esattezza. «Al momento non ho tempo per le spiegazioni, e tra l'altro non mi va neanche. Per cui, se non vi dispiace...» Yuri prese nuovamente dall'extra deck la carta del suo mostro fusione; Predapianta Chimerafflesia. Era pronto per attuare ciò che stava per fare.
    Collocata la carta sul disco, automaticamente comparve dal nulla la gigantesca e possente pianta mostrandosi in tutta la sua eleganza, pronta a divorare letteralmente i suoi nemici con la sua bocca che mai pareva essere sazia.
    La creatura emise un verso a dir poco assordante, facendo innalzare una potente folata che sollevò i detriti da terra scaraventandoli via, costringendo Veve e Francesco a mettersi un braccio davanti alla faccia in modo da evitare che qualcosa potesse andare a finire dritto agli occhi. Yuri, invece, si trovava dietro la chimera e da quella direzione non volava niente, per cui non aveva benché da preoccuparsi a riguardo.
    Una volta che il ruggito si arrestò, i due fissarono il duel monster di fronte a loro: del timore ne incupiva eccome, ma nonostante questo si trattava solo di un ologramma che non avrebbe potuto arrecare danni reali... giusto?
    Il sorriso malizioso ritornò sul viso di Yuri mentre rivolgeva la sua attenzione sulla Predapianta, la quale avendo notato che aveva qualcosa da dirle, spostò il fiore che doveva teoricamente essere la testa verso il ragazzo. La sue liane dalle zanne fameliche vagarono lente intorno a lui, come per fargli sapere che era pronta ad ascoltarlo.
    Yuri indicò con l'indice l'ingresso fatto in vetro della Leo alla pianta, le cui liane si innalzarono girandosi verso quello che il duellante voleva mostrarle. «Ho bisogno che tu distrugga tutta questa zona. Puoi farlo per me, per favore?» chiese tranquillo.
    «Uh?» la ragazza spalancò i suoi occhi, stupita da cosa aveva appena detto Yuri: il suo piano era davvero questo? Fare irruzione distruggendo qualunque cosa e facendosi subito beccare senza nemmeno un piano?
    «Spero vivamente che si tratti di uno scherzo...» seguì Francesco, prendendo le distanze assieme con ella dal mostro, quale avrebbe potuto seriamente combinare un disastro. Yuri questo lo sapeva, ma come già detto, non gli importava un fico secco.
    Un altro ruggito accompagnò l'assalto immediato della Predapianta, le cui bocche, sebbene di piccole dimensioni, mandarono in frantumi una grossa parte di vetrata cominciando a formare un accesso per entrare.
    Per quanto riguardava Yuri, non si era premurato di farsi perlomeno un pochino più lontano dalle schegge che volavano qua e là, le quali fortunatamente non lo presero affatto.
    Con un ultimo colpo finale, la chimera distrusse l'intera parte che il duellante gli aveva ordinato di mandare giù senza farsi alcuno scrupolo. In questo modo, era finalmente possibile fare irruzione.
    «Ehi, ma cosa diavolo...?!» gridò una voce proveniente dall'interno rivelando un uomo delle Forze Speciali, seguito ben presto da molti altri soldati scioccati come lui.
    La pianta, ormai portato a termine il proprio compito, scomparve come un semplice ologramma alle spalle del ragazzo. Con un ghigno tornato a farsi strada sul suo viso, Yuri avanzò agghiacciante con la vista fissa sui nemici, rimasti sul posto ad osservare le conseguenze dell'accaduto stupefatti. Una gran parte di loro cominciò subito ad indietreggiare preparando i loro duel disk, altri furono talmente distratti che si accorsero della sua presenza solo poco dopo.
    «N-non ci voleva... Ma lo sai cosa significa "bussare alla porta"??» urlò uno di loro al quattordicenne che continuava ad avvicinarsi senza nessun segno di timore, nemmeno il più piccolo ed insignificante.
    «Adesso non preoccupiamoci del danno fatto, ma del ragazzo! Il presidente ci ha ordinato di tenerlo occupato, ed è quello che faremo!»
    Frattanto, Francesco e Veve si trovavano parecchio discosti dalla situazione, per cui non potevano capire nulla di quello che stava succedendo, né tanto meno udire le parole dei presenti che riuscirono a scorgere: una marea di uomini schierati tutti in fila davanti a Yuri che veniva verso di loro come se niente fosse. «...»
    «Anziché parlare a vanvera, fareste meglio a dirmi immediatamente dove si trova la ragazza.» disse egli con tono aggressivo, fermandosi battendo bruscamente i piedi sul pavimento, facendo rabbrividire qualcun altro che si apprestava a retrocedere.
    «Ma sentilo!» esclamò un soldato diverso, anche se dalle vesti sembravano uguali. «E ti aspetti che te lo diremo? Beh mi dispiace, ma non hai capito proprio un bel niente!»
    Yuri, vista la risposta, sollevò il braccio a mezz'aria, riattivando il suo disco. «In questo caso, peggio per voi. E dire che credevo avessimo potuto giungere ad un accordo, ma tutto sommato è un piacere battervi tutti in duello nel modo più doloroso.»
    Il commento sadico del ragazzo spinse i soldati intimoriti a nascondersi completamente dietro ai compagni sull'attenti, che non si apprestavano proprio a farsi avanti. «F-forza, razza di citrulli che non siete altro! Dobbiamo compiere il nostro dovere qualunque siano le circostanze, perciò non fate le femminucce e affrontate il nemico!»
    «Allora affrontalo tu, se ne sei così capace!», «Già, così vediamo chi è la femminuccia!»
    «S-siete proprio un branco di...»
    «Oh? E adesso? Cosa vi prende?» chiese Yuri con sarcasmo, mettendo una mano su un fianco in attesa che i soldati si sbrigassero ad attivare i loro duel disk.
    Subito la loro concentrazione si rivolse sul giovane, molti persino sudando freddo. «Tsé, figuriamoci...! Non hai speranze di batterci, in gruppo sappiamo essere più tosti di quanto tu possa pensare!»
    «Hmm, bene. Allora cosa aspettate, dimostratelo. Vediamo cosa siete in grado di fare.»
    Ma proprio quando il duello stava per avere inizio, tornarono in scena Veve e Francesco, presentandosi con i dischi pronti posizionandosi di fianco a Yuri, che corrugò la fronte al loro gesto. «Da quel che abbiamo inteso, allora, sembra realmente che il nemico siano queste Forze Speciali. O dovrei dire il loro superiore, visto che avrà ordinato loro di prendere in ostaggio la tua amica. È la spiegazione più plausibile. Ma ancora non capisco una cosa, e cioè perché abbia fatto una cosa del genere...» Francesco fu il primo a parlare.
    «La risposta arriverà presto.» Veve replicò, sicurezza nelle sue parole. «Ma per il momento dobbiamo occuparci di questi duellanti.»
    «Gh... U-uomini, all'attacco!» impartì uno dei tanti, che insieme ai suoi alleati si fiondarono sui tre pronti a combattere. Sebbene fossero in minoranza, sembravano cavarsela abbastanza bene per proseguire. E mentre Yuri era intento a far fuori altri soldati, scorse qualcosa in lontananza...
    Tuttavia non gli fu possibile contemplare affondo quello che aveva intravisto, poiché un mostro avversario gli si parò davanti oscurandone la visione. Forse, però, aveva intuito cosa avesse visto: una via che avrebbe sicuramente condotto alla stanza del presidente. Non per darsi false speranze, ma non era da escludere.
    La sua frusta ricoperta di spine si manifestò nel suo palmo, e impugnandola scansò coloro che ostacolavano la sua strada che per un soffio riuscirono ad evitare il contatto con le spine: questo trasse vantaggio al ragazzo, che adesso aveva via libera. Senza indugiare ancora, si recò in quella direzione mentre la frusta pian piano svanì.
    «E-ehi, dove pensa di scappare?!», «Re del Fuoco Alto Avatar Garunix, esegui un attacco diretto!»
    Una possente fiammata incenerì gli ultimi Life Points rimasti di colui che era intento a intralciare Yuri, lasciando l'avversario steso a terra come assai sparsi ovunque in giro per non essere stati all'altezza di Veve e Francesco, che inarrestabilmente ne stavano levando di mezzo un bel numero. Entrambi lanciarono un'occhiata veloce al quattordicenne che lentamente scompariva tra le tenebre, prima di tornare a fare piazza pulita dei loro avversari che parevano essere un'infinità.
    [...]
    Udii di colpo delle urla provenire dal piano inferiore: era un vero e proprio caos lì sotto, tanto da lasciarmi il presentimento che fosse arrivato.
    Anche Reiji sembrava essersene accorto, data la sua focalizzazione rivolta verso la direzione da cui proveniva quel baccano. Poi il suo sguardo si volse di nuovo su di me, intento ad aprire bocca.
    «Cavolo, se quell'idiota cade dritto nella trappola di questo qui siamo messi proprio bene... Perché sì, ha appena dichiarato di avere un piano.» dissi tra me e me. «A dire il vero... non so da che parte stare... Voglio dire, quest'uomo non sembra avere cattive intenzioni. O almeno, non nei miei confronti. Da una parte penso che voglio fidarmi, ma dall'altra ho il timore di fare la scelta sbagliata. Yuri, invece... Sebbene sia considerato pericoloso, lui...»
    «È stato più rapido di quanto pensassi. Ma in un certo senso, è meglio così.» le sue parole interferirono nelle mie riflessioni. «Ciononostante, avrei da dirti ancora molte cose. Siccome non c'è ormai tempo, però, non credo di poterlo fare. Pertanto...»
    Prima che il sedicenne potesse terminare la sua frase, un forte impatto lo interruppe. Voltandosi, vide un grosso cumulo di polvere innalzatosi poco più avanti: e a quanto pare, la parete era stata in parte abbattuta formando un buco circolare.
    Il cuore batteva intensamente dallo spavento e dalla sorpresa al tempo stesso, quasi mi dava l'impressione che potesse uscire dal petto. Sapevo già chi fosse stato a provocare un simile danno, l'unico che era in grado di farlo vorrei aggiungere.
    Intravidi, difatti, una piccola luce che col passare dei secondi divenne di dimensioni maggiori. Quei passi da brividi lungo la schiena erano inconfondibili. Il polverone cominciò a dissolversi a rilento, rivelando alla fine il responsabile. «T-tu...»
    Una risatina sotto i baffi fuoriuscì da quelle labbra curvate in un sorriso malevolo, mentre il ragazzo dalle rosee iridi continuava a procedere verso di noi. «Finalmente ti ho trovata.»
     
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    Capitolo #010 - Il trio dei re


    ddd



    Yuri avanzò ancora, senza fermarsi, arrivando col passare di fianco all'oggetto che conteneva le due carte, fortunatamente rimasto intatto. Il cuore cominciò a battere sempre più velocemente: chissà se l'idea di voltarsi verso il contenitore gli stesse anche solo sfiorando la mente...
    Ma la cosa assurda era il modo in cui era arrivato lì dentro. Del resto, però, dovevo aspettarmelo, anche perché non ce lo vedevo proprio ad entrare come una normale persona. Dopotutto, che io sapessi trovava del piacere nel pensiero di distruzione in tutto ciò che si parava davanti ai suoi occhi, anche se in realtà avrei voluto immaginare che sarebbe arrivato con un piano e di certo che evitasse di creare un disastro come quello che aveva combinato adesso. A quest'ora avrebbe aver potuto catturare l'attenzione di tutti come nulla, sempre se non lo abbia già fatto naturalmente. Sarebbe stato molto peggio in quel caso, ma date le urla dal pian terreno iniziai a credere che ormai fosse già troppo tardi.
    «Beh? Ho forse interrotto qualcosa?» chiese il ragazzo fermatosi dinanzi a me, ancora a terra priva di non poche energie. La sua espressione mutò da malevola a perplessa quando Reiji mi si posizionò di fronte lasciandomi alle sue spalle, il che confuse anche me, come se le sue intenzioni fossero semplicemente quelle di proteggermi da lui. «Hmm?»
    «Finalmente ci incontriamo... Yuri.» disse, deciso, senza distogliere la vista dal quattordicenne neanche per un istante cosicché da assicurarsi di non ricevere imprevisti: a volte poteva rivelarsi imprevedibile, questo è vero, oltre al fatto che fosse un soggetto di estrema pericolosità agli occhi della gente. Ma in questo caso c'era un'eccezione, siccome anche lo stesso Reiji aveva previsto il suo arrivo.
    Le gelide iridi di Yuri si spostarono sulle sue, pronto ad intralciare quest'ultimo senz'ombra di dubbio. La sua freddezza era costantemente ben impressa sul suo volto che non manifestava altro che follia, sadismo... Non era un caso che avesse un cuore fatto di ghiaccio. Avrebbe utilizzato qualsiasi mezzo necessario per far fuori il nemico. E una volta fatto questo...
    «Ma guarda! Tu saresti il famoso presidente di cui si sente tanto parlare, dico bene?»
    «In persona.» replicò prontamente l'altro al quesito del più giovane, che altro non sfoggiò un ghigno raccapricciante.
    «Bene. Quindi suppongo anche che sia tu quello così interessato alla ragazza.» la voce con cui Yuri dettò codesta frase trasmesse una pungente sensazione, proseguendo, nonostante questo, col proferire parola. «E non solo, da quel che so.»
    L'uomo chiuse le palpebre, probabilmente concentrato sulla sua prossima azione, aprendole quando ritornò a parlare in sua risposta. «Esattamente. Ma prima di tutto, mi assicurerò che non le torcerai nemmeno un capello.» con quello, si apprestò ad attivare il suo duel disk automaticamente lanciando una sfida al maschio.
    Seppure l'inizio di un duello fosse stato di sicuro ovvio, mi stupì alquanto quello che aveva detto Reiji. Pertanto, fui un po' perplessa su quali fossero le sue intenzioni, buone o cattive s'intende. Forse, però, malgrado fui stata forzatamente portata in questo posto, erano buone: se fosse stato un nemico, di certo non mi avrebbe rivelato la storia dei draghi e tutto il resto, perché in quel caso non avrebbe avuto alcun senso.
    «Mh, vorresti sfidarmi?» Yuri mostrò un sorriso ancor più vasto alla proposta. «Va bene. Mi batterò con te, se è questo che vuoi. Ma se dovessi vincere io, la ragazza verrà via con me, che le piaccia oppure no.»
    «Ecco.» non riuscii ad evitare di ringhiare, leggermente in modo da non rendere la mia voce percettibile. «Lo odio proprio quando fa l'impertinente. Si crede che io sia il suo giocattolo, ma si sbaglia di grosso se la pensa così, DIAVOLO!!! Sono una cavolo di persona, ho dei sentimenti anch'io se non l'aveva capito!»
    Continuavo a sfogarmi mentalmente, frattanto i presenti furono pronti ad aprire i battenti una volta che Yuri mise a portata di mano il suo disco, già attivo da molto prima. «Duello!» (YURI LP 4000; REIJI LP 4000)
    «Uh?» diedi una frenata ai miei sfoghi quando notai che i due avevano iniziato. E il primo turno, a quanto pare, spettava a...
    «Comincerò io per primo.» Yuri scelse senza esitazione la prima carta da giocare, evidentemente avevendo fin da subito una strategia. «Dalla mia mano evoco Predapianta Clamidosundew!» PREDAPIANTA CLAMIDOSUNDEW Lv.✪✪ ATK/600
    Una sorta di incrocio tra una drosera ed un clamidosauro fece la sua comparsa sotto forma di ologramma. Dalle apparenze sembrava proprio reale, e infatti lo era grazie alla Visione Solida: ad essere onesta, però, incupiva un po' di timore.
    Il rettile si girò cautamente, in silenzio, fino a quando il suo sguardo non incrociò il mio. Rabbrividii solo a guardarlo: aveva un aspetto da far paura, tanti occhi che non volevano smettere di fissarmi, era come se ce l'avesse con me ma con un motivo ignoto. La sua bocca si spalancò leggermente, facendomi fare un piccolo balzo dallo stupore, mentre il mostriciattolo seguì emettendo un verso di una frequenza talmente bassa da sembrare un borbottio che mi terrorizzò abbastanza, facendomi addirittura appiccicare alla parete a cui ero appoggiata. «Oh mio...»
    Fu allora che la lucertola riuscì a spaventarmi a morte. Continuò ad aprire la bocca rivelandone la lingua al suo interno, passandosela lentamente lungo tutta la parte esterna, e al tempo stesso non voleva saperne di piantarla con l'osservarmi. «AAAAHHH!!!»
    I ragazzi si voltarono verso di me a causa del mio urlo improvviso, notando che dallo spavento avevo chiuso gli occhi continuando a gridare, finché non mi accorsi che tutta l'attenzione era focalizzata soltanto ed esclusivamente su di me. «E-ehm...?» ma poi mi accorsi che la spaventosa creatura mosse la coda con un movimento rapido, facendomi sfuggire un sussulto dalle labbra. «Lo sapevo, questo vuole mangiarmi! E TU COSA DIAMINE ASPETTI, RIPRENDITELO!!!»
    Yuri sollevò un sopracciglio, non dopo che ebbe controllato la situazione intuendo quello stava succedendo, ma in ogni caso mi ignorò totalmente. «Attivo l'effetto di Clamidosundew.» dagli occhi della creatura si generò un luccichio di una tonalità tendente al rosso, ragion per cui coprii alla svelta i miei dall'orrore. «Una volta ogni turno, esso mi permette di evocare tramite fusione un mostro Fusione dal mio extra deck senza usare Polimerizzazione. Quindi fondo Predapianta Clamidosundew e Predapianta Pteropenthes che è nella mia mano!»
    L'avversario non abbassava la guardia neanche per un'istante, sopratutto nel momento in cui il ragazzo stava per eseguire una
    mossa su cui tanto era specializzato, pronto a scommettere che la carta che tra poco avrebbe giocato sarebbe stata quella su cui faceva più affidamento.
    Tirai un sospiro di sollievo non appena vidi il clamidosauro abbandonare il terreno di gioco su cui era schierato, unendosi ad un secondo mostro per dare vita ad un terzo. E in tal momento, un pensiero mi attraversò in testa: se Yuri stava fondendo quel duo, quello che ne sarebbe uscito fuori sarebbe stato ancor più grosso e raccapricciante. Quindi non avevo niente di cui cantar vittoria, a meno che quella che stava richiamando non fosse la Predapianta che immaginavo.
    «Evocazione per Fusione!» Yuri unì i palmi di entrambe le sue mani esclamando quelle parole, e non dimentichiamoci del suo gelido sorriso. «Livello sette, Predapianta Chimerafflesia!» PREDAPIANTA CHIMERAFFLESIA Lv.✪✪✪✪✪✪✪ ATK/2500
    Un ruggito da spaccare i timpani fuoriuscì dalla cavità dentata della chimera che accompagnò il suo ritorno all'azione. Sollevai il capo, osservandola da capo a coda, stupefatta dalle sue notevoli dimensioni sebbene l'avessi già ammirata da vicino per quanto fosse immensa, e nonostante fosse doppiamente più grande rispetto al mostro di prima, oramai potevo dire di averci fatto l'abitudine a ritrovarmela da una distanza molto vicina senza che cominciassi a tremare come una foglia.
    Ma c'era una cosa di cui mi ero appena accorta. Reiji finora non distoglieva mai la vista da Yuri, come se guardandolo qualcosa gli stesse ronzando in testa. Il modo con cui duellava, magari, doveva rammentargli qualche cosa o qualcuno? «Fissandolo meglio in volto... devo dire che assomiglia davvero a quel duellante. Sono la copia esatta dell'altro.»
    «Posiziono una carta coperta e termino il mio turno. A te.» dichiarò Yuri collocando una carta sconosciuta nel suo disco, pronto ad assistere a come si sarebbe comportato il sedicenne in risposta alla sua mossa.
    «Hai subito richiamato il tuo asso nella manica, vedo.» quest'ultimo analizzò, successivamente preparandosi a prendere la sesta carta per l'inizio del suo turno. «In tal caso, non mi risparmierò sin dall'inizio. Pesco dal deck!»
    L'uomo diede una rapida controllata a ciò che aveva estratto dal mazzo, elaborando una contromossa senza nemmeno il bisogno di rifletterci troppo. «Comincio attivando l'effetto di D/D Melma Mulinello dalla mia mano, che mi consente di evocare tramite fusione un mostro D/D/D dal mio Extra Deck! E insieme a lui, fondo D/D Berfomet per crearne uno nuovo!» un essere dalle sembianze di, appunto, una melma appiccicosa ed un demone alato vennero attratti l'un l'altro da una potente forza che li unì in un battito di ciglia, generando poco a poco un duel monster di dimensioni maggiori. «Turbine arcano che assume tutte le forme, fagocita il dio grottesco e dai vita ad un nuovo re! Evocazione per Fusione! Mostrati! Livello sei, D/D/D Gengis Re delle Fiamme!» D/D/D GENGIS RE DELLE FIAMME Lv.✪✪✪✪✪✪ ATK/2000
    Quell'azione mi lasciò subito esterrefatta, e ammirando l'incandescente mostro nato da quell'unione, pensai spontaneamente: «Anche lui sa praticare la Fusione?»
    «Oh, però.» ghignò Yuri alla performance avversaria. «Un'Evocazione per Fusione, vedo. Questo incontro si sta facendo piuttosto interessante. Allora, quale sarà la tua prossima mossa, presidente?»
    «Lo vedrai molto presto.» rispose prontamente. «Intanto, proseguo evocando il mostro tuner D/D Ululato Notturno!» D/D ULULATO NOTTURNO Lv.✪✪✪ ATK/300
    «E ora un tuner...» dissi, mormorando. «Possibile che...?»
    «E adesso, mi servo del suo effetto perché possa richiamare D/D Berfomet dal mio Cimitero con i suoi punti di attacco e di difesa azzerati!» D/D BERFOMET LV.4 ATK 1400 (→ 0). «A questo punto, sintonizzo Ululato Notturno di livello tre con Berfomet di livello quattro!»
    Vari cerchi verdastri si formarono a mezz'aria, mentre un bagliore circondò la coppia di creature che si innalzarono da terra attraversandone uno ad uno, trasformandosi man mano in piccole forme circolari del medesimo colore. Uno sprazzo di luce circondò i duel monsters, prossimi a divenire un unico essere. «Ululati che lacerano attraverso la notte, con la sveltezza di una bufera dà vita ad un nuovo re! Evocazione Synchro! Mostrati! Livello sette, D/D/D Alexander Re delle Folate!» D/D/D ALEXANDER RE DELLE FOLATE Lv.✪✪✪✪✪✪✪ ATK/2500
    Un secondo re che trasmetteva una percezione di vento si mostrò in mezzo al bagliore luminoso, affiancandosi a quello focoso. E vista la presenza di Fusione e Synchro, chi poteva dire che la prossima cosa che avrebbe fatto Reiji fosse stata chiedere l'intervento di un terzo ed ultimo mostro, e cioè un Xyz?
    «Si attiva l'effetto di Gengis Re delle Fiamme: quando un mostro D/D viene evocato specialmente sul mio lato del terreno, posso riportarne in gioco un altro dal mio cimitero. La mia scelta ricade su D/D Melma Mulinello!» D/D MELMA MULINELLO Lv.✪✪ ATK/200. «Dato che un D/D è stato evocato con successo, entra in scena Alexander Re delle Folate che mi permette di richiamare ancora una volta D/D Berfomet!» D/D BERFOMET Lv.✪✪✪✪ ATK/1400
    Yuri fissò le azioni nemiche con uno sguardo divertito ma allo stesso momento macabro, mentre la sua famelica rafflesia fu già pronta a fare dei suoi demoni il proprio pasto. Ma questo non bastò per scoraggiare il presidente.
    «E non finisce qui, perché il potere di cui è dotato Berfomet farà sì che il livello di Melma Mulinello cambi da due a quattro!» D/D MELMA MULINELLO Lv.✪✪ (→ Lv.✪✪✪✪) ATK/200. «Quindi, sovrappongo Berfomet e Melma Mulinello di livello quattro per costruire la rete di sovrapposizioni!»
    Un grosso buco nero accompagnato da un luccichio dorato si formò sul pavimento, trascinando con sé i due esseri che mutarono entrambi in piccole sfere violacee e non appena furono inghiottiti nell'oscurità di quel vortice, una luce accecante abbagliò l'intera stanza rivelando una figura che, sebbene oscurata, fu abbastanza visibile a occhio nudo. «Al fine di di soggiogare tutto ciò che dimora in questo mondo, ora, discende sul culmine del mondo! Evocazione Xyz! Mostrati! Rango quattro, D/D/D Caesar Re delle Onde!» D/D/D CAESAR RE DELLE ONDE R.✪✪✪✪ ATK/2400
    Un terzo re si fece spazio tra i suoi alleati emanando una sensazione di mare e onde, formando un trio impeccabile. Ma c'era una cosa che mi aveva lasciata più meravigliata, e cioè che Reiji fosse riuscito ad eseguire non una, non due, bensì tre diversi metodi di evocazione in un turno soltanto. Se tutto dipendeva dagli effetti del deck era un conto, ma se si era allenati a sfruttare i suoi punti di forza e debolezza compresa era un altro. Infondo, però, si stava parlando del presidente della Leo Corporation, era naturale che non avesse le doti di un semplice duellante come chiunque, no?
     
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    Capitolo #011 - I quattro metodi di evocazione


    cr_0



    Ora che il trio fu finalmente completo, i re si affrontarono faccia a faccia con l'avversario in minoranza rispetto a loro. Questo avrebbe di sicuro dato del filo da torcere a Yuri, ma al contrario, invece di preoccuparsi era sorridente - in senso minaccioso s'intende -: il numero maggiore di mostri nemici in confronto ai suoi non sembrava affatto spaventarlo.
    Anzi, aveva anche cominciato a battere le mani e il piccolo applauso fu accompagnato da una maliziosa risatina. «Bene bene.» il ragazzo incrociò ancora il suo sguardo con quello dell'avversario. «Non mi sarei mai aspettato di assistere a qualcuno capace di eseguire vari metodi di evocazione in un turno soltanto. Ottima mossa, non c'è che dire. Fatto sta che i tuoi mostri sono più deboli del mio, ad eccezione di quello synchro è vero, ma con gli stessi punti di attacco di Chimerafflesia potrebbe rimetterci. Dimmi, come pensi di rispondere?»
    L'espressione di Reiji parve sicura di sé quando si apprestò a posizionare sul suo duel disk l'unica carta che gli era rimasta nella mano, fornendogli una risposta immediata. «Per il momento, mi limiterò a mettere una carta coperta e concludere il mio turno.»
    Il giovane dai capelli viola e rosa aveva assolutamente ragione: i tre D/D/D erano di una potenza inferiore rispetto quella della feroce rafflesia, che altro non aspettava che divorarseli uno ad uno. Pertanto, quella era l'unica mossa il sedicenne che poteva fare, non c'era scelta. O forse aveva in mente un piano strategico per quando Yuri avrebbe iniziato il suo turno, e cioè adesso. Nessuno poteva saperlo per il momento, lo si poteva scoprire solamente assistendo a come la sfida avrebbe preso piega, se sarebbe successo ovviamente.
    «Hmph. Sei con le spalle al muro, vedo!» l'esclamazione ironica di quest'ultimo mi distaccò dai miei pensieri, catturando la mia attenzione su di sé: riuscii ad intravedere la follia che riempivano i gli occhi suoi, le labbra arricciate in un largo sorriso. «Non hai alcuna chance di battermi, dunque la scelta più saggia che potresti fare è arrenderti. Ma se invece non avrai intenzione di farlo, sappi che te ne pentirai amaramente. Pesco!»
    «Ma tu guardalo come si vanta...» osai fare un piccolo commento tra me e me, tenendo i denti stretti. Certo, avere fiducia in sé stessi potrebbe pure essere importante, ma forse Yuri si aspettava fin troppo dalle sue capacità, anche se quella non era la prima volta che l'avevo visto comportarsi in quel modo.
    Il maschio controllò la carta che aveva appena estratto dal deck, e fatto questo, partì immediatamente all'attacco. «Attivo l'effetto di Predapianta Chimerafflesia.» il suo freddo tono fu l'unica cosa che in quel lasso di tempo interruppe il silenzio che da poco stava regnando intorno a noi. «Una volta per turno, posso rimuovere dal gioco un qualunque mostro sul terreno purché il suo livello sia pari o inferiore a quello del mio. E il mio bersaglio è... D/D/D Alexander Re delle Folate!»
    La Predapianta procedette, quindi, a spalancare le piccole bocche presenti all'interno delle sue liane per poi accanirsi sulla preda, intrappolandola in una spaventosa morsa senza tregua mettendola facilmente fuori gioco.
    Un altro ghigno si fece strada sul volto del ragazzo che ammirò godente l'eliminazione del primo re, e non esitò affatto a giungere al prossimo passo. «E adesso... Battle Phase! Chimerafflesia, vai e distruggi D/D/D Gengis Re delle Fiamme!»
    Le liane tornarono immediatamente all'assalto, stavolta contro Gengis, appunto, che cercò di bloccare spontaneamente la frustata proteggendosi con l'aiuto della sua spada. «A questo punto, si attiva l'altro effetto di Chimerafflesia: quando combatte con un altro mostro, questo perde la bellezza di mille punti mentre lei ne guadagna altrettanti!» PREDAPIANTA CHIMERAFFLESIA Lv.✪✪✪✪✪✪✪ ATK/2500 (→ 3500), D/D/D GEGNIS RE DELLE FIAMME Lv.✪✪✪✪✪✪ ATK/2000 (→ 1000)
    Sfortunatamente per il demone Fusione, i suoi tentativi opporre resistenza furono vani e venne spazzato via in un nanosecondo arrecando danni terrificanti al possessore. (YURI LP 4000; REIJI LP 1500)
    «Millecinquecento punti in una mossa soltanto...» mormorai senza nemmeno rendermene conto, il duello stava cominciando a prendermi seriamente.
    Un grosso polverone avvolse il presidente oscurandone la vista. Una volta, però, che questo si dissolse, si sgretolò di dosso un po' di pulviscolo causato dall'impatto agitando fermamente un braccio; Sul suo lato oramai vi era schierato solamente il terzo ed ultimo re che aveva richiamato, Caesar Re delle Onde: ordunque, i mostri avversari erano entrambi in parità, con l'eccezione dello svantaggio di Reiji in Life Points.
    Yuri permise una lieve risatina sotto i baffi lasciare la sua bocca quando assistette ai vari graffi che questo aveva riportato, sebbene non dimostrasse segni di dolore, finora. «Hmm peccato, se avessi potuto effettuare un altro attacco avrei senz'altro vinto... Ma purtroppo suppongo di non poterci fare niente.» disse Yuri con un pizzico di delusione nella sua voce. «Per cui, termino il mio turno. Avanti mi sto annoiando, fammi divertire un po', presidente! Eppure credevo fossi in grado di fare di meglio, ti avrò forse sopravvalutato troppo?»
    Reiji guardò dritto in faccia al ragazzo, notando come effettivamente stava iniziando a stufarsi di come il duello stava procedendo. Magari si aspettava che dopo l'evocazione dei D/D/D avrebbe fatto qualcosa di cui potesse rimanere stupito, piuttosto che mettere semplicemente una carta coperta. «Mi stavo soltanto riscaldando. Ma ora ti avverto, vedrò di andarci molto pesante stavolta.» le parole dell'uomo furono piene di determinazione e sicurezza ben notabili, e non indugiò oltre perché proseguì subito con il match. «Tieniti pronto, pesco dal deck!»
    [...]
    Intanto, Veve e Francesco avevano decisamente fatto una strage di uomini delle Forze Speciali, lì al pian terreno: ce n'erano una marea sparsi in giro, distesi a terra privi di tutte le loro energie sprecate nel cercare di far fuori la coppia di duellanti e malgrado fossero in tantissimi, non erano stati alla loro altezza ed avevano miseramente fallito.
    E nel mentre erano intenti ad occuparsi dei probabili ultimi soldati, rumori di botti dopo l'altro provenienti da sopra li sorpresero abbastanza, tuttavia non potevano permettersi alcuna distrazione. Sapevano già che Yuri aveva trovato il responsabile al centro di tutta questa faccenda, e che al momento si stavano scontrando in una sfida decisiva: del resto, di certo non ci voleva un genio per capirlo.
    Alto Avatar Garunix incenerì il medesimo mostro oppositore con una fiammata incandescente al comando del padrone, sbarazzandosi del soldato con facilità.
    «Fallo fuori, Crescita Malvagia.» Veve non era da meno, però. Un vento gelido fece tremare l'avversario come una foglia, e il Fiore Arcano si scagliò sul suo indifeso duel monster che non poté uscirne salvo da quella circostanza in nessuna maniera, stendendolo immediatamente.
    «Ahi...»
    «Abbiamo fatto piazza pulita. Ottimo.» Francesco commentò soddisfatto, osservando la sfilza di soldati sconfitti con grande successo. La disattivazione automatica dei loro dischi accompagnò la scomparsa degli ologrammi di Garunix e Crescita Malvagia, dopo essersi assicurati che fossero completamente esausti ed esauriti ovviamente.
    Ma non era ancora l'ora di cantare vittoria: voltandosi nella direzione dinanzi a loro, notarono la presenza di un uomo abbastanza grosso, con senza dubbio l'intenzione di ostacolarli, cosa che i suoi alleati non erano riusciti a fare per loro sfortuna.
    «Il presidente mi ha impartito ordini precisi. Non potete oltrepassare questo punto, giovani duellanti.»
    [...]
    Pescata la sua seconda carta, Reiji la esaminò con attenzione riflettendone la raffigurazione su una lente. Non perse altro tempo prezioso, poiché si apprestò subito a fare la sua mossa, quella che avrebbe dovuto decidere il ribaltamento della situazione: sarebbe andata a favore di chi? «'Sta a guardare, svelo la trappola: D/D/D Risorse Umane! Questa carta mi consente di mescolare tre mostri D/D nel mio deck, e di conseguenza aggiungerne due a mia scelta alla mia mano. Pertanto D/D Melma Mulinello, D/D Berfomet e D/D Ululato Notturno tornano dal mio cimitero al mazzo e al posto loro prendo ben due mostri Pendulum!»
    «Cosa?» quella semplice azione fece scattare i miei occhi che si allargarono dallo stupore. «Anche lui... possiede carte Pendulum?» e a tal proposito, Alzhad. Lo avevo lasciato sul pavimento dopo che me l'ero fatto scivolare di mano, mi ero totalmente scordata di raccoglierlo: rimediai a ciò, riprendendolo e me lo portai al volto fissandone di nuovo i colori violacei che andarono a riflettersi sulle mie iridi castane. Quindi c'era qualcun altro a saper eseguire questa evocazione oltre a me e alla ragazza contro cui avevamo duellato prima io e Yuri. Sebbene non ci fosse nulla di strano in questo, avevo pur sempre un mare di punti interrogativi che vagano per la mente a cui non potevo dare una vera risposta, e più ci pensavo più continuavano a girare come un tornado.
    «E finalmente è arrivato il momento. Imposto la Scala Pendulum con D/D Fiero Cavaliere di scala sei e D/D Fiero Orco di scala otto per impostare la scala Pendulum!»
    Inserita la coppia di pendoli sul duel disk, il sedicenne costruì una scala con cui gli era concesso evocare solo creature di livello sette: parecchio "ristretta" se non eccessivamente, ma se quella che aveva nella mano ne era una di quel livello non avrebbe avuto problemi.
    Yuri afferrò il mento con le dita, divertito tenendo gli occhi praticamente incollati sulla scena: un varco di uno sgargiante azzurro cielo si aprì sopra le nostre teste, seguito da delle strisce del medesimo colore che ricoprirono il duo di D/D in questione. «Hmm, interessante. Quindi non sai eseguire tre evocazioni, bensì quattro. E per giunta questa Evocazione Pendulum?»
    «Certamente. Dopotutto, molte di queste carte vengono prodotte esattamente in questo luogo.» replicò prontamente l'avversario, la luce splendente riflessa sui suoi occhiali. «Tuttavia, non le utilizzerò per evocare alcun mostro.»
    Sollevai un sopracciglio, confusa da quello che aveva appena detto. Ma soltanto poco dopo capii a cosa si riferiva, contemplando il cavaliere e l'orco posti nella zona Pendulum: servendosi di questa evocazione si poteva usufruire anche di ben altro, una delle sue particolarità.
    «Ma il bello deve ancora arrivare. Offrendo come tributo D/D/D Caesar Re delle Onde, posso richiamare lui, D/D/D Laplace Re del Destino!» D/D/D LAPLACE RE DEL DESTINO Lv.✪✪✪✪✪✪✪✪✪✪ ATK/?
    Una possente creatura di dimensioni gigantesche si fece spazio sul campo al posto dell'Xyz, fronteggiando la chimera di fronte ad esso pronta a divorare anche un essere più grande di lei.
    Fui stupefatta dalla sua apparizione, era semplicemente imponente. Però c'era un qualcosa di strano in egli, ossia la sua forza d'attacco: anzi, bisognava dire che non ne aveva proprio una, per essere un bel bestione. Questo non poteva che rivelarsi un pessimo fatto, la storia mi puzzava alquanto.
    «Un mostro di tutto rispetto, davvero...» Yuri borbottò, complimentandosi con una smorfia beffarda sulla sua faccia. «Ma non è abbastanza per riuscire a battermi.»
    «È giunta la tua ora... Yuri. Hai perso questo duello!» il grido di Reiji incitò il suo Re del Destino a passare al contrattacco contro la pianta, pronta a toglierlo di mezzo. «Si attiva l'effetto di D/D/D Laplace Re del Destino: quando combatte con un mostro avversario, guadagna il doppio dei suoi punti di attacco arrivando così ad un totale di cinquemila!» D/D/D LAPLACE RE DEL DESTINO Lv.✪✪✪✪✪✪✪✪✪✪ ATK/? (→ 5000)
    Sussultai vedendo il suo incremento di forza istantaneo: da zero era passato cinquemila in un battito di ciglia, da lasciare a bocca aperta. Se quel re avesse portato a termine la battaglia, Yuri avrebbe dovuto dire addio ad un mare di Life Points. Non aveva neanche una carta coperta, Chimerafflesia era la sola schierata dalla sua parte e adesso stava per correre il grosso rischio di venir schiacciata dalla grandezza di quella bestia.
    «Attivo l'effetto Pendulum di D/D Fiero Cavaliere: pagando cinquecento dei miei Life Points, la tua chimera viene sottratta automaticamente dello stesso quantitativo di punti!» PREDAPIANTA CHIMERAFFLESIA Lv.✪✪✪✪✪✪✪ ATK 2500 (→ 2000). «E non ho finito, perché mi servo del potere di D/D Orco perché il mio mostro si rafforzi di cinquecento punti, pagando altri Life Points!» D/D/D LAPLACE RE DEL DESTINO Lv.✪✪✪✪✪✪✪✪✪✪ ATK/5000 (→ 5500). (YURI LP 4000; REIJI LP 500)
    Era incredibile come il presidente stesse sacrificando i suoi stessi punti per distruggere il proprio nemico, che non ne aveva neanche perso uno: tuttavia, Yuri stava rischiando di perderli tutti in un colpo solo. Se non avrebbe escogitato qualcosa in tempo sarebbe giunto al capolinea, e questo a causa della sua tanta convinzione nell'uscire vincitore di questa sfida.
    La mossa andò a segno, però. Chimerafflesia fu travolta da una micidiale batosta che la polverizzò all'istante, brutalmente, facendola sparire da terreno in men che non si dica.
    Un polverone creatosi dall'impatto dello scontro ricoprì la stanza, costringendomi a chiudere le palpebre e per quanto cercassi di riaprirle, non era tra le mie possibilità. Da allora, potetti soltanto vedere il nero totale e aspettare che si fosse dissolto per scoprire cos'era precisamente accaduto.

    Edited by ~Rubber Uzumaki - 3/8/2017, 13:39
     
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    Capitolo #012 - Fusione: Predapianta Dragostapelia!


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    L'uomo avvolto nell'ombra e nel mistero non sembrava avere alcuna intenzione di scansarsi dalla sua postazione ostacolando Francesco e Veve, ignari chi fosse colui che avevano dinanzi.
    Lo sconosciuto decise di avanzare di qualche passo, la luce della luna filtrò attraverso l'ingresso che ora come ora era stato fatto a pezzi, facendo luccicare i cocci di vetro sparsi per terra e scacciando l'oscurità che finora aveva tenuto nascosta l'identità di questa persona: aveva indosso dei semplici occhiali neri, uniforme del medesimo colore. Chiaramente doveva trattarsi di una guardia, a differenza di un comune componente delle Forze Speciali era ben diverso d'apparenza.
    «E lei? Chi sarebbe?» a farsi avanti per primo fu Francesco che, ponendo quel quesito allo sconosciuto individuo, ruppe il silenzio creatosi tra le vicinanze.
    «Chi sono non ha importanza. Ciò che conta è che non posso permettervi di passare.»
    A seguito di tale affermazione, Veve preparò nuovamente il suo disco, decisa ad affrontarlo chiunque esso sia, ma di certo non era schierato dalla loro parte se le sue intenzioni erano quelle di intralciare la loro strada.
    A fermarla, però, fu il castano che le posizionò un braccio davanti come un segno d'attesa, senza distrarsi dalle azioni dell'uomo nemmeno per un minuscolo istante. «Aspetta. Non sembra premunito di duel disk, quindi non credo ci sia bisogno di affrontarlo.»
    «Attualmente il presidente sta disputando un duello importante.» proseguì questo, ignorando totalmente il lancio di sfida della ragazza. «Ho avuto l'ordine di non lasciar proseguire nessuno. Pertanto, vi chiedo di girare i tacchi e andarvene.»
    A quel punto, il rumore assordante di un altro botto giunse fino al piano inferiore, stavolta di maggiore frequenza rispetto ai precedenti, sorprendendo i giovani che non poterono che guardare la direzione da cui proveniva.
    «Ne arrivano ancora.» al commento di Veve, il quindicenne annuì con un leggero movimento del capo.
    «Se le staranno dando di santa ragione. Ma, sai... forse non dovremmo intrometterci, per adesso. Questo duello è solamente loro, di quel Yuri e questo presidente, e sarà il più forte ad uscirne trionfante. Il ragazzo ha detto di voler fare per conto suo, bene, è arrivata l'ora di accontentarlo.»
    I due si gettarono a vicenda uno sguardo che durò ben poco, poiché la sedicenne emise un sospiro paziente calando il braccio su cui portava il duel disk. Con le sue iridi azzurro cielo e nero come la pece rivolte verso nulla in particolare, approvò semplicemente. «Potresti aver ragione.»
    [...]
    Tentai più e più volte di vedere attraverso tutta quella polvere e detriti che volavano via dall'impatto, tuttavia con scarsi risultati poiché gli occhi si richiudevano d'impulso e mi era impossibile farlo.
    In quel lasso di minuti, fui pervasa da una strana sensazione: non sapevo spiegarmene il motivo, ma anche solo per un attimo avevo avuto l'impressione di aver percepito un presentimento che non potevo descrivere in alcun modo. Di una cosa ero certa, e cioè che avevo assolutamente bisogno di scoprire cosa fosse successo dopo che il mostro di Reiji aveva brutalmente fatto fuori quello di Yuri.
    Già, Yuri... Che fine aveva fatto? L'atmosfera, con lo scorrere dei secondi, era diventata insolitamente quieta, quasi come se io fossi l'unica lì dentro ormai. Chissà se fosse riuscito a...
    Ma proprio allora, un gemito di dolore risuonò nelle mie orecchie. Il cuore tornò a battere velocemente, riconobbi al volo chi era stato; E nel momento in cui ogni cosa fu di nuovo visibile, gli occhi si spalancarono dallo stupore guardando Yuri venir scaraventato via contro la gelida parete che si sgretolò dallo schianto, facendone cadere dei pezzetti che si sparsero vicino per terra.
    Le sue condizioni erano a dir poco terrificanti. Era lì, seduto sul freddo marmo che costituiva il pavimento della stanza, schiena contro il muro su cui era violentemente andato a sbattere, graffi e sporco dappertutto, sulla pelle e sul tessuto dei suoi abiti.
    Sentii una fitta al petto notando l'espressione dolorante che cercava di nascondere attraverso un viso inespressivo, sebbene evidente. Ero talmente concentrata su quanto fossero raccapriccianti le sue condizioni che non mi resi conto di avere la bocca mezza spalancata, tanto che per farmi distogliere la concentrazione da quello furono i suoi occhi rosei che s'incontrarono coi miei ancora una volta.
    Non riuscivo a sopprimere le mie emozioni, a nascondere la mia reazione scioccata da quel paio di iridi che nonostante la gravità della situazione erano sempre e comunque privi di sentimenti, agghiaccianti, malgrado inoltre i danni che aveva riportato. Le sopracciglia si corrugarono man mano assistendo a quella scena, e accorgendomi che il ragazzo stava continuando a guardarmi dalle mie labbra tentarono di fuoriuscire parole che potessero formulare una frase o perlomeno qualcosa di senso compiuto. Ma niente da fare, mi si bloccavano in gola e non mi permettevano di parlare come avrei voluto fare.
    Intanto, in mezzo polverone che copriva la parte opposta della stanza si intravede un luccichio, e dissolto completamente, la figura di Reiji si manifestò assieme a quella del suo gigantesco Re del Destino che ritornò alla sua posizione avendo eliminato la povera Chimerafflesia senza essersi risparmiato. Le pupille si spostarono spontanee ad egli, incredula ancora su come si fosse rivelata devastante la potenza avversaria, quale aveva causato danni considerevoli e per giunta reali al giovane dai capelli viola e rosa, peggio di quelli che quest'ultimo aveva inferto all'oppositore precedentemente. (YURI LP 500; REIJI LP 500)
    «E invece mi sbagliavo.» si corresse il sedicenne a quello che aveva detto a Yuri prima di privarlo di gran parte dei suoi Life Points. «Sei rimasto con cinquecento punti...»
    Lentamente un gran ghigno si formò sul viso del ragazzo, il suo sguardo si posò sul nemico e quindi distogliendolo dal mio. Non parve mostrare molto dolore adesso, magari un tantino nei suoi tentativi di rimettersi in piedi ma riuscì nell'impresa senza troppi problemi. Ansimava in continuazione, ma ciò non gli tolse la sua solita smorfia che mai voleva saperne di non presentarsi esternamente.
    «Questo lo avevo capito anch'io, presidente.» proferì parola tra un respiro e l'altro, sebbene non curasse né questo né il suo aspetto attuale. «Ma lasciatelo dire. La tua mossa è stata fin troppo prevedibile.»
    Il suo commento sbigottì alquanto Akaba, compresa me: aveva permesso che la sua pianta venisse distrutta e corso il rischio di perdere l'incontro, e a dispetto di ciò aveva ammesso di aver previsto le sue mosse. Dunque, volendo avrebbe potuto evitare la perdita della propria chimera e assieme ad essa di quasi tutti i suoi punti? Se così fosse, allora, perché non lo aveva fatto?
    «Spiegami come sei riuscito a sopravvivere al mio attacco.»
    Una risatina percettibile fuoriuscì dalla bocca del quattordicenne. I suoi occhi furono allora pieni di voracità oltre che con pazzia, e questo poteva significare soltanto una cosa. «Chiaro e semplice. Il tuo mostro è privo anche di un solo misero punto, a meno che non combatta con un altro mostro, giusto?» il giovane si arrestò ad osservare la reazione ancora confusa del nemico, il che sembrò divertirlo abbastanza. «In quel caso si raddoppierebbero, com'è successo ora. Infatti, ti sei accorto che non ho fatto ricorso all'effetto di Chimerafflesia?»
    A tale domanda, la vista del presidente s'allargò immediatamente. In effetti quello che aveva detto Yuri corrispondeva al vero, non aveva attivato il potere della sua Predapianta per ridurre la potenza del re ed incrementare la sua al tempo stesso. E adesso che aveva praticamente ammesso di averlo fatto di proposito, la questione si fece sempre più confusionaria: perché non aveva fatto uso del suo effetto?
    «Non ci sono dubbi... Avevi deciso di non ricorrere ai poteri del tuo mostro poiché sapevi che così facendo i punti del mio sarebbero aumentati a ben settemila, e se fosse successo, tu avresti perso.» Reiji riuscì a comprendere ed analizzare quello che intendeva Yuri, facendo allargare ulteriormente il suo sorriso. «Inoltre, vedendo come stavo utilizzando gli effetti Pendulum dei miei D/D Orco e D/D Fiero Cavaliere, hai pensato di lasciare che Chimerafflesia venisse distrutta da Re del Destino in modo da ridurre il danno che avresti dovuto subire. Una mossa astuta, non c'è che dire. Ma è tutto inutile, stai solo posticipando la tua imminente sconfitta. Anche se per il momento non mi resta che terminare il mio turno.»
    «Oh sì! E questo sarà l'ultimo!» era incredibile quanto l'espressione del ragazzo fosse raccapricciante quanto gelida, il viso si oscurò mentre esclamò quella frase preparando le dita sulla cima del deck per estrarre una carta nuova dal mazzo. «Dopotutto, ti avevo detto che contro di me vincere il duello sarà impossibile. Pesco!»
    Tornata completamente alla realtà, il mia vista si posò ancora sul duellante fusione che in qualche maniera sembrò già avere la situazione sotto controllo, probabilmente dovevo averlo dedotto dal suo fare sicuro più che mai. Malgrado questo, la vidi dura nel far fronte a un duel monster il cui sarebbe stato sempre superiore ai suoi, in quanto il suo attacco sarebbe raddoppiato alla loro potenza se avesse provato a farlo fuori in battaglia. In un caso come questo, non sapevo affatto come si sarebbe comportato, l'unica risposta poteva venir fuori assistendo al proseguimento del match.
    «Attivo la carta magia: Predapotatura! In questo modo, posso riportare in gioco lei, Predapianta Chimerafflesia!» PREDAPIANTA CHIMERAFFLESIA Lv.✪✪✪✪✪✪✪ ATK/2500
    «Hai di nuovo evocato la tua chimera... Ma è solamente uno spreco di tempo.» il volto di Reiji divenne scuro quando inclinò la testa verso il basso, risollevandola in seguito. «Se proverai ad attaccare il mio re, esso sarà comunque a un passo avanti rispetto alla tua Predapianta perché la sua forza d'attacco si raddoppierà a quella di Chimerafflesia. Oltretutto, se decidessi di bandirlo in alternativa, non ti sarà possibile perché il potere del tuo mostro non ti consente di rimuovere dal gioco dei mostri di livello otto o superiore, ed il mio è di livello dieci!»
    Eppure, Yuri non parve intimorito. Anzi, non era cambiato nemmeno di una virgola, deciso e determinato come poco fa, chiara evidenza che stesse pianificando qualcosa che secondo lui avrebbe potuto ribaltare l'esito del duello a suo favore, ancor più evidente quando si apprestò a ribattere. «Non mi sembra di aver detto che voglia ricorrere ai suoi effetti.»
    A giudicare dal comportamento del nemico, si presumeva fosse maggiormente stordito, e come non biasimarlo: strano da parte di Yuri non voler fare ricorso al sostegno della sua fidata rafflesia che in ogni occasione lo aveva sostenuto togliendo di mezzo gruppi di Forze Speciali ed altri avversari, il mostro su cui faceva più affidamento tra quelli del suo mazzo. Se le cose stavano così, doveva possedere una creatura la cui potenza era molto elevata rispetto ad ella, una creatura che si sarebbe rivelata la soluzione al suo problema e perché no, un essere capace di stendere il nemico con grande successo sebbene il guaio in cui si trovava. «E adesso 'sta un po' a guardare, presidente, guarda come sto per consumare tutti i tuoi insulsi Life Points mentre attivo un'altra magia, quella che segnerà brutalmente la tua sconfitta: Polimerizzazione!» presa la carta ne girò il retro, svelando appunto il suo asso nella manica, la Polimerizzazione. «Sai a cosa serve questa carta, no? Bene. Grazie ad essa, ora posso fondere Predapianta Chimerafflesia e Predapianta Verme Stapelia in un unico mostro la cui forza supererà persino le tue aspettative!»
    La coppia di predatori si innalzò per aria e, venendo attratti l'un l'altro, cominciarono ad unirsi generando poco a poco le parti del corpo di un'enorme bestia che s'iniziò a formare. «Evocazione per Fusione!» Yuri fece scontrare i palmi delle sue mani, ciò fu accompagnato da quelle tre parole, le sue favorite senza dubbio. «E adesso appari! Livello otto, Predapianta Dragostapelia!» PREDAPIANTA DRAGOSTAPELIA Lv.✪✪✪✪✪✪✪✪ ATK/2700
    Un essere dalle sembianze simili ad un incrocio tra un drago ed una stapelia nacque dall'unione tra le due piante, atterrando con l'aiuto delle sue due possenti ali emettendo un boato talmente forte da scaraventare via i detriti che fino ad un attimo fa erano sparsi in giro, e per poco anche il contenitore delle carte dei draghi che fortunatamente era stato spostato di qualche centimetro, intero e senza graffi. Il suo aspetto era davvero imponente, un po' raccapricciante certo, come l'intero deck Predapianta del resto.
    Tuttavia, come Reiji stesso aveva affermato, non c'era modo che Yuri potesse far fuori Laplace: se avesse provato ad attaccarlo, la forza del D/D/D sarebbe incrementata fin troppo per com'era messo Dragostapelia e sarebbe andando incontro ad una disfatta probabilmente inevitabile.
    Le labbra del maschio s'arricciarono in una smorfia perfida e maliziosa, pupille che incrociarono quelle della preda. «Questa è la tua fine, presidente. Nessuno finora mi ha mai battuto in duello, ricorda queste parole mentre Predapianta Dragstapelia si accanisce sul tuo adorato D/D/D Laplace Re del Destino!»
    La famelica creatura partì all'assalto al comando del duellante, sfoderando le sue zanne affilate come lame di spade presenti all'interno della sua cavità orale pronto a lacerare il suo bersaglio.
    Quella mossa mi lasciò stupita. In pratica stava per auto-distruggersi cercando di abbattere l'avversario in una battaglia, e oramai non era possibile fermare la Predapianta. A causa di ciò, le parole decisero finalmente di uscire di bocca, consentendomi di esclamare: «Ma che diavolo, è forse impazzito?!»
    «Una mossa del tutto sprecata.» fu così che capii che Yuri era seriamente nei guai fino al collo se non spacciato. «Eppure ti avevo avvisato. Si attiva il potere di...»
    «Attivo l'effetto di Predapianta Dragostapelia!» il grido dell'altro maschio interruppe di colpo la contromossa nemica, cogliendo entrambi di sprovvista. «Una volta per turno, che sia il mio o quello del mio avversario, esso libera un Segnalino Predatore che intrappola in una stretta morsa il tuo mostro e, se questo è di livello due o superiore, automaticamente diventa di livello uno!» D/D/D RE DEL DESTINO LAPLACE Lv. ✪✪✪✪✪✪✪✪✪✪ (→ ✪) ATK/?
    Il D/D/D fu assalito da una minuscola creaturina che ricordava molto una Predapianta, quale afferrò e strinse saldamente una parte del suo corpo stringendola in una feroce presa da cui era impossibile liberarsi, se non con la distruzione di Laplace stesso.
    Intanto la fase di battaglia proseguì, la pianta continuò a fiondarsi dritto verso il Re del Destino intento a polverizzarlo. Non mi fu affatto chiara l'insolita mossa del segnalino da parte sua: stava comunque per venir schiacciato dalla temibile superiorità avversaria, un'azione simile come avrebbe potuto cambiare le cose?
    «Qualunque sforzo tu faccia è completamente inutile, Yuri, faresti meglio ad arrenderti! Un misero segnalino non ribalterà la situazione, la tua sconfitta è ormai inevitabile perché il mio Laplace si rafforzerà ulteriormente e tu verrai spazzato via insieme a ogni singolo Life Point che ti rimane!»
    «Non succederà.»
    Quella risposta ci perplesse di nuovo. Il sorriso sul volto di Yuri si fece ancor più vasto fino a trasformarsi in uno abbastanza inquietante, finendo poi col scoppiare in una scherna risata vera e propria. «Te l'ho già detto, quello che sta per lasciarci non sei altro che tu! E adesso vedrai il perché, Dragostapelia vanifica totalmente gli effetti dei tuoi mostri con un Segnalino Predatore rendendoli inutilizzabili!»
    «Non è possibile!» Reiji esclamò d'istinto, osservando come il suo Laplace fu prossimo a diventare il pasto della pianta che con la sua bocca dentata fece piazza pulita di esso e anche dei suoi ultimi Life Points, generando un forte impatto da farlo scaraventare all'indietro, svanendo in un grosso polverone che nemmeno stavolta non permetteva di vedere un bel niente. «Perdonami... Rosa.» (YURI LP 500; REIJI LP 0)
    Gli ologrammi svanirono nel nulla, compreso Dragostapelia, soddisfatto del suo pasto, in seguito alla disattivazione dei dischi. La mia focalizzazione, in quegli attimi, non fu attratta su Yuri o su cosa avesse intenzione di fare siccome aveva ottenuto la vittoria, ma verso la direzione in cui era caduto il sedicenne di cui non se ne vide neanche un filo d'ombra. Aveva realmente vinto con cinquecento punti, quando invece si pensava fosse finita per lui?
    Udii dei passi lenti e agghiaccianti avvicinarsi, e voltandomi, me lo ritrovai davanti. Yuri mi fissò dall'alto, silenzioso, con freddezza che si manifestò sul suo viso. La sua smorfia abituale era svanita,di nuovo inespressivo.
    Mi ripresi dai miei pensieri quando mi accorsi che il maschio aveva raggiunto un mio fianco dopo essersi chinato e allungato verso di esso, non capendo cosa volesse fare. «C-cosa stai...» di scatto mi ritrovai con la faccia rivolta al pavimento e una spalla su cui vi era appoggiata il mio corpo indolenzito con l'aiuto di un braccio che mi teneva saldamente, il che mi sorprese abbastanza. «E-ehi che fai, lasciami!»
    Percepii un sussulto che fermò le mie protestare. Girai un po' la testa per controllare, parve provenire dal giovane, ma da quella vista non potetti comprenderlo affondo finché Yuri non cominciò a parlare. «Pesanti lo siamo eccome, a quanto pare.»
    Potetti sentire il volto bruciare, furono parole che non mi aspettavo potesse dire sinceramente, ma mi sbagliavo. «Ha parlato quello maleducato, ora vedi di togliermi le mani di dosso, maniaco!!»
    Iniziai a muovermi come una matta sferrando calci a vuoto e contemporaneamente posando qualche pugno sulla sua schiena, incolume. I miei tentativi di divincolarmi si arrestarono non appena da lui udii uscire altre parole, di quelle agghiaccianti che facevano venire i brividi lungo la spina dorsale. «Ti conviene darci un taglio con questa tua patetica lotta. Stai soltanto sprecando tempo, non puoi sfuggirmi ormai. E sai perché?»
    Cominciai a sentire i muscoli rilassarsi, lasciai cadere le braccia e le gambe, la testa finì per posarsi dolcemente sul suo dorso. Sbattei le palpebre ripetutamente, riaprendole quando mi accorgevo che stavano per chiudersi in preda alla carenza di energie ma ciononostante continuavo a fare il possibile pur di non addormentarmi. Ma poi, la sua voce mi infondette uno strambo senso di gelo. «... Perché tu sei ufficialmente mia.»
    Con quello, iniziai pian piano ad intravedere meno cose finché l'unica che riuscii ad avvistare era soltanto il fascino dell'oscurità che riuscì ad abbindolarmi, ragion per cui finii per cadere in un sonno profondo.
    Il duellante, con un sogghigno stampato in viso, era sul punto di andarsene, fino a quando qualcosa suscitò il suo interesse: l'oggetto contenente i due draghi. Curioso gli si avvicinò senza esitazione, quasi come se fosse stato attratto da qualcosa a cui non proprio poteva resistere. Se lo ritrovò sotto il naso, in pieno rischio di essere sottratto di quel che proteggeva al suo interno.
    E questo fu ciò che fece. Portò una mano al lato del contenitore, premendo il pollice sul pulsante che consentiva di sollevare la protezione di cui era dotato ammirando cosa lo aveva tanto attirato. Una carta di un tono nero ma brillante, affiancata da... una carta violacea che maggiormente lo interessò.
    Le afferrò entrambe in un'unica presa, portandosele dinanzi a volto, in primo piano quella lì: occhi verdastri e lucenti, affamati, colmi di sete di vendetta. E al solo sguardo, in Yuri tornò quello stesso sentimento bizzarro che aveva provato lungo il breve tragitto per arrivare in questo posto, un ruggito che secondo lui lo chiamava in continuazione. A dire il vero, non era la prima occasione in cui gli fu capitata una cosa del genere: era sicuro di non sbagliarsi, da quando era giunto in questa città aveva spesso avuto una sensazione simile dentro di sé ma poco ci ebbe fatto caso. E dall'istante in cui aveva raccolto queste carte nella sua mano, lo sentiva ancora. Possibile che tutta questa faccenda fosse collegata a loro...?
    Il maschio restò a dir poco stupefatto. Spostando le sue iridi rosa verso la raffigurazione completa del mostro, ma sopratutto sul suo nome inciso sopra, tutto gli si schiarì immediatamente. Dunque era lui che si ostinava a chiamare il suo nome? Era lui che lo stava cercando così tanto?
    «Non ho alcun dubbio... Sei tu.»
    «Signor Akaba!»
    Il giovane incrociò la vista con un uomo dalla vesti completamente nere, condotto sul luogo grazie all'ascensore che portava al piano superiore, a differenza sua che era entrato letteralmente sfondando il muro. La probabile guardia, notata la sua presenza, passò immediatamente sulla difensiva resosi conto che mi stava caricando sulla sua spalla, inerme. «Tu, ragazzo... Lasciala andare, ora.»
    Yuri sghignazzò, ignorando totalmente i suoi avvertimenti. Rapidamente sollevò una delle tasche della sua camicia, conservando le carte e prendendone una dal suo deck, quella che aveva utilizzato quest'oggi per riportarmi indietro quando me l'ero svignata di corsa per Maiami City. «Attivo la magia: Flash Viola!»
    Un'accecante luce illuminò l'ambiente circostante coprendo la sua via di fuga. L'uomo dovette per forza aspettare che si fosse dissolta per tornare a vedere, e una volta scomparsa, di noi rimanettero solamente tenui luccichii rosei, volatizzati nel nulla. «Accidenti. Sono scomparsi...»
     
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    Capitolo #013 - Come fai a conoscere il mio nome?


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    Quella notte era giunto il caos più totale, lì alla Leo Corporation: quasi tutto fatto a pezzi, uomini inermi sparsi ovunque giù al piano inferiore senza nessun briciolo di energia tant'è che non riuscivano a ricomporsi, ma sopratutto, il presidente era stato miseramente battuto in duello e non appena la sua figura fu pian piano visibile poiché il cumulo di polvere si dissolse nell'aria, l'uomo nelle vesti nere fu esterrefatto dal suo stato apparente. Non potevano essere descritte in nessun altro modo se non spaventose, un numero considerevole di graffi e persino qualche livido lungo il suo corpo, una visione a dir poco scioccante.
    La sua espressione dolorante, i suoi occhiali accidentalmente caduti ma fortunatamente intatti, spinsero la guardia a soccorrerlo sostenendolo con una mano dietro la schiena cosicché potesse aiutarlo a rialzarsi. «Come sta, si sente bene?»
    Fu taciturno, probabilmente stava riordinando i fatti di ciò che era accaduto prima. Con il supporto dell'altro riebbe indietro le sue lenti, strofinandone leggermente la superficie in modo da eliminare quel poco di detriti finitoci sopra, per rindossandoli di nuovo. Cominciò a guardarsi attorno, spostando lo sguardo per l'intera stanza, notando per sua sfortuna che io e Yuri eravamo svaniti, il che gli fece stringere i denti a causa del suo fallimento che non aveva stranamente previsto. Ma c'era qualcos'altro di cui si era reso conto, qualcosa di vitale importanza: il contenitore era stato aperto. E le due carte... non erano più al suo interno.
    «Non può essere...» il suo alto tono fece sì che l'attenzione della guardia si volgesse sul contenitore vuoto, privato del contenuto che precedentemente celava. Adesso era solamente un comune oggetto senza la sua utilità di un tempo.
    L'uomo in abiti scuri rimase di stucco, non si era minimamente accorto che erano state prese e portate via: e da chi se non Yuri, l'unico nelle condizioni di farlo?
    Alla visione Reiji si ricompose in un battibaleno, certo un po' malconcio e ansimante, ma riuscì a stare in piedi senza troppi problemi. Anzi, un problema c'era eccome e anche bello grosso. E non curando troppo le conseguenze riportate su di sé, si precipitò verso l'oggetto e, contemplando lo spazio libero che era stato occupato dalle creature prima di venir raccolte, strinse un pugno cercando di mantenere il controllo stesso malgrado fosse un'ardua impresa in un caso simile. «È stato Yuri. Non c'è ombra di dubbio.» fu seguito dalla guardia che vide coi suoi stessi occhi come stava tentando di contenere le sue emozioni, nei suoi lunghi anni di servizio non mai gli era capitato di assisterlo. Ma ciò non durò parecchio: Akaba si girò dalla parte opposta riuscendo a mostrare la sua normale compostezza in men che non si dica. «Non possiamo permettere che rimangano tra le mani di quel ragazzo. Potrebbero rivelarsi una grave minaccia per tutta Maiami City e non soltanto, mentre Rosa... non deve assolutamente restare tra le sue grinfie. O meglio, non lo permetterò. Sopratutto se dovesse scoprire quello che si cela alle sue spalle...»
    L'altro annuì in approvazione. «Certamente, presidente. Tuttavia, abbiamo un terzo problema da affrontare... abbiamo esaurito il numero di uomini in grado di rintracciare il ragazzino, sono stati tutti fatti fuori da una coppia di potenti duellanti che non avevo mai incontrato, forse suoi complici.»
    «Complici?»
    «Per la miseria, si può sapere cos'è questo disastro?»
    I due vennero interrotti improvvisamente da una voce giovanile accompagnata dal suono dell'ascensore messo in funzione e, voltandosi alle loro spalle, incrociarono la figura un personaggio avvolto nell'ombra, che una volta raggiunto il piano, si avvicinò con lenti passi in loro direzione estraendo qualcosa da una tasca, da mangiare visto che lo aveva portato alla bocca. «Allora? Il gatto vi ha forse mangiato la lingua?»
    A quel punto, un pensiero balenò nella mente di Reiji: se avevano esaurito i loro soldati, un'alternativa sarebbe potuta essere questa persona, che probabilmente doveva lavorare per lui. Ma chi gli avrebbe assicurato che sarebbe stato all'altezza del compito?
    «Ma che è successo qui, la terza guerra mondiale?», «Taci.»
    Un'altro duo di ragazzi giunsero sul luogo, osservando il casino che aveva combinato Yuri da cima a fondo: uno era più alto dell'altro, e quello basso, rosso come un peperone, aggredì il compagno con un dito indice puntatogli contro e in preda al furore cominciò a sbraitare come un forsennato.
    «Ehi, vada a come parli, cervello di gallina! Quando mio padre diventerà presidente, ti assicuro che-», «Molto bene. Siete arrivati proprio nell'occasione giusta...»
    L'attenzione dei presenti era adesso unicamente concentrata sul sedicenne dagli argentei capelli, il che stava a dire che quello fosse il momento di annunciare la sua decisione presa abbastanza in fretta, ma era la sua unica possibilità se voleva riavere tra le mani quelle carte. Non osava nemmeno immaginare cosa Yuri avesse potuto provocare con l'illimitata forza di quei mostri. Tuttavia, era certo che l'intera popolazione fosse in grave pericolo. Non poteva assolutamente permettere che fossero in mani sue, dunque, doveva pur fare qualcosa e alla svelta.
    Raccogliendo le sue ultime forze rimaste, si avvicinò ad uno dei tanti marchingegni della sala e, sperando che almeno uno di loro fosse ancora funzionante, tentò di farlo partire e con gran fortuna, il primo che testò non parve danneggiato. Grazie perciò al dispositivo, ebbe accesso a parecchi file contenenti informazioni indispensabili, tra cui un paio di foto particolari: in esse vi erano le immagini dei volti di Yuri ed il mio, evidentemente erano state scattate quando ci setacciava per la città con le risorse della Leo Corporation.
    «La vostra priorità sarà rintracciare questa coppia di ragazzi. E una volta avvistati, voglio che me li portiate entrambi qui, immediatamente. I loro nomi sono... Rosa e Yuri.»
    «Uh? Yuri...?»
    «Non hanno delle belle facce, specie quel tipo... E come mai vuoi che ti portiamo questi due?» domandò curioso quello precedentemente furioso, premendo una mano su un fianco. Reiji, naturalmente, aveva la risposta pronta a tale interrogativo.
    «Ve lo spiegherò a tempo debito. Per ora voglio solo che li portiate da me, e con la forza se necessario.»
    Il più piccolo del gruppo, ossia quello che nell'attesa stava gustando un lecca lecca, finì quasi per lasciarselo sfuggire di bocca assistendo alle raffigurazioni che aveva davanti. Quegli occhi rosa, taglienti e pungenti, quelle sopracciglia così pronunciate... «Ma sì, è proprio lui... Hehe, però! Ho avuto proprio una gran fortuna a trovarlo in questo posto! E a quanto pare è anche riuscito a trovarsi una ragazza...»
    «Che cosa?! Ma quello...», «No, ti sbagli. Quel ragazzo non è chi pensi tu...»
    Reiji interruppe il ragazzo più grande fra i tre, sapendo cosa volesse dire e lo comprendeva pienamente, comprese la sorpresa manifestata sul suo viso: non aveva rivelato a nessuno di ciò che invece aveva raccontato a me poco fa. Riteneva fosse meglio per tutti se fosse stato un segreto di cui soltanto noi eravamo a conoscenza per il momento, effettivamente era la cosa migliore da fare.
    «Senti, quattrocchi. Soltanto perché ci chiedi di scovare questi due di certo non hai il diritto di impartirmi degli ordini! Quando mio padre sarà presidente, farà in modo di-», «Beeeneee! Consideralo già fatto, Akaba.»
    Allo shock del furioso, il giovanotto accettò il compito affidatogli senza proteste, a differenza sua. «Cosa...?!»
    «Bene... Allora io mi avvio. Questi duellanti sembrano essere intriganti... Voglio testare di persona le loro capacità. E una volta sconfitti, non potranno sottrarsi.»
    Un venticello gelido attraversò la stanza da quando tali frasi fuoriuscirono dalla bocca di quel cupo individuo, che si diresse verso la via d'uscita, seguito dal ragazzino.
    «Beh, se tu non vuoi unirti a noi, peggio per te. Non farai una bella figura, però, sai?» quest'ultimo prese in giro all'unico che non si era mosso dalla sua postazione, il quale però scattò all'istante.
    «Hmpfh, ma sentilo come parla il ragazzino! È che non ho bisogno di scomodarmi per simili sciocchezze. Ma siccome senza di me vuoi due non combinereste un bel niente, mi ci sono costretto!»
    Dandosi delle arie vanitose, l'ultimo seguì i compagni nella loro missione, lasciando soli Reiji e la sua guardia che lo raggiunse subito. Si poteva dire che il sedicenne dalle apparenze era pensieroso, e come non esserlo: chi dopotutto era certo del fatto che quei tre sarebbero riusciti a portare me e addirittura Yuri con la forza dritto da lui? La risposta sarebbe uscita allo scoperto solamente stando a guardare come la situazione avrebbe preso piega.
    «Yuri... ti assicuro che stavolta non potrai sfuggirmi. È scritto nel destino: quella carta, ormai, non ti appartiene.»
    [...]
    Quietudine assoluta, buio offuscante, non un filo di luce che filtrasse attraverso quell'ammasso di pura oscurità. Sembrava passata un'eternità da quando udii il canticchio di alcuni volatili, il rumore del vento che mosse qualcosa, probabilmente dei fili d'erba generando un fruscio che si unì ai cinguettii accarezzando dolcemente la pelle e creando un piacevole e rilassante contatto.
    Sbattei le palpebre in maniera ripetuta. Pian piano gli occhi iniziarono a spalancarsi, e la prima cosa che videro fu subito sospetta: non era del verde delle piante, non era dell'azzurro del cielo limpido ma di un colore sinistro, viola per la precisione. Una soffice sensazione mi pervase la faccia, avevo l'impressione che avessi la testa poggiata su qualcosa che si alzava e si abbassava lentamente, ancora e ancora... come il petto di qualcuno che stava respirando, o dormendo.
    Agli inizi sentivo il capo girare per qualche assurdo motivo, e non feci molto caso a ciò in verità. Ma capii che mi trovavo in un posto di cui non ricordavo di aver mai messo piede. Curiosa, pertanto, poggiai i palmi delle mani sulla verde distesa d'erba, utilizzandole come sostegno per sollevarmi da terra: un momento. Non ero a terra, non proprio almeno...
    Solamente quando strofinai per bene gli occhi riuscii a vedere meglio cosa ci fosse sotto di me, o meglio, chi ci fosse. Un giovane ragazzo. Aveva le palpebre chiuse e rilassate. Stava dormendo beatamente, un morbido sorriso era stampato sul suo viso su cui la corrente d'aria passeggera lasciò dolci carezze rendendolo adorabile da ammirare.
    Dalle labbra del giovane fuoriuscirono piccoli borbottii insensati, ma al tempo stesso non era nemmeno sveglio per quanto potessi affermare. Forse stava sognando, e doveva essere un sogno piacevole per lui a giudicare dalla sua innocua espressione che fu però cancellata dal movimento delle sopracciglia, delle ciglia e della bocca che si strinsero tutto ad un tratto. Ma realizzai troppo tardi che si stava svegliando.
    Le sue iridi si aprirono lentamente. Erano di un magico colore roseo, ma contemporaneamente di ghiaccio. Erano ancora un po' sognanti, il che spiegherebbe anche il perché non stesse reagendo alla stramba situazione e la mia curiosità era talmente forte da non essermi neanche accorta di stargli praticamente addosso.
    I nostri sguardi s'incontrarono definitivamente, entrambi fissavamo confusi l'un l'altro. E solamente quando quello sguardo freddo e impassibile mutò a stupito realizzai finalmente quello che avrei dovuto già realizzare da un po'.
    «AAAAAAAAAAAA!!!»
    Immediatamente mi diedi una spinta facendo un gran balzo all'indietro, stavolta finendo davvero a terra. Il maschio non poteva altro che mostrarsi perplesso.
    Ansimai pesantemente, avevo urlato con tutta l'aria che avevo nei polmoni. E insieme a ciò, sentii un grosso senso d'imbarazzo alla figuraccia fatta con quello sconosciuto, ma del resto non potevo farci assolutamente niente se mi ero risvegliata tra le sue braccia, tuttavia il sentimento non fece che incrementarsi quando il giovane si alzò restando comunque seduto sul prato, fissandomi interrogatorio.
    Quel periodo di silenzio fu alquanto disagiato, non sapevo cosa dire o come comportarmi, ma ecco però che lui si apprestò a parlare. «Che cosa stavi facendo, ragazza?»
    Svoltai il capo a destra e a sinistra più e più volte: per un attimo ebbi sperato che qualcuno stesse passando tra i dintorni, invece non c'era il misero filo d'ombra di una persona eccetto noi due. Non smisi di riflettere su quello che era successo, avrei voluto anch'io rispondere a quella domanda... ma se adesso gli avessi detto di non saperne un accidente, c'era la possibilità che non mi avrebbe creduta e a quel punto davvero non sapevo che fare.
    Percepivo addirittura dei tremolii lungo il corpo. Incrociai le braccia strofinandole leggermente, ma il vento oramai parve non stesse più passando da quelle parti, e poi, quella non era nemmeno una stagione di clima tanto umido.
    «Allora?» il suo tono fu stavolta macabro e minaccioso, al punto da farmi arrivare i brividi alla spina dorsale pur ribadendo di nuovo che ancora non fosse il periodo invernale.
    «N-n-n-no, no, hai capito male, n-n-non l'ho fatto di proposito!»
    Ma poi lo guardai meglio in volto. Capelli misti di due diversi colori, viola e rosa, un paio di frange erette verso l'alto che ricordavano buffamente delle orecchie di coniglio, sopracciglia stranissime ma particolari e ben folte, iridi rosee vuote le quali alla sola vista infondevano una sensazione di gelo, un gelo di estrema freddezza a cui nessuno poteva scampare...
    «Yuri?»
    Non sapevo come mai, ma quel nome mi era letteralmente sfuggito di bocca, come se avessi avuto l'impulso di doverlo dettare ad alta voce. Perché?
    Il maschio fu quasi sbalordito dalla mio improvviso quesito, o forse dovevo averlo azzeccato in qualche maniera. Ed infatti, la sua replica confermò quello che mi stavo chiedendo proprio in quell'occasione: «E tu come fai a conoscere il mio nome?»
    «Io... non...», «Rispondi a questa domanda. Chi sei?»
    Il silenzio circondò l'area circostante, eccezione fatta per il vento che tornò a passare in quel posto desolato spostando i lacci d'erba assieme ai capelli che andarono a schiantarsi delicatamente contro il viso. Neanche ora sapevo come agire, ero così smarrita. L'unica cosa che potevo fare, a quel punto, era rispondere senza giri di parole. «Ummm, il mio nome è... Rosa, sì.»
    «Rosa?» la sua risposta sbrigativa mi colse alla sprovvista, non che gli abbia detto chissà quale cosa infondo. Credevo di essere stata chiara e di non aver parlato a tono basso, o forse semplicemente era sordo. Ma se fosse il volume della mia voce la causa? Questa fu la ragione del per cui ripetetti nuovamente la frase. «No, non mi riferisco a quello.»
    Quell'affermazione mi lasciò stordita. Stavo ordunque aspettando l'ora in cui questo ragazzo avrebbe deciso finalmente di chiarirsi, ma piuttosto, notai che mi stava fissando misteriosamente da capo ai piedi presumibilmente con qualche pensiero nella testa.
    «Ehmmm... Qualcosa non va?» il giovane ritornò alla realtà riprendendosi dalle sue riflessioni, distogliendo la sua visione dalla mia figura chiudendo tranquillamente le palpebre.
    «Non è niente.» il suo borbottio fu la sola cosa che udii da allora, un borbottio abbastanza freddo. Si apprestò dopodiché ad alzarsi in piedi spolverando leggermente il suo lungo abito violaceo, guardandosi poi intorno mentre io feci l'identica azione. «Sembra che non ci conosciamo, eppure tu sai come mi chiamo...»
    Non proferii parola. Tutto questo era alquanto confusionario, non poteva trattarsi di una coincidenza, mi riferisco al fatto che abbia indovinato come si chiamasse al primo colpo... o magari si trattava di semplice fortuna. Ma una cosa di cui assolutamente ero certa era che non lo avessi mai incontrato finora.
    Ecco però che i miei pensieri volarono via come uno stormo di uccelli quando mi accorsi che il maschio era davanti a me in una distanza molto vicina rispetto alla precedente, sorprendendomi abbastanza. «Ma non importa. È stato un piacere, carissima, ma purtroppo ora ho da fare. E, chissà... forse un giorno potremmo incontrarci di nuovo.»
    L'ultima parte fu pronunciata da lui sussurrando. Evidentemente stava andando di fretta, e difatti si incamminò subito dopo nella direzione alla mia sinistra da cui si potevano intravedere alcuni alti edifici, senz'altro doveva esserci una città là vicino. «E... ehi...»
    Completamente smarrita guardai di qua e di là: non c'era nient'altro che un orizzonte da cui non si intravedeva un bel niente, eccetto per lo appunto il luogo dove si stava dirigendo Yuri. Non avevo tante scelte, se non quella di imboccare la sua stessa via.
    Ordunque cominciai a camminare calma, osservando attentamente dove fossi capitata cercando di rammentare qualcosa, ma invano. Svegliandomi ebbi le idee parecchio confuse, e se ci riflettevo troppo a lungo la testa mi girava; Nonostante i miei sforzi stringendo le meningi, proprio non riuscivo a ricordare nulla...
    I rumori dei miei passi abbastanza nervosi risuonarono perfettamente alle orecchie di Yuri, che voltandosi discreto, notò che gli stavo venendo dietro, portandolo a sospettare qualcosa. «Come mai mi stai seguendo, adesso?»
    Non mi aspettavo sinceramente una simile reazione, anche stavolta c'era stato un malinteso. Incrociai le braccia, sbuffando un po' dal suo fraintendimento. «Ti sbagli, non ti stavo seguendo! È solo che... sì, insomma... sto cercando di orientarmi e capire dove mi trovo.»
    «Certo, come no.», «Oh andiamo, è la verità!!!»
    Ma successivamente, il ragazzo mi diede le spalle, ancora. Soltanto poi realizzai di aver gridato con un volume eccessivamente alto, e me ne resi conto dal fatto che avevo bisogno di accumulare ossigeno nelle aree respiratorie. Non smisi di fissarlo a causa della confusione che non fece che progredire e mandarmi in completa perplessità, tuttavia non ci volle molto prima che egli tornò a parlare. «Se quindi ciò che stai dicendo corrisponde al vero, beh sappi che nemmeno io ho la benché minima idea di dove sono al momento. Non credi che questo possa essere definito "destino"?»
    Svoltò la testa leggermente dietro a sé, e in tal modo riuscii a scorgere la sua faccia. Un ghigno agghiacciante e inquietante. Le sue iridi gelide come il ghiaccio incrociarono le mie castane e anche interrogatorie, cosa che lo portò a prendere un lieve sospiro chiudendo rapidamente un occhio. «Lascia stare. In ogni caso, non saprei come aiutarti cara mia. Ma se preferisci, puoi continuare a seguirmi: come vedi sto andando proprio lì. E dopodiché si vedrà il da farsi-»
    «ANCORA? Ti ho detto che non ti stavo seguendo, non ti conosco neanche...!!»
    Il ragazzo non riuscì a trattenere una leggera risata che uscì incontrollata dalle sue labbra, di cui coprì una parte con una mano che al tempo stesso teneva il mento.
    «Interessante, ragazzina... Ho notato come la mia precedente espressione ti abbia sorpresa, ma ciononostante, tu sembri avere già intuito con chi hai a che fare; E sei ancora qui...»
    Yuri arrestò di colpo i suoi pensieri, che furono sostituiti ben presto da una domanda: cos'è che stava per dire in mente sua e perché? Non poteva comprendere, inoltre, se ciò che stava ponderando fosse negativo o positivo, dentro non si sentiva né triste né felice. Quindi era abbastanza complicata la faccenda, ma era pure vero che in quegli istanti non doveva farsi prendere dalle fantasie della testa.
    «Uh... Mi dispiace, non volevo offenderti o...!» ma ecco che, incrociando la mia figura preoccupata dalle mie improvvise azioni di rabbia, un secondo sorrisetto si fece strada sul suo viso: aveva avuto un'idea. Non era sicuro che avessi accettato o meno la proposta che aveva da pormi, ma se avessi rifiutato avrei avuto i miei svantaggi e se avessi al contrario accettato me ne sarei potuta pentire in qualche maniera. Doveva provarci, la decisione sarebbe stata solamente la mia infondo.
    Fui stordita da quel suo comportamento, tuttavia proprio in quel lasso di minuti, il giovane ebbe ancora una volta la parola. «Per stavolta chiuderò un occhio. Piuttosto, voglio proporti una cosa: se al momento non hai davvero un posto dove andare, e se riesco a trovare un buon posto, non ho alcun problema se vorresti venire a stare da me. Almeno così il tutto sarebbe meno noioso... non trovi?»
    Non me lo sarei mai aspettato, uno sconosciuto che propone simili favori ad un altro sconosciuto. A cosa stava puntando?
    E intanto eccolo, paziente ad attendere la mia decisione con quel insolito sorriso. Non sapevo se fosse il caso di fidarmi o meno, ma avevo scelta a questo punto? Sarei potuta rimanere fino a notte fonda senza trovare la minima soluzione per fermarmi in un luogo sicuro dove stare almeno fino a quando non avrei trovato la via di casa, e sinceramente non rammentavo neanche quale e dove fosse... Era tutto così strano, era come se avessi avuto una tremenda botta alla testa che come per magia aveva spazzato via ogni singolo ricordo impresso al suo interno. Mi serviva del tempo anche per recuperare le idee perse, sperando che quel giorno fosse arrivato. Pertanto, non potevo dire nulla se non...
    «E va bene. Ma in cambio... voglio che mi racconta più su di te.»
    Il ragazzo ridacchiò piano, prima di replicare. «Non devi preoccuparti. Puoi fidarti di me... Se ci tieni però a sapere qualcosa sul mio conto, ti accontenterò ma non adesso. Prima il dovere e poi il piacere, non è forse così?»
    Notò di nuovo la mia confusione all'ultima cosa che aveva detto e ciò lo incitò a prendere un leggero sospiro, ed esattamente come poco fa mi invitò a non curare il quesito. E fu allora che tutto bene un inizio, l'inizio di un susseguirsi di avvenimenti di cui la fine era impossibile scorgere.
    [...]

    Le palpebre si spalancarono in un nanosecondo. L'unica cosa che attualmente vedi era solamente il buio totale, non proprio in realtà anzi, perché stavolta mi sembrava di intravedere qualcosa di un leggero chiarore. Ero sdraiata a pancia in giù su un qualcosa di morbido, una sensazione confortante, tanto che compresi di essermi riaddormentata. E quel sogno... non era immaginazione. Era accaduto per davvero, era questo il modo in cui mi ero imbattuta per ironia della sorte in questo misterioso ragazzo, Yuri.
    Quello fu decisamente uno degli incontri più bizzarri che mi fossero mai capitati. Da quando avevo ripreso conoscenza, non avevo alcun ricordo di ciò che era precedentemente successo, e nemmeno lui da quel che mi aveva confessato. Finora cercavo di trovare delle risposte che potessero dare luce a molti dei miei dubbi che erano anche fin troppi, il problema però era da quale parte cominciare. Per questo motivo non ne avevo ancora scovate.
    Ma la cosa che mi tormentava particolarmente era sapere il perché tra tutte le persone esistenti a questo mondo, dovevo ritrovarmi davanti ad un sadico psicopatico che non dava la minima importanza per nessuno e che sopratutto mi trattava come se fossi un ridicolo giocattolo.
    Le sopracciglia si corrucciarono a tali pensieri, mentre strinsi tra le dita qualcosa di altamente soffice posto sotto il palmo della mia mano. Non aveva un colore vero e proprio, solo bianco vuoto, seppure mantenesse comodo il capo generando una deliziosa percezione di sofficità in grado di tenere a bada qualsiasi tipo di turbamento.
    Un attimo. Questa era la chiara descrizione di un cuscino, qualcosa non andava per il verso giusto: come ci ero finita su... un letto?
    «Ma cosa cavolo...?» mi sollevai da quel comodo materasso, facendo forza nelle delle braccia: le coperte erano - ovviamente - un tantino stropicciate e non le avevo addosso, per cui dovevano essere state minimamente toccate.
    Me n'ero totalmente dimenticata: per mia fortuna, avevo un piccolo spazio dove riposare in pace da sola. Si poteva anche dire che quella in cui mi trovavo attualmente fosse la mia camera, sebbene non fosse eccessivamente arredata ma era comunque abbastanza: vi era appunto un letto singolo con affianco un comodino, dove sopra per misteriose ragioni vi era la carta di Alzhad, e qualche oggetto sparso in giro sul pavimento in marmo; E il tutto era coperto dietro ad una tenda scorrevole.
    Strinsi i denti con forza sentendo formarsi i nervi, ipotizzando la spiegazione maggiormente plausibile di come ci fossi finita lì, e chi poteva essere se non quell'egoista di Yuri? «No basta... Stavolta quello mi ha davvero rotto le scatole!»
    Ero intenzionatissima ad andare a strozzare colui che senza farsi troppi problemi aveva invaso il mio spazio, niente e nessuno sarebbe riuscito a ostacolarmi. Per cui raccolsi le energie recuperate nel corso del mio riposo e scattai in piedi, un po' stordita è vero, ma ero un osso duro e non era affatto facile abbattermi, sopratutto se perdevo la pazienza.
    Ero sul punto di raggiungere l'uscita, quando notai qualcosa di luccicante posto a terra, gettato a terra con la massima non curanza. Uno specchietto. Il mio riflesso sulla superficie in vetro focalizzò la mia attenzione sul mio aspetto: i capelli non erano disordinatissimi, i fermagli pure, ma non fu quello ciò che mi interessò realmente. Vidi qualcosa di insolito nella mia attuale espressione: era come se gli occhi fossero colmi di rancore. Queste emozioni negative, rabbia, odio, erano cose che finora non ricordavo di aver mai provato finora, fatta eccezione per il presente: quasi se non sempre erano le uniche cose che percepivo e avrei tanto voluto capirne la reale ragione. Ma non era come eseguire uno schiocco di dita e avere in una mossa ciò che si desidera.
    Distolsi la mia visione dal piccolo specchio, e tornata in me, allungai un braccio verso la tenda afferrandone il tessuto per tirarlo e spostarlo lateralmente, sporgendo solo la testa all'infuori per controllare se Yuri fosse tra i paraggi: nessun rumore, né tanto meno la misera ombra di un capello. Alquanto strano per i miei gusti.
    «A quanto pare la ragazza si è ripresa dal suo lungo sonno. Era ora.» un sorpresa, scattai all'indietro contemporaneamente voltandomi verso la voce dietro di me, cosicché fossi faccia a faccia con lui. Un largo sorriso si formò sulle caratteristiche del viso di Yuri, che non poté trattenere una delle sue solite risatine malefiche e divertite.
    «C-cosa ci trovi di divertente?» ma soltanto ora feci caso a come fosse messo il suo stato fisico: graffi ovunque, non pochi detriti che macchiavano i suoi vestiti. Perché era così malconcio?
    Fu allora che in un lampo ogni cosa mi fu chiara come la luce. Rammentai improvvisamente degli eventi passati nel loro giusto ordine di sequenza, da quando gli uomini delle Forze Speciali erano riusciti a trascinarmi con la forza alla Leo Corporation approfittando di un nostro attimo di distrazione, a quando Yuri aveva ingaggiato un duello contro Akaba uscendone vincitore, caricandomi in spalla diretto sulla via del ritorno.
    Sebbene non me ne fossi accorta prima, Reiji non aveva intenzioni malvagie o comunque non era schierato dalla parte opposta alla mia, ma semplicemente voleva darmi un avvertimento col racconto dei draghi e trarmi in salvo da questo ragazzo che riteneva altamente pericoloso, invano.
    «Non guardarmi con quegli occhi, vuoi forse farmi credere che le mie condizioni ti preoccupano adesso?»
    «E perché mai dovrei preoccuparmi? Dalle apparenze mi sembra che tu stia benissimo.» ribadii prontamente, incrociando le braccia. «Ma sopratutto, non vedo il motivo per cui dovrei chiedere a un pazzo se sta bene o no.»
    «Ha! In un modo o nell'altro sapevo avresti ribadito con commenti tanto sgradevoli quanto maleducati. Non saresti la ragazzina che casualmente mi era capitato di incrociare, dopotutto.» cominciò ad avvicinarsi con aria pressoché divertita, mentre io indietreggiai senza distogliere lo sguardo da lui, finché però non si fermò dinanzi a me con un ghigno malizioso dipinto sulle sue labbra. «Cambiando discorso. Dormito bene, mia cara
    Sentii uno strambo tremolio lungo la spina dorsale non appena me lo aveva chiesto. Dunque ricordai come mai mi fossi alzata dal letto, e per giunta nel cuore della notte. Inizialmente feci una smorfia un tantino inquietata, ma tornai seria e composta malgrado fosse un'ardua impresa in una simile circostanza, tentar non nuoce tuttavia.
    «M-mi sembrava di averti detto cinquanta volte di non mettere piede nella mia stanza!» purtroppo fu un tentativo che fallì miseramente. E come se non bastasse, idee di cosa avesse combinato nel periodo in cui io ero appisolata, qualsiasi cosa, mi vagavano in mente. Yuri semplicemente fissò il mio comportamento stravagante, permettendo che un lieve sospiro venisse fuori dalla sua bocca.
    «Di quale stanza parli?» il suo tono era abbastanza annoiato e anziché preoccuparsi stava prendendo la discussione alla leggera, cosa che non poté non irritarmi.
    «Come sarebbe a dire "quale stanza"?! Te l'ho già detto, parlo della MIA stanza, questa di fronte a noi! Hai anche il coraggio di prenderti gioco di me!-», «Hmm, davvero? È molto strano, perché invece della camera di una ragazza qualunque a me sembrava più una stalla con tutto il disordine che c'era. Ti facevo più sistemata, ma a quanto pare mi sbagliavo...»
    Strinsi i pugni con maggiore forza. In effetti mi sentivo meglio rispetto a prima, quando non riuscivo a muovere nemmeno un muscolo: ora era diverso, non ero probabilmente al massimo delle energie ma era già qualcosa. L'effetto di quella strana sostanza era a dir poco incredibile.
    Con movimento fulmineo, puntai un dito indice verso il maschio il cui volto non mostrava altro che pura innocenza. «Ecco, hai appena ammesso di aver dato una sbirciata intorno, cosa che ti avevo detto di non fare per altre cinquanta volte! Anzi, novantamila!!! E non giudicare come tengo il mio spazio, faccio quello che mi pare chiaro??»
    Yuri, nonostante le mie azioni non fossero per nulla pacifiche, era calmo come al suo solito. Ansimai, aspettando impazientemente una risposta che arrivò dopo alcuni minuti di silenzio.
    «Pensi davvero che me infischi qualcosa di quello che c'è lì dentro? Certo, ho trovato alcune cose un po'... strane, di cui preferirei non parlarne se possibile. Ma in ogni caso, di certo non avrei potuto chiudermi gli occhi mentre ti coricavo sul tuo letto, ho ragione? Ti sei addormentata proprio quando ti stavo portando in spalla, quindi non vedo perché dovresti prendertela con me.» nelle sue parole c'era astuzia, tanta astuzia.
    Quella conversazione stava prendendo una piega a dir poco imbarazzante. Ma stavolta il furbetto qui presente non stava sbagliando, perché se fossi rimasta sveglia niente di tutto questo sarebbe successo. D'altro canto, però, era anche vero che ero parecchio debole, ed era parecchio improbabile che non mi appisolassi.
    «Ma tipo svegliarmi e farmi andare a dormire da sola?!» il ragazzo fece una smorfia vicina al punto di scoppiare in una risata che mi fece innervosire. Non sopportavo affatto quando rideva di me.
    «Sarebbe stato come mettere l'ago in un pagliaio, non ti saresti svegliata nemmeno con una bomba a orologeria.» sospirai profondamente, aveva sempre pronta una risposta, una scusa anzi. «Ma dimmi. Che cosa ti ha detto quell'uomo?»
    «Ah, vuoi cambiare argomento eh?», «Ti ho già detto tutto quello che volevi sapere. Adesso tocca a me.»
    Le sue rapidi repliche riuscivano continuamente a sorprendermi, sapeva come comportarsi in qualsiasi evenienza. Ma non potevo dire che per me fosse l'identica cosa: mi aveva praticamente chiesto di riferirgli per filo e per segno ciò che mi aveva rivelato Reiji. Sebbene questa storia coinvolgesse parecchio Yuri, la sensazione di dovergli nascondere tutto mi pervase eccome. Inoltre, non sapevo come avrebbe potuto prenderla se gli avessi detto che mi era stato affidato un compito preciso almeno secondo ciò narratami dal presidente, e cioè quello di tenerlo sotto osservazione per fermarlo da qualsiasi pazzia potesse decidere di commettere. Come proprio io fossi capace di tenere a bada un ragazzo come tale non me lo spiegavo affatto, e in verità non sapevo se occuparmi o meno di questa faccenda e non certamente per terrore; Ma se sarebbero potute accadere cose come altra distruzione nel mondo allora valeva a dire che anche io ero a rischio, e non ci tenevo sinceramente a fare una brutta fine come sarà capitato a chissà quanta gente. E a proposito di distruzione, tra i miei ricordi era spuntata appena l'immagine della coppia di carte che avevo visto prima. Specialmente quelle, come Akaba stesso aveva affermato, erano di una estrema pericolosità e dalla sua versione dei fatti dovevano esserlo seriamente.
    «Allora? Sto aspettando.»
    «No-non so a cosa tu voglia puntare ma no, non mi ha detto niente!» pregai che la mia menzogna potesse convincerlo che non gli stessi mentendo. Purtroppo avevo un brutto presentimento, nonostante cercassi disperatamente di non pensare in pessimismo.
    L'ennesimo ghigno si mostrò alla mia espressione preoccupata che stavo tentando di tenere inosservata, non mi piaceva. «E pensi di darla a bere a me? Lo sai che raccontare bugie è sbagliato?» annuii solamente, senza fiatare. «Bene. Quindi ora tu mi racconterai ciò che mi interessa sapere, e che non ti venga in mente ancora di cercare di prendermi in giro. È soltanto fiato sprecato.»
    «Infatti stavo soltanto dicendo la pura verità.» ribadii con fare innocente, cosa che malauguratamente non funzionò sul quattordicenne.
    «Hmm, deve esserci sotto qualcosa se non vuoi dirmi la verità non è vero?» alle sue parole freddamente dettate rimasi in guardia. «Non mi piace ripetermi, per cui questa sarà l'ultima volta che te lo ordinerò. Dimmi cosa ti ha detto quell'uomo
    «Bah non ne ho la minima idea, di cosa avrebbe dovuto parlarmi sentiamo?!» mi rifiutai categoricamente di sputare il rospo, non la avrebbe avuta vinta tanto facilmente perché avrei fatto l'impossibile pur di non spifferargli una singola parola.
    Yuri mi lanciò un'occhiata agghiacciante, una smorfia malevola naturalmente ben visibile sul suo volto mentre si avvicinò ulteriormente accorciando la distanza tra noi due. «Questo dovresti saperlo tu. Sono sicuro che tutto questo abbia a che fare con me, e il fatto che tu voglia nasconderlo non ti aiuta per niente. Pertanto, non ti rimane scelta se non fare quello che ti ho ordinato, e come ti ho appena detto non amo ripetermi.»
    Arricciai le sopracciglia, mai e poi mai avrei dato retta ai suoi impartimenti. Non ero una ridicola marionetta che si muoveva a suo piacimento, se volevo mantenere questo segreto non c'era niente che potesse impedirmelo, qualsiasi cosa accadesse. «Non ci penso neanche. Sono stufa di sentirmi trattata come se fossi la tua serva personale, con un ordine e l'altro, ma sopratutto... non capisco perché tu ti comporta in questo modo. Ti piace sottomettere le persone per puro divertimento, sei un pazzo a cui non importa di niente di nessuno, hai un cuore completamente fatto di ghiaccio, non è che un semplice blocco freddo privo di emozioni. Non so se dietro tutto questo ci sia un qualcosa, che so, un episodio che ti ha cambiato in questo essere spietato o meno, ma... puoi parlarne con me. Voglio sapere perché ti comporti così. Tu continui a dirmi che vorresti scoprire di più su di me, bene, perché allora tu non mi racconti qualcosa su di te? Ora che ci penso... non so quasi niente, sei sempre misterioso ed è difficile capirti senza parlarti.»
    Solamente quando terminai il mio "breve discorsetto" realizzai che proprio frasi del genere erano venute fuori dalla mie labbra, e per Yuri? E credere che fino ad un attimo fa ero imbestialita come un orso di cui il territorio marcato era stato invaso da estranei.
    Trascorremmo quei quieti minuti a fissarci a vicenda. Dalla sua vista mi parve di leggere che un po' non si aspettava di udire parole del genere da me, una delle sue sopracciglia pronunciate s'arricciarono un tantino. Ero curiosa su come avrebbe reagito, e perché negarlo, anche impensierita. Non sapevo cosa immaginare, era probabile che dovessi solo starmene zitta.
    «Hmpfh. Così, vorresti conoscermi meglio?» percepii la sua voce calma frattanto lo osservai darmi le spalle. «E va bene. Domattina, allora, alzati in buon ora. Ma mi raccomando, vedi di non farmi aspettare a lungo. Non ho poi tanto tempo da perdere.»
    Ciò detto, il giovane dai capelli bicolori si allontanò per avviarsi all'uscita. Allungò un braccio per spalancarla e quando fu sul punto di andarsene, aggiunse: «Per questa volta voglio accontentarti, ma ti avverto, sarai tu poi ad accontentare me.» e chiuse l'entrata dietro di sé con una perfida risatina.
    L'assoluta tranquillità riempiva l'ampio spazio in cui io fui l'unica presenza rimasta, dal momento che se n'era andato chissà dove nel bel mezzo della notte. Ero lì immobile, silenziosa, fissando la direzione che aveva preso per uscire. Ma la realizzazione delle sue parole mi colpì soltanto dopo, e l'agitazione prese il sopravvento.
    «N-NOOO!!! CHE COSA HO FATTO, SONO UNA COMPLETA IDIOTAAAAA!!!!!!» misi le mani tra i capelli e iniziai a saltellare dappertutto come una lepre. «Non credo alle mie orecchie, mi ha appena detto di uscire con lui e non mi ha fatto parlare!!! Lo sapevo io, dovevo stare MUTA!!»
    Colpii ripetutamente il capo continuando a prendermela con me stessa per il guaio che avevo combinato, non riuscivo a immaginare a quello che avevo combinato ed ora erano problemi miei. «Oh dannazione, e adesso che faccio?!?! Io non ho mai voluto che... beh, sì, questo!»
    Avevo le mani tremolanti, morsi il labbro quasi fino a procurarmi dolore, non sapevo come cavarmela da questa situazione. «Va bene va bene, calma Rosa... Si tratta solo di scambiare due chiacchiere, no? Non è nulla di problematico infondo... O almeno spero.» contemplai per un attimo i miei due palmi, portandomeli davanti alla faccia. Scossi, però, la testa scacciando via ogni pensiero e rilasciai un altro sospiro. «Un momento... A cosa si stava riferendo con "sarai tu poi ad accontentare me"...?»
    Fu allora che uno sbadiglio cessò la mia curiosità. Quella era stata una giornata stancante, forse per Yuri ancora di più dopo una catena infinita di avvenimenti che dovevano avergli portato via un sacco di energie, ma stranamente anziché concedersi una bella dormita si era volatilizzato nel nulla. Mi venne quindi da riflettere su quante volte mi abbia salvato la pelle nel giro di ventiquattro ore: una, due... senza contare che per arrivare fino alla Leo Corporation doveva aver faticato molto, sebbene non avessi notato una briciola di stanchezza in egli, probabilmente stava tentando di tenerla nascosta: era tecnicamente impossibile che in tutta questa faccenda non si sia affaticato perlomeno un pochino, ma non aveva il benché minimo senso voler tenere segreto un fatto ovvio come questo. Pazienza.
    Mi sentii crollare, e capii che avevo ancora bisogno di dormire. Stanca per rimuginare tornai al mio minuscolo ma comodo spazio, invaso a mia insaputa aggiungerei, e mi sdraiai sotto le coperte con le braccia incrociate utilizzandole come appoggio per la testa, intanto che rimasi a guardare l'oscuro soffitto non potendo fare a meno di riflettere se domani sarebbe filato tutto liscio come l'olio o no.

    Edited by ~Rubber Uzumaki - 23/12/2017, 02:21
     
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    Capitolo #014 - Uno strano personaggio


    cicci



    Silenzio assoluto, aria cupa e tenebrosa, un po' gelida al contatto. Danzando gli occhi qua e là, non c'era altro che uno spazio senza né inizio né fine venuto dal nulla, e senza alcuna presenza esterna alla mia. Continuavo a guardarmi intorno cercando di capire dove mi trovavo, ma sopratutto, come ci fossi finita in un posto del genere, invano.
    Ordunque decisi di camminare nel vuoto completo, in attesa di avvistare qualcuno o qualcosa, che magari mi avrebbe aiutata a fornire una risposta alle mie domande assai perplesse. Ecco, però, che cominciai a udire urla disperate provenire da più in avanti: mi precipitai subito a controllare... E fu allora che scorsi una gigantesca figura in lontananza. Una feroce creatura con un corpo dalla lunga forma similarmente serpentina con un bel po' d'ali, e il tutto di un colore tendente al viola, viola come veleno. I suoi occhi verdi e sinistri s'illuminarono come un paio di gemme brillanti alla luce e capii che mi aveva notato.
    Indietreggiai di qualche passo, il suo aspetto non sembrava per niente amichevole per quanto il suo corpo fosse oscurato da quel colorito violaceo. E osservando con maggiore attenzione ai suoi piedi, la bestia si trovava su una pozzanghera costituita da una sostanza del medesimo colore che emetteva una massa di bollicine in contemporanea scoppiettando in modo irregolare tra loro.
    Ad un tratto la bocca della creatura si spalancò con un fulmineo movimento, rivelando un'enorme bocca affamata con tanto di fauci terrificanti le cui punte affilate emisero un leggero luccichio come lame di spade appena estratte. Percepii un brivido percorrere tutta la mia spina dorsale al solo sguardo, ancor di più quando esso si chinò verso il basso e portò il suo muso vicino al mio ringhiando con aggressività, ragion per cui il corpo si paralizzò all'istante e non mi permetteva di muovere un singolo muscolo.
    Dalla cavità orale del mostro fuoriuscì una sottospecie di nube scura che mi circondò completamente, senza lasciarmi via di scampo. Non sapevo per certo cosa fosse quella roba, ma a causa di essa cominciai a tossire incessantemente e d'istinto coprii la bocca con una mano, crollando a terra in ginocchio. Gli occhi invece erano socchiusi, al tempo stesso sentivo di doverli chiudere ma ero preoccupata anche per cosa avesse intenzione di fare il mostro dinanzi a me che non mi scrollava la vista di dosso nemmeno per un secondo.

    Io combatto con il veleno...


    Una voce parlò proprio in quel momento di pura tensione, una voce familiare. Non sembrò provenire dalla belva poiché era simile a quella di un ragazzo, anche se molto fredda. Tuttavia, guardandomi attorno innumerevoli volte alla ricerca di quest'individuo, non c'era nessuna forma di vita umana se non per lo appunto la mia, continuando a sentire quella straziante aria inquinata nei polmoni rischiando persino di svenire. Noi due eravamo completamente soli, in un mondo isolato da qualsiasi altro essere.
    Il mostro assunse una posizione tutta eretta inclinando il capo verso un cielo che non esisteva, o almeno, un cielo costituito da sole nubi viola, cominciando a ruggire in maniera assordante e per di più terrificante. La forte corrente di vento generatasi dal boato scompigliò i capelli e il mio lungo abito, ma ero perlopiù concentrata nel nascondere il viso con il supporto le braccia tenendo i piedi incollati saldamente a terra. Uno sforzo inutile, poiché la folata era troppo potente, tant'è che mi spazzò via all'istante. «AAAHHH!»
    [...]

    Aprii gli occhi di scatto, allargati dallo spavento. L'atmosfera, stavolta, sembrava calma e non ero più avvolta da quel buio macabro, anzi: ero tornata nella mia stanza, dove regnava la completa tranquillità.
    Stavo ansimando pesantemente. La fronte grondava di sudore le cui goccioline percorrevano lentamente il viso fino ad arrivare alla punta del mento, per poi scivolare sulla superficie del collo. Realizzai, a quel punto, che quel susseguirsi di avvenimenti avvenuti poco fa non erano altro che il semplice frutto di un sogno.
    Continuai a ripeterlo mentalmente più e più volte, con la vista rivolta verso il soffitto concedendomi un paio di minuti per riacquistare fiato. «Era solo un sogno, era solo un sogno...»
    Misi da parte le coperte cosicché da potermi alzare senza intralci, pur sempre stando ancora seduta sul materasso affondando il volto nelle mani. Non sapevo spiegarmi cosa fossero quelle immagini, da dove provenisse quella creatura e cosa volesse da me, di chi fosse quella voce così familiare, appartenente all'unica persona che mi veniva in mente. Yuri. Perché lo avevo sentito nel bel mezzo di quegli eventi...?
    Scossi la testa e strinsi le palpebre in contemporanea, riprendendomi da questi pensieri. Rammentai allora cosa fosse questo giorno, quello che speravo non arrivasse mai. Troppo tardi, tuttavia, e non ebbi scelta se non darmi innanzitutto una sistemata e poi cercarlo: non c'era tempo per badare a questo al momento, dovevo darmi una mossa se volevo conoscere meglio questo ragazzo, il che avrebbe potuto darmi un aiuto per scoprire finalmente qualcosa su di lui e di conseguenza quella suo fare misterioso sarebbe potuto svanire dalla circolazione, almeno in parte. E perché no, in qualche modo sarei potuta venire a conoscenza dei piani che gli passavano per quella sua testa malata, non mi ero mai fidata di quel giovane e non avrei cominciato oggi. «Pfff... Sarà meglio che mi sbrighi. Anche se ho uno strano presentimento... Avrei pensato che avesse risposto al mio discorso con un "non vedo perché dovrei raccontare cose sul mio conto ad una ragazzina", o roba del genere. Mah, pazienza! In ogni caso, vedrò di stare attenta a qualunque cosa lui voglia fare, non mi è mai piaciuto quello lì.»
    Ciò detto presi un leggero sospiro, prima di alzarmi in piedi. Subito mi accorsi che la stanchezza dovuta alla fastidiosa sostanza di stanotte si era alleviata con le ore trascorse a riposare, adesso stavo molto meglio rispetto a prima e potevo tornare a muovermi liberamente senza capogiri improvvisi o i muscoli che si lasciavano andare e collassavano a terra in un nanosecondo.
    Comunque, fui intenta a cercare lo specchietto di stanotte in giro per darmi una sistemata ai capelli, che chissà com'erano ridotti. Lo avevo raccolto da terra e posato in qualche zona, non ricordavo bene dove però, per cui non lo trovai facilmente. Solo quando passai una mano lungo le lenzuola le dita sfiorarono qualcosa di duro, e capii che era nascosto lì in mezzo.
    Portai l'oggetto davanti al viso, di nuovo. Iniziai partendo dallo sfilarmi i piccoli e neri fermagli poggiando intanto le ginocchia sul bordo del letto, gettandoli a casaccio vicino a me mentre mi apprestai a far scorrere ripetutamente le dita tra i capelli. Infine, controllai rapidamente se fossero apposto, e dopodiché allungai un braccio verso i fermagli e me li rimisi in un battibaleno.
    Ora ciò che gettai fu lo specchietto. Mi misi ancora in piedi verificando le condizioni dei miei vestiti: certo, era il caso di cambiarli, e lo avrei fatto se ne avessi avuto voglia, ma sopratutto, se avessi potuto. Tuttavia non si rivelò un grosso problema, erano messi piuttosto bene se non per un paio di detriti finitoci sopra che tolsi semplicemente spolverandolo un po'.
    Incrociai lo sguardo di un oggetto posto sul comodino: il mio duel disk, e affianco c'era ancora la carta di Alzhad. Mi ero totalmente scordata di riporgerla all'interno del mio deck, ma rimediai immediatamente afferrando il mazzo all'interno del disco ed inserendo in tal modo la carta insieme a tutte le altre. E già che c'ero, decisi di indossarlo all'avambraccio, non si poteva mai sapere.
    Nulla parve in uno stato pessimo o inguardabile, almeno così speravo perché corsi in fretta e furia fuori dalla camera, rendendomi conto solo dopo se c'erano possibilità che Yuri fosse tra i paraggi. Una bella e piacevole tranquillità, la sola cosa presente lì dentro potevo dire.
    Camminai in giro a passi lenti guardandomi intorno, non c'era davvero anima viva se non la mia. «Non è qui... E adesso che si fa?»
    A tal punto mi voltai verso la direzione per l'ingresso, e subito ricordai del fatto che stanotte Yuri era uscito diretto non sapevo dove per la città, e che da allora non lo avevo più visto: mi chiedevo quindi che cosa avesse combinato per tutto questo tempo e cosa stesse facendo attualmente. L'unica soluzione per saperlo era andare a vedere. Perciò, mi apprestai a raggiungere l'uscita allungando un braccio per aprirla e richiudermela poi alle spalle, frettolosa.
    Girovagai per il desolato e oscuro vicolo guardandomi in giro con cautela, a dire il vero non era problematico se gli uomini delle Forze Speciali mi avessero avvistata, o forse sì. Non potevo allontanarmi da questo ragazzo, non fino a quando non avrei capito le sue reali intenzioni, e sicuramente avrebbero potuto intromettersi nella faccenda sotto comando del presidente, cosa che volevo assolutamente evitare.
    Raggiunta la fine del vico, le mie orecchie udirono improvvisamente delle urla che furono la causa per cui mi arrestai. Erano grida di tante ragazze nello stesso posto si supponeva, ma non erano urla disperate o terrorizzate.
    «Oddio, oddio, ma è lui!», «Sììì è proprio quel duellante! Da quanto non si era fatto vivo??»
    Mi precipitai a vedere la situazione. Era appena arrivato un duellante conosciuto che nessuno degli abitanti qui aveva visto da tempo, secondo quello che avevano affermato alcune tipe partecipe in mezzo ad una marea di ragazze schierate tutt'intorno a qualcuno, senz'ombra di dubbio quella persona. Curiosa decisi di avvicinarmi, inutile dire che era impossibile vedere un accidente.
    «Si può sapere chi cavolo è questo qui?» una del gruppo accanto a me mi sparò uno sguardo scioccato che mi colse di sorpresa, avevo detto qualcosa di grave?
    «Come??!!! Non dirmi che non lo conosci!» ella mi puntò addosso un dito indice dettando tali parole, continuando a chiacchierare. «Hai di fronte un duellante di grande successo che un tempo ha scosso tutta la città con i suoi magnifici duelli. Fidati, è davvero un duellante di prima categoria, non lo batte nessuno! E ora scusami, ma ho sempre sognato di portarmi a casa un suo autografo, ehhiii!!»
    E mi spinse come una matta tenendo assieme foglio e penna seguita da tutte le altre che urlavano come forsennate, oscurandomi totalmente la vista dell'individuo tanto stimato. Saltellai qua e là nella speranza di intravederlo, scorgendo miracolosamente un paio ciocche di capelli di colore viola e rosa.
    «Un momento, ma che diavolo...?!» tentai di entrare nella mischia, e ci riuscii senza troppi problemi, ma ad un certo punto venni urtata da alcune che scostai brutalmente mandandole via. Un tantino dolorante, venii fuori da quel gruppo soffocante e vidi chi meno mi aspettavo di trovare lì, circondato da una marea di donne che si agitavano come imbestialite.
    Yuri fu un tantino stordito inizialmente, guardandosi intorno osservando tutte quelle ragazze fargli gli occhi dolci. Fu ancora più perplesso quando io gli fui davanti, incrociando le sue fredde iridi con le mie allargate dallo stupore, pretendendo delle spiegazioni e subito perché la situazione si stava rivelando fin troppo confusionaria. «Oh, sei qui finalmente. Ti avevo detto di non farmi aspettare, o mi sbaglio?»
    Coi denti stretti pericolosamente, afferrai bruscamente il suo polso trascinandolo con forza all'esterno di quella massa di persone, tutte si scansarono per conto loro proseguendo con lo sbraitare fastidiosamente ma finii con l'ignorarle completamente continuando a portare Yuri lontano, rapidamente. «Eeehhii aspettaa, te ne vai di già???», «Per favore, un secondooo!»
    Sebbene avessimo già via libera, non smisi affatto di trascinare con me il ragazzo che fissò interrogatorio le mie azioni sentendo la presa farsi maggiormente forte. «Hmm?»
    «Fortuna sua che non lo abbia preso per il colletto. Adesso capisco come mai perde maggior parte del suo tempo fuori...» lasciai improvvisamente la stretta, concentrata perlopiù nello stringere i pugni cercando contenermi.
    «Accipicchia, una bella presa devo dire.» disse lui agitando un po' la mano, un sorriso malizioso si fece strada sul suo volto. «Suppongo quindi che ce l'abbia ancora con me per quello che è successo ieri?»
    «Non voglio parlarne affatto! Piuttosto, cosa ci facevi in mezzo a quelle là? Chi sono?»
    Yuri non fu proprio sorpreso dai miei quesiti che cercavano risposte immediate, il suo ghigno si allargò a tal proposito. Svoltò il capo leggermente dietro di sé dove quelle tizie tenevano la vista fissa su di lui, stringendo tra le dita carta bianca e penna borbottando qualcosa. «Se lo sapessi, di sicuro avrei potuto risponderti. Avevo stabilito di aspettarti in quel punto, e come hai ben notato sono spuntate queste ragazze arrivate da chissà dove... Mi viene da pensare a quanto potrebbero rimanerci deluse una volta spariti di qui.» e non appena il suo sguardo si posò su di loro, molte perse l'equilibrio e furono sostenute dalle altre che a malapena riuscivano a reggersi in piedi.
    Fui sorpresa dalla sua ultima frase, dovevo aver udito male, ma anche no. Non decisi affatto di voltarmi ed guardarlo, mi limitavo a dargli le spalle nascondendo la mia espressione stupita e irritata. Sapevo nonostante questo di dovermi tranquillizzare, e provai prendendo un profondo sospiro, fortunatamente riuscendo nell'intento. «Senti, se siamo qui per perdere tempo allora io preferirei andarmene, grazie.» e solo allora notai il suo aspetto: fino a stanotte era ridotto ad uno straccio e in quello stato malconcio se n'era andato da qualche parte in giro per Maiami, ora però i graffi erano svaniti e i vestiti non erano sporchi come allora. E dulcis in fundo, non poteva assolutamente mancare il suo adorato duel disk.
    «Ow, come siamo difficili non è vero?» le sue labbra si curvarono in un sorrisetto divertito nell'attimo in cui lo fissai storto. «Sempre di così pessimo umore. Non ho forse ragione?»
    «Perbacco! Non ci posso credere, sono proprio loro!»
    Mentre stavo per raccogliere l'aria sufficiente nei polmoni per sbraitargli in faccia, una piccola voce evitò che ciò accadesse e curiosi ci voltammo verso la direzione da cui proveniva. Strano, non avvistavo nessuno da quelle parti, eppure avrei giurato di averla sentita e non ero la sola.
    Ma mi accorsi poi che dirimpetto a me vi era una grossa ciocca di capelli di color ciano lucente, legati e spiccati, e inclinando il capo in basso, vidi un ragazzino con un'espressione meravigliata posta sul suo viso e le sue iridi brillavano intensamente. Dalla sua presenza inaspettata, feci un balzo all'indietro adocchiandolo con fare caotico.
    Aveva un paio occhioni tendenti al verde, ricordavano due preziosi smeraldi mentre luccicavano. Aveva indosso una giacca blu con polsini sopra ad una maglietta nera, pantaloncini grigio chiaro con parecchie tasche all'altezza dei fianchi e ai lati delle cosce sostenuti da una cintura, preceduti da lunghe calze bianche e visibili e susseguite da grandi scarpe marroncine. E, cosa non per niente meno importante, non la smetteva di osservarci.
    Subito si fiondò verso di me, scrutandomi con ammirazione e girandomi tutt'intorno come un tornado, mormorando in continuazione. «Ehm... posso aiutarti?»
    Il ragazzino, senza proferire parola in mia risposta, si apprestò a raggiungere Yuri riservandogli l'identico trattamento, cosa che però a quest'ultimo non sembrava fare affatto piacere, anzi.
    Tornato al punto dove si era presentato a noi, sollevò entrambe le mani chiuse in pugni in preda all'entusiasmo. «Ma certo, non ho alcun dubbio... Voi due siete quei due ragazzi che riescono ogni volta a sfuggire dalle grinfie delle Forze Speciali con gran successo! Dovete essere proprio dei duellanti straordinari!» ma dopo si paralizzò all'istante, con una faccia che stesse per indicare che avesse rammentato qualcosa che non aveva fatto in precedenza. «Ah! Perdonatemi, non mi sono ancora presentato. Sono Sora Shiun'in, è un'onore potervi incontrare!»
    Yuri intanto si posizionò di fianco a me senza voler proferire parola, ma solo scrutando lo strano ragazzino con sopracciglia corrucciate, tenendo le mani sui fianchi. Per quanto mi riguardava, onestamente fui lusingata nell'udire qualcuno che sapeva definirmi una duellante provetta, perciò con un sorrisetto vanitoso mi chinai sulle ginocchia, raggiungendo più o meno la sua stessa altezza. «Ehi, lasciati dire che ci hai azzeccato in pieno piccoletto! Beh hai ragione, i duelli mi hanno appassionata sin dalla tenera età. Non è un caso che io sia un portento!»
    «Hmpfh. Come no!», «Devi sempre metterti in mezzo, tu?!»
    Fissai dal basso il fusionista fulminandolo con lo sguardo e al tempo stesso vedendolo ridacchiare, divertito apparentemente dalla mia reazione impulsiva, e pian piano il viso tornò ad ardere come il fuoco.
    «Hehe, sembrate anche dei tipi simpatici non trovate?» mi girai in direzione di Sora, sorpresa dalla sua prima impressione su noi due. Simpatici.
    In silenzio mi rialzai in posizione eretta, evitando l'incrocio della vista con quelle esterne, specialmente con quella di Yuri il quale fece l'identica cosa, ma poco aveva importanza al momento. «A proposito, il mio nome è... Rosa, sì. Mentre questo tipo dall'aria alquanto irritante è...»
    «Lascia, li conosco già i vostri nomi! Rosa e Yuri, è esatto?» anche questa volta riuscì a sorprendermi. Poteva aver sentito parlare di noi, certo, ma sapeva addirittura come ci chiamavamo? «Oh, vuoi sapere come faccio a conoscerli se nemmeno vi ho mai incontrati di persona finora? Beh, diciamo pure che quegli uomini non fanno altro che urlare i vostri nomi per tutta la città in tentativi disperati di acciuffarvi. Piacere mio, ancora non posso crederci di aver fatto la vostra conoscenza, è semplicemente fantastico!»
    Esultato, forse eccessivamente, l'azzurro prese una delle mie mani nella sua minuscola e nell'altra una di Yuri a stupore di entrambi, avvicinandole talmente tanto che la mia pelle fece contatto con quella del maschio dai capelli viola e rosa. E come se non bastasse, potetti sentirla adesso all'interno della sua: grande e fredda, le robuste dita s'intrecciarono accidentalmente con le mie che di dimensioni non erano nulla in confronto. Era una sensazione indescrivibile... Mi era difficile comprendere che ciò che stessi provando fosse positivo o negativo. E ad essere sincera, fu una di quelle poche volte in cui facevo un contatto esterno, sopratutto con lui.
    Stavo assistendo attualmente ad un'insolita immagine dove gli arti suoi e i miei erano uniti strettamente da quelli del bambino. Spostai la testa in direzione del ragazzo fusione, fissandoci a silenziosamente a vicenda: lessi dalle sue iridi che come me era stato colto un po' alla sprovvista, ma esternamente manteneva la sua buona compostezza malgrado la situazione. Sbattei le palpebre ripetutamente, non stava accadendo davvero... E invece sì.
    Feci forza nel braccio e con uno scatto all'indietro mi separai finalmente da lui, apparentemente indifferente, tenendo nascosta la vista da quella dei due.
    Sora ci guardò disorganico, probabilmente non si aspettava un simile comportamento da parte nostra, e in effetti non aveva tutti i torti. Ma cambiai completamente idea quando dalla sua bocca fuoriuscirono parole che non avrei mai pensato di udire: «Mi dispiace, ho forse dato fastidio? Non credevo che il mio gesto potesse crearvene, dal momento che siete fidanzati.»
    A tal frase, mi paralizzai all'istante come una statica statua di pietra, una statua il cui volto manifestava pura incredulità smista a disagio. Fu proprio un'assurda scena; La cosa ancor più incredibile, però, era che qualcuno credesse una cosa del genere. Che io e quel tipo...
    Non c'era nessunissima possibilità che potessimo andare d'accordo, no e poi no. Tra dibattiti, insulti e toni alti, come poteva esserci dopotutto?
    Inoltre, era necessaria una spiegazione del come una persona come Yuri potesse provare delle emozioni: il suo cuore era duro come il marmo, freddo e impassibile. Non avrebbe prestato la minima importanza a un singolo individuo, se non appunto al solo scopo del suo divertimento, umiliandolo e procurandogli unicamente dolore e sofferenza e lo avevo realizzato standogli vicino praticamente quasi sempre.
    «Tsk, t-ti sbagli di grosso ragazzino...»
    «Ma scusa, quello che adesso sto vedendo è che state uscendo insieme no?», «QUESTO NON VUOL DIRE NIENTE! Te l'ho già detto, non è come pensi-»
    Ma proprio allora, altre ragazzacce passarono per le vicinanze con gli occhi tutti puntati su Yuri, il quale gli fu facilmente evidente, per questo volse la sua attenzione su di loro che lo stavano salutando agitando la mano con un leggero colorito rosa sulle guance accompagnato da dei sorrisini snervanti.
    Inizialmente non reagì alla situazione, ma dopodiché decise di ricambiare il saluto arricciando leggermente le sue labbra, causa del motivo per cui quel chiaro colore sui loro visi mutò in un rosso acceso, costringendole ad allontanarsi in un battibaleno e miracolosamente sparirono dalla circolazione.
    La visione di quella scena non fece che esaurire di parecchio la mia pazienza. Avevo il volto oscurato insieme a un rossore di rabbia, cosa che Sora notò al volo vista la sua bassa statura: il giovanotto, sbalordito, indietreggiò di qualche passo controllando se anche Yuri se ne fosse accorto, che tornò a noi come se nulla fosse con in faccia stampato uno dei suoi sorrisetti maligni. Non si era minimamente reso conto del pericolo di fronte a sé, piuttosto era calmo e non mostrava il misero cenno di preoccupazione o di pessimo presentimento. «Molto bene. Almeno qualcuno qui ha occhio... al contrario di una persona.»
    Erano impensabili quelle sue parole uscite da quella sua bocca assillante che non la piantava mai di parlare, usando termini punzecchianti e irritanti nei miei confronti, ma stavolta aveva superato il limite: la faccia andava in fiamme e dalla testa si creò un'essenza gassosa simile a vapore: non mi sarei trattenuta a lungo, mi sentivo come se stessi per esplodere.
    «Ehm... Va tutto bene, Ro-», «Sì, STO BENONE...! E ora, se non vi spiace, io me ne vado...»
    Furiosa cominciai a camminare in avanti, Sora si scansò alla svelta dalla mia strada osservando stupefatto il modo terrificante con cui man mano mi stavo allontanando lasciando soli i due maschi.
    Mise poi le manine dietro la nuca tirando un lieve sospiro, e inclinando il capo verso l'alto curiosò la reazione di Yuri: quel paio di labbra sempre e comunque curvate in quello spregevole ghigno di compiacimento. E soltanto da quello il blu potuto ipotizzò subito una cosa, e cioè che questa storia lo stava facendo godere come non mai.
    «Hmmm... Ci risiamo.» ridacchiò sotto i baffi, non potendo affatto contenersi. «Una parola che dico e lei si offende immediatamente. Ma d'altra parte, vederla in questo stato è abbastanza divertente... Devo dire che lo apprezzo molto.»
    Ciò detto, si avviò verso dove mi ero appena diretta, tranquillo e convinto che quel giorno non gli fossi sfuggita se avessi ancora cercato di scappare com'era successo ieri, abbandonando il piccola Sora: questo, tuttavia, provò a chiamarlo.
    «Ehi, te ne vai anche tu?»
    Un largo sorriso si formò sul volto annebbiato di Yuri, inclinato verso il basso, continuando ad avanzare per la sua strada senza arrestarsi per il bambino, ma fornì ugualmente una breve e fredda risposta alla sua domanda. «Esattamente. Non posso permettermi di perderla di vista... Sarebbe un problema per me.»
    Non comprese il significato dell'ultima frase, che cosa voleva dire con quello? E nel frattempo, ecco che la sua figura divenne man mano più piccola, fino a volatilizzarsi. Sora, oramai l'unico rimasto da quelle parti (pure il gruppo di ragazzine si era levato di torno, un sollievo), estrasse un lecca lecca da una delle tasche dei suoi pantaloni e, tolta la plastica che lo ricopriva, se lo gustò in tutta la sua bontà mentre la sua piccola mente elaborava accuratamente gli avvenimenti accaduti. Non aveva dubbi, adesso. «Eh sì. Sei proprio tu. Ora non mi resta che portare a termine il mio compito... Ma devo stare attento. Molto attento.»

    Edited by ~Rubber Uzumaki - 5/12/2017, 23:19
     
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